2019-10-12
Erdogan ricatta, Ursula arranca: l’Unione Europea
è un fallimento
Davanti all'attacco del califfo, il Vecchio continente si limita a balbettare condanne di rito. La crisi è anche interna: gli inciuci non riescono a puntellare le istituzioni.Non so se sia di Henry Kissinger o di Mark Eyskens, ex ministro degli Esteri belga. Ma chiunque ne sia il padre, mai come ora la definizione dell'Europa - «gigante economico, nano politico e verme militare» - pare adattarsi al comportamento della Ue. Di fronte all'aggressione armata della Turchia contro i curdi, ossia contro chi con coraggio ha combattuto per conto nostro lo Stato islamico, l'Unione non sa fare altro che voltarsi dall'altra parte, limitando la propria reazione alle dichiarazioni di rito. Sì, Recep Tayyip Erdogan, il sultano di Istanbul, fa schifo, in quanto per recuperare consenso in casa propria non esita a massacrare donne e bambini. Ma ancor più schifo fa l'Europa cristiana che lascia poco cristianamente trucidare i curdi. Quella Ue che si fa vanto di garantire la pace, ma solo quando 7 non lede i propri interessi e i propri affari. Nella storia dell'Europa dei diritti civili già c'è una macchia indelebile, che nessun detersivo e nessuna amnesia potrà mai cancellare. Venticinque anni fa chi oggi manifesta un garantismo peloso nei confronti dei mafiosi condannati al carcere duro lasciò che migliaia di persone fossero condannate a morte in Bosnia, nella guerra fratricida che si scatenò dopo il disfacimento dell'ex Jugoslavia. L'orrore di quei morti ammazzati per la sola ragione che appartenevano a una religione o a un'etnia diversa, però a quanto pare non è bastato a indurre la Ue a un diverso atteggiamento. L'Europa «si costerna, s'indigna e s'impegna, poi getta la spugna con gran dignità». Sì, l'Unione condanna Erdogan, il suo inutile ministero degli Affari esteri, l'italiana Federica Mogherini, manifesta la sua contrarietà, gli omologhi di Luigi Di Maio e lui stesso si dichiarano sdegnati dalla mossa del califfo ottomano, ma poi, in pratica, che cosa fanno per porre fine all'aggressione contro i curdi? Nulla. La strage di civili che tanto scuote le coscienze dei politici europei non è in grado di smuovere non dico un carro armato, ma neppure un'azione politica. Sì, l'Europa si indigna, ma a parole e a rimetterla a posto basta la minaccia di aprire le frontiere ai profughi, facendo in modo che milioni di persone fuggite alla guerra in Siria e ora trattenute con la forza nei campi invadano la Germania e i Paesi vicini.Erdogan, per trattenere questa bomba umana che rischiava di esplodere alle frontiere della Ue, si è fatto pagare profumatamente e l'Europa, quella che ci dà lezione ogni giorno sull'accoglienza degli immigrati, ha versato 6 miliardi affinché il sultano facesse il lavoro sporco di fermare la marea di profughi. Oggi, dopo aver incassato i soldi per trattenere donne e bambini in fuga, il presidente turco si fa beffe della costernazione europea, intimidendo la Ue con poche parole, ossia con la promessa di aprire le frontiere e consentire l'esodo. Il gigante economico (che ormai poi tanto gigante non è) a seguito della minaccia ha lasciato subito posto al verme militare, perché di fronte alla prospettiva di un'ondata migratoria dai caratteri biblici, l'Europa ha subito abbassato le penne. Il rigore teutonico e il gallismo francese riservato ad altri alleati colpevoli solo di non rispettare le regole di bilancio sono stati messi da parte, perché con Erdogan ci sono interessi comuni, oltre che un collegamento nella Nato. Contro il sultano sono state sparate solo poche parole, ma rigorosamente a salve, cioè senza possibilità che ci fossero conseguenze. Così il califfo può continuare la sua avanzata nei villaggi curdi, spargendo terrore e morte, nella speranza di essere ricambiato da un rinnovato orgoglio nazionale che lo riporti ai fasti degli anni scorsi. Certo, Erdogan gioca sporco, ma ancor più sporco gioca l'Europa, che si indigna a corrente alternata e solo quando e con chi le conviene. No, non è un bello spettacolo quello a cui stiamo assistendo: la patria dei diritti civili che lascia massacrare i civili.Manifestavamo prima dubbi sul gigante economico, ma i dubbi li abbiamo anche sul nano politico. Non solo perché la Ue in politica estera non conta nulla e non difende nessuno, ma anche perché la caduta dei candidati commissari voluti da Francia e Germania dimostra che, nonostante gli inciuci, la crisi della classe dirigente che ha guidato la Ue in tutti questi anni è più profonda di quanto si ritenesse. La candidata di Emmanuel Macron, per guidare l'industria e il digitale è stata bocciata senza appello, ma più di tutti è stato bocciato il piccolo Napoleone dell'Eliseo, acerrimo nemico di ogni sovranista. La guerra ai curdi e la sconfitta di Sylvie Goulard in apparenza hanno poco a che fare. Nella sostanza invece rappresentano due aspetti di un identico declino. E, a dirla tutta, due aspetti che appartengono a quel misto di convenienza e vigliaccheria su cui si regge l'architettura europea.
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
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