2022-04-28
L’Ue declassa il Covid, Speranza fa lo gnorri
Roberto Speranza (Imagoeconomica)
Nuove linee guida europee invitano a trattare il virus cinese come altre forme influenzali. Ma il nostro ministro vuole mantenere l’obbligo di mascherine. E il suo consulente chiede che resti il green pass.Ieri, la Commissione europea ha dichiarato la fine della fase di emergenza della pandemia da Covid perché le pressioni sugli ospedali e le restrizioni nei Paesi si riducono. Non faceva riferimento all’Italia, ovviamente, dove i ricoveri sono in forte calo ma rimangono imposizioni come le mascherine al chiuso. Siamo sempre in attesa di conoscere quali decisioni prenderà in merito il ministero della Salute e di conseguenza il governo, mancano due giorni al promesso stop eppure nulla esce dal Palazzo. In compenso, abbondano gli allarmi, le dichiarazioni concitate, l’invito a non smettere più di coprirsi il volto. «Per ora al chiuso le lascerei ovunque», insiste Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza, sempre convinto pure della bontà del green pass che «protegge i fragili» e incentiva la vaccinazione. Sulla Stampa disegna scenari da fantascienza in cui le varianti sono «chimere che fondono parti della più letale Delta con quelle della più contagiosa Omicron», la visione fa rabbrividire solo Ricciardi che ammonisce «la convivenza non va confusa con il lasciare campo libero al virus». In cotanta pacatezza di toni, resta l’assurdità di insistere sul contenere un virus che sta diventando endemico, mentre gran parte dell’Unione europea ha abbandonato le restrizioni pur non registrando ovunque gli altri tassi di vaccinazione anti Covid del nostro Paese. Un emendamento al decreto legge del 24 marzo scorso, che ha sancito la fine dello stato di emergenza, e un’ordinanza «ponte» dovrebbero svelare in quali luoghi dovremo ancora tenere le mascherine al chiuso, oltre che al lavoro e nelle scuole. La Commissione europea, intanto, si è già mossa in altra direzione, invitando gli Stati membri a passare dall’emergenza a una modalità più sostenibile con l’obiettivo comune «di proteggere la salute pubblica mantenendo la società e l’economia aperte e resilienti». La variante Omicron attualmente dominante è meno grave rispetto alle varianti precedenti e «l’immunità della popolazione contro il virus, naturale o tramite vaccinazione, è notevolmente migliorata», si legge nelle nuove linee guida. Messe a punto dal commissario europeo per la Salute, Stella Kyriakides, e presentate ieri, chiedono innanzitutto ai governi di trasformare le campagne di test anti Covid in una più ampia sorveglianza delle malattie respiratorie. Occorre «mettere in atto, il prima possibile, sistemi di sorveglianza integrati, sostenibili e rappresentativi di routine, tutto l’anno, per le malattie respiratorie acute», non solo da Covid -19 ma includendo influenza e patologie provocate da altri virus respiratori. Già questo rappresenta un passo decisivo verso il trattamento del coronavirus come un’influenza stagionale, da monitorare ma senza che sia il sorvegliato speciale come invece continua a fare l’Italia. Significativo, a tal proposito, l’invito rivolto a «migliorare o mantenere la capacità del sistema sanitario nazionale di far fronte a un numero crescente di casi di Covid-19 e/o influenza stagionale», quindi messi sullo stesso piano, «compresa la capacità ospedaliera/di terapia intensiva e forniture adeguate di dispositivi di protezione individuale, vaccini e terapie». I singoli Stati devono muoversi, impiegando tempo e risorse per non farsi cogliere un’altra volta impreparati, «la vigilanza e la preparazione rimangono essenziali», e per rafforzare la sorveglianza sanitaria. Le linee guida raccomandano anche di provvedere a migliorare la qualità dell’aria «con un’adeguata ventilazione», in particolar modo all’interno di scuole e strutture sanitarie. L’Italia ha fatto poco o nulla.Cambio di registro pure sui tamponi, che non dovrebbero più identificare e segnalare tutti i casi ma ottenere stime affidabili dell’intensità della trasmissione, dell’impatto della malattia grave e dell’efficacia del vaccino anti Covid in specifici contesti. I gruppi prioritari per i test mirati dovrebbero includere le persone che si trovano in un possibile focolaio, le categorie a rischio e coloro che sono in contatto regolare con popolazioni vulnerabili, come gli operatori sanitari. Dovranno continuare, invece, i test strategici legati al sequenziamento genomico rappresentativo e mirato, per poter monitorare l’emergere e la diffusione delle varianti.Sul versante vaccini, la Commissione europea chiede a ricercatori e produttori di «dare la priorità allo sviluppo di vaccini universali a prova di varianti che offrono una protezione a lungo termine contro le infezioni», e di sviluppare terapie anti Covid-19 «sicure ed efficaci», particolarmente mirate ai pazienti immunocompromessi «che sono sovra rappresentati nelle unità di terapia intensiva». Ad oggi, ricorda la Kyriakides, «sono state autorizzate otto terapie Covid-19 che affrontano diversi stadi e gravità della malattia e che possono essere utilizzate sia a casa, sia in ospedale». Venga a vedere in Italia, il commissario europeo, quanto poco vengono utilizzati a domicilio questi farmaci. Altre raccomandazioni, dovrebbero essere prese con maggior considerazione dal nostro ministero della Salute. Le linee guida, infatti, sostengono che «dobbiamo migliorare la comprensione dei livelli di mortalità e morbilità in eccesso osservati durante la pandemia, che riguarderanno anche gli arretrati nell’assistenza non Covid. Allo stesso modo, dovrebbero essere compiuti maggiori sforzi a tutti i livelli per affrontare condizioni che hanno dimostrato di aumentare il rischio di esiti gravi da Covid-19, come l’obesità e il diabete».
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