2022-08-23
L’Ue cerca guai: addestriamo noi gli ucraini
La proposta di Josep Borrell rischia di trascinare l’Europa nella guerra. La Russia stronca i tentativi di negoziato: pace impossibile. Recep Erdogan chiamerà Vladimir Putin per proteggere la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Pioggia di bombe su Kharkiv e sul Donbass.Mentre la Turchia di Erdogan continua a ritagliarsi un ruolo di mediazione che le frutterà notevolmente in futuro, l’Unione europea sembra rinunciare definitivamente a qualsiasi azione diplomatica e si invischia sempre di più nel conflitto, rischiando di divenirne inesorabilmente e ufficialmente parte attiva. Gli Stati membri della Ue sono infatti chiamati a valutare il progetto di fornire addestramento militare ai soldati ucraini. Dalla Spagna, l’alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, si è espresso a favore di questa soluzione, ritenuta «la più ragionevole in una guerra che dura da tempo e che sembra essere destinata a durare ancora». «Ecco perché è richiesto uno sforzo non solo in termini di forniture di attrezzature, ma anche in termini di formazione e aiuti per l’organizzazione dell’esercito». La proposta sarà discussa la prossima settimana a Praga durante il Consiglio dei ministri della Difesa, e Borrell «spera che venga approvata». L’alto rappresentante per la politica estera Ue ha ricordato che alcuni Paesi europei stanno già addestrando l’esercito di Kiev. «I militari ucraini vengono già addestrati in Polonia, Repubblica Ceca, Regno Unito e Francia. Stiamo fornendo armi abbastanza sofisticate, è necessario addestramento per farle funzionare», ha spiegato. Il Regno Unito è tra i più attivi: sono quattro le basi militari del Paese che da giugno accolgono militari ucraini da addestrare. Duemila hanno già completato il ciclo di formazione e sono tornati al fronte, mentre altri 8.000 sono attesi nei prossimi mesi per un totale di 10.000 soldati. La missione Ue, qualora prendesse il via (Borrell ne parla però come di una cosa già certa), verrebbe situata nel territorio di uno degli Stati membri che confinano con il Paese e non direttamente in Ucraina. Immediata la replica della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova: «L’Ue allestirà campi per addestrare terroristi e militanti neonazisti per il regime di Kiev». Insomma, si prospetta un coinvolgimento dell’Europa sempre maggiore in questo conflitto che si preannuncia lungo. A confermare che la via diplomatica si sta sempre più esaurendo è stato Gennady Gatilov, rappresentante della Russia presso l’Onu, il quale ha escluso «una soluzione diplomatica per porre fine alla guerra in Ucraina» e affermato che «Mosca si aspetta un conflitto prolungato». Gatilov ritiene impossibile anche che si possano tenere i tanto attesi colloqui diretti tra Putin e Zelensky. «“Mosca e Kiev», secondo il rappresentante russo, «sono state molto vicine ad un accordo durante i negoziati di aprile, ma gli Stati Uniti e la Nato hanno spinto l’Ucraina ad abbandonare i colloqui. E più il conflitto va avanti, più difficile sarà trovare una soluzione diplomatica», ha detto. Di escludere i negoziati ha parlato anche Zelensky, ponendo però una condizione. «Se i russi processeranno i prigionieri ucraini a Mariupol, qualsiasi negoziato con la Federazione russa sarà impossibile». Secondo fonti dell’intelligence ucraina, infatti, i russi intendono copiare il formato del Tribunale di Norimberga durante il processo ai prigionieri ucraini, tra cui quelli del battaglione Azov, la cui prima fase si dovrebbe tenere a Mariupol. «Se ci sarà questo spregevole tribunale, se la nostra gente verrà portata in questi contesti in violazione di tutti gli accordi e delle regole internazionali, questa sarà la linea oltre la quale qualsiasi negoziato sarà impossibile. Non ci saranno più colloqui», ha chiarito Zelensky. L’unico che non rinuncia all’idea di far sedere allo stesso tavolo Putin e Zelensky è il presidente turco Erdogan. «Tutti sono testimoni dei nostri sforzi in ambito diplomatico. Riuscire a mandare il grano ucraino in tutto mondo è stato cruciale. Ora lo stesso atteggiamento va replicato in altri ambiti. Nostro obiettivo è far incontrare Putin e Zelensky in Turchia in una data non troppo lontana», ha dichiarato il presidente turco. Erdogan intende anche parlare al telefono con il presidente russo Putin questa settimana, per discutere della situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia e chiedergli di adottare misure specifiche per risolvere la situazione della centrale locale. Intanto, la Russia ha già chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla centrale nucleare per oggi e questo giovedì, la Duma si riunirà per adottare una risoluzione sui rischi della sicurezza. Probabilmente i risultati verranno comunicati alla Turchia, che nel frattempo «festeggia» i successi nelle esportazioni di cereali che vengono citati da Erdogan come esempio da seguire in tutti i campi. «Oltre 721.000 tonnellate di grano sono state esportate dall’inizio dell’operatività del Centro congiunto di coordinamento», ha affermato il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar. «Speriamo che la quantità aumenti nei prossimi giorni», ha detto. »Continuiamo i nostri sforzi per garantire che questa tendenza non si fermi e che raggiunga le destinazioni previste nel modo più rapido e sicuro possibile». Sul campo prosegue l’offensiva. Le bombe russe sono cadute non solo su Nikopol ma un nuovo attacco è stato lanciato contro il distretto di Kyivskyi della città ucraina di Kharkiv, nel nord-est. Gli ucraini hanno lanciato missili dalla direzione di Belgorod, in Russia, colpendo una non meglio precisata «infrastruttura»: un edificio di due piani è stato distrutto. Due civili sono morti invece negli attacchi nella regione di Donetsk, nel Donbass.
Dario Franceschini (Imagoeconomica)
Papa Leone XIV (Getty Images)
Sergio Mattarella con la mamma di Willy Monteiro Duarte (Ansa)
Duilio Poggiolini (Getty Images)