2020-11-20
L’opposizione deraglia sul governissimo. Il Cav: «Niente inciuci ma responsabilità»
Laura Ravetto (S.Granati/Corbis/Getty Images)
Matteo Salvini va all'attacco sulle aperture di Silvio Berlusconi. Tre deputati di Fi passano con la Lega. Fuoco di sbarramento di Luigi Di Maio.Guerra totale tra Lega e Forza Italia. Le aperture di Silvio Berlusconi al dialogo con il governo sulla legge di bilancio, le indiscrezioni che vorrebbero gli azzurri sul punto di concedere l'appoggio esterno al governo giallorosso, le voci che addirittura segnalano il Cav pronto a entrare a far parte dell'esecutivo guidato da Giuseppe Conte, scatenano la furia di Matteo Salvini, che tira in ballo la norma salva Mediaset inserita nel decreto Covid già approvato al Senato e ora in discussione alla Camera, e apre le porte a tre deputati di Forza Italia, che passano alla Lega con tanto di comunicato stampa al veleno: Laura Ravetto, Maurizio Carrara e Federica Zanella: «Viviamo con disagio», scrivono Ravetto, Carrara e Zanella, «le sempre più ampie aperture al governo e gli ammiccamenti con il Partito democratico. Prendiamo atto che Forza Italia ha perso quella forza propulsiva che l'aveva portata ad essere luogo di aggregazione per tutto il centrodestra e riteniamo che quel luogo di aggregazione sia oggi rappresentato dalla Lega di Matteo Salvini. Per tutti questi motivi aderiamo convintamente al gruppo della Lega».Il passaggio dei tre deputati da Forza Italia alla Lega manda in frantumi quel «patto di non annessione» che Salvini aveva stipulato con Berlusconi. «L'appello di Mattarella», dice il leader della Lega a Rtl 102.5, «è alla collaborazione, non all'inciucio o ai rimpasti. Mi sembra che Pd, M5s, Renzi e a leggere anche qualche pezzo di Forza Italia stiano parlando di posti, non di cose da fare. Se date un colpo di telefono a Zingaretti e Renzi vi ringrazio. Se dovreste telefonare anche a Berlusconi? Sì, per la sua ambiguità. Leggo sui giornali», affonda i colpi Salvini, «che si parla di legge elettorale, di equilibri, di rimpasti, non voglio poi pensare a scambi di interessi politici e aziendali perché Mediaset è una grande azienda con 3.500 dipendenti, miliardi di euro di fatturato, va tutelata come tutte le aziende italiane, ma non ha bisogno di aiutini e non voglio pensare che ci siano scambi di interessi e di favori e sono convinto che non sia così».La Lega, dopo aver votato contro l'emendamento in commissione Affari costituzionali al Senato ed essersi astenuta in Aula, ha cofirmato alla Camera una pregiudiziale di costituzionalità al decreto Covid citando esplicitamente la norma che tutela Mediaset dalla possibile scalata ostile dei francesi di Vivendi. Fratelli d'Italia, invece, ha presentato a sua volta una pregiudiziale di costituzionalità, nella quale però, come spiega il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida, «non c'è nulla che possa riguardare nello specifico l'articolo relativo al caso Mediaset-Vivendi, sul quale abbiamo espresso al Senato, e confermiamo alla Camera, il nostro parere favorevole». «È il vecchio divide et impera. Non credo», dice a La7 Giorgia Meloni, «che Berlusconi ci cadrà. Noi abbiamo già votato la norma su Mediaset», aggiunge la Meloni, «e non per Silvio Berlusconi. Più che mai dobbiamo difendere le nostre imprese strategiche».In serata, Berlusconi replica duramente a Salvini: «Forza Italia», scrive Berlusconi in una nota, «non ha alcuna intenzione di partecipare a maggioranze o governi con forze politiche incompatibili, ma sente il profondo dovere di assumersi le responsabilità verso la nazione che derivano dal momento gravissimo che l'Italia sta attraversando, la peggiore crisi sanitaria ed economica dalla fine della seconda guerra mondiale. Questo è il senso della nostra disponibilità a collaborare, nello spirito dei richiami del capo dello Stato a un'unità sostanziale della nazione. I nostri alleati sanno benissimo che senza Forza Italia, e senza le altre forze politiche di centro», aggiunge Berlusconi, «non avremmo un centro-destra, ma una destra isolata in Italia e in Europa, non in grado né di vincere le elezioni, né di governare il Paese, esattamente come avviene in Francia per il Front national. Assumersi responsabilità verso la nazione», precisa Berlusconi, «non ha nulla a che fare con manovre di Palazzo. Solo degli irresponsabili in questa situazione perderebbero tempo in piccole manovre parlamentari. Trovo offensivo non verso di noi, ma verso il Paese che soffre, discutere di questo. Chi alimenta questa discussione forse non si rende conto della gravità dell'ora che stiamo attraversando. Per questo», argomenta l'ex premier, «vorrei che non si parlasse più di queste meschinità e tantomeno di presunti scambi di favori ovviamente impossibili. Forza Italia è unita su questa linea di responsabilità istituzionale e di chiarezza politica da cui chiaramente discende che mai parteciperemo ad un governo con forze politiche per noi totalmente incompatibili».Intanto, Luigi Di Maio fa muro contro l'ipotesi di un ingresso in maggioranza di Forza Italia. Il ministro degli Esteri pubblica su Facebook un vecchio articolo di quando Silvio Berlusconi lo chiamò al telefono e lui si negò, con il commento: «Era così allora, è così oggi». «Quando c'è lealtà istituzionale è un bene», aggiunge Di Maio a Radio 1, «e mi auguro che arrivi la stessa lealtà anche da altre forze dell'opposizione. Io rispetto tutti, ma il M5s e Berlusconi sono due mondi diversi». «È un ultimo appello a Salvini», dice a La Verità un parlamentare di Forza Italia, «Di Maio è ancora nostalgico dell'alleanza con Matteo». Si fa strada l'ipotesi che Renato Brunetta, responsabile economico di Forza Italia, possa assumere il ruolo di relatore di minoranza alla legge di bilancio. Il vertice del centrodestra in programma questa settimana per discutere delle amministrative è stato annullato.