2025-06-16
Lotta alla dipendenza da social: la proposta di legge bipartisan di Pd e FdI
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Politica, istituzioni e società civile per combattere la dipendenza dai social ed educare alle nuove tecnologie. Mennuni (Fdi): Anche altri Paesi, europei e non, si stanno muovendo nella stessa direzione, è un tema che purtroppo accumuna i ragazzi e le ragazze di buona parte del mondo».Cresce in maniera preoccupante il fenomeno delle dipendenze da smartphone di bambini e adolescenti. Un’emergenza di tutto l’occidente e oltre che ogni Paese tenta di fronteggiare come può. In Italia oltre un anno fa è stato presentato un disegno di legge bipartisan, a prima firma Lavinia Mennuni (Fdi), Marianna Madia (Pd) e Simona Malpezzi (Pd), oltre a molti altri parlamentari. Un testo che, facendo tesoro delle risultanze scientifiche e delle esperienze maturate oltre confine, intende regolamentare l’accesso dei minori ai social che, in Italia e non solo, ha limiti e paletti talmente vaghi da risultare facilmente aggirabili. Con un approccio tuttavia non proibizionista, bensì precauzionale. Tra le proposte: la verifica dell’età per accedere ai social. In Italia vige il limite dei 13 anni, stabilito dalle stesse piattaforme: significa che prima non si potrebbero usare. Ma poiché nessuno controlla, accade che chiunque può profilarsi, anche chi frequenta le elementari, in barba al regolamento europeo che vieta di utilizzare i dati degli utenti a scopi promozionali al di sotto dei 18 anni.Uno dei pericoli è legato ai disturbi alimentari. Si moltiplicano le denunce di genitori con figli affetti da dca che vengono subissati di messaggi di consigli su come non mangiare, non ingrassare ed evitare di accumulare grasso. Questo è solo un esempio dei danni che possono subire menti non ancora attrezzate. La proposta Madia-Mennuni- Malpezzi non solo alza a 15 anni (come in Francia) la soglia anagrafica per l’accesso ai social, ma introduce un meccanismo per verificare l’età effettiva degli utenti - lo stesso contemplato nel decreto Caivano per i siti pornografici - delegato ad AgCom e Garante della Privacy.L’altro punto riguarda i baby influencer, ossia bambini sempre più piccoli che commercializzano giocattoli e prodotti destinati a fare breccia nel cuore dei loro coetanei. Non solo, le piattaforme dovranno anche attivare a loro spese un numero verde “emergenza infanzia” – corrispondente al 114 - per cui se un minorenne sui social rileva qualcosa di strano o, peggio, di grave, attraverso un messaggio testuale o vocale può denunciare in tempo reale quanto sta accadendo.«Il disegno di legge sulla tutela dei minori nella dimensione digitale nasce da un’esigenza emersa in Commissione Bicamerale infanzia e adolescenza, in cui sono state evidenziate le gravi criticità legate all’uso e all’abuso di internet da parte dei minori» spiega Mennuni. «Durante le indagini conoscitive della Commissione sono emersi infatti dati allarmanti che mostrano quanto un utilizzo incontrollato dei social da parte dei minori sia associato a numerosi problemi comportamentali, disturbi alimentari, dell’umore, del sonno, dell’ansia, situazioni di violenza psicologica, come il cyberbullismo o situazioni di emulazione di atti violenti. Ritengo che in questo ambito sia fondamentale portare avanti contestuali opere di sensibilizzazione, motivo per cui sono stata molto lieta che lo scorso 26 maggio, per iniziativa dei Vicepresidenti della Camera dei deputati, Fabio Rampelli e Anna Ascani, sia stato proiettato alla Camera il terzo episodio di “Adolescence”. Una miniserie Netflix che ha avuto il grande pregio di riuscire a squarciare quel velo sull’esigenza forte di proteggere i minori nella dimensione digitale, contribuendo ad accendere i riflettori su questo problema». Il ddl infatti è tornato all’attenzione di molti grazie agli ultimi casi di cronaca e alla serie di Netflix Adolescence di cui si è ampiamente dibattuto in queste settimane. Proprio per questo il vicepresidenete della Camera Fabio Rampelli ha organizzato un Convegno a Montecitorio per presentare la proposta di legge FdI-Pd e proiettare del terzo episodio della serie Adolescence.«Il disegno di legge sulla protezione dei minori da internet acceleri il suo percorso. Occorre intervenire con urgenza per salvarli dalla schiavitù della rete. E regolamentarne l’accesso in modo rigoroso. La proposta bipartisan a firma Mennuni-Madia sottoscritta da parlamentari di molti gruppi va sostenuta per il suo alto valore culturale» il suo appello cui ha aggiunto: «Torneremo a occuparci di questo tema finché la proposta di legge non sarà approvata. E ricordiamo che aggressività, deficit dell’attenzione, bullismo, sedentarietà, depressione corrono più veloci delle istituzioni».Mennuni a La Verità ha spiegato ancora: «Stiamo constatando con grande soddisfazione quanto lo stesso disegno di legge stia richiamando l’attenzione su questa criticità, diventando al contempo uno strumento di diffusione di consapevolezza tra i ragazzi, le famiglie e l’intera società. Abbiamo accolto con favore il fatto che da quando è stato depositato il disegno di legge, il quale sta attraversando un percorso di negoziazione piuttosto intenso con la Commissione Europea, anche altri Paesi, europei e non, come Francia, Inghilterra e Australia, si stiano tutti muovendo nella stessa direzione, nella consapevolezza che si tratti di un tema che purtroppo accumuna i ragazzi e le ragazze non solo italiani o europei, ma di buona parte del mondo».Sul tema si muove quindi la politica e le istituzioni ma anche la società civile. L’esempio più concreto è quello di Patti digitali. Un’associazione che si sviluppa ormai su tutto il territorio nazionale. Sono più di 6.000 le famiglie che insieme a scuole, oratori, società hanno deciso di impegnarsi per un uso più educativo e ragionevole delle nuove tecnologie. Progetti nati dal basso, dall'ingegno di qualche genitore che non si è rassegnato a regalare al proprio figlio uno smartphone troppo presto, già in prima media, o addirittura a fine elementari. Come dicono gli esperti infatti, dare uno smartphone a un bambino troppo presto equivale a lasciarlo da solo in mezzo alla strada, troppi i pericoli, pochi gli strumenti. Si stringe quindi un vero e proprio patto che, nelle sue linee essenziali si trova sul sito www.pattidigitali.it, ma che poi ogni gruppo può adattare alle sue esigenze.
Sandro Mazzola (Getty Images)
Una foto di scena del fantasy «Snowpiercer» con Chris Evans e Tilda Swinton firmato dal coreano Bong Joon. Nel riquadro una tavola del fumetto