2019-04-16
Lo spot della Cei: 8 per mille agli immigrati
Dopo 8 anni i vescovi cambiano lo slogan (e le pubblicità tv) per la raccolta di donazioni. I filmati raccontano «un Paese dove per entrare basta essere umani, che offre a italiani e stranieri lo stesso amore». A pagare, però, siamo sempre noi.«C'è un Paese dove per entrare basta essere umani. Un Paese che offre a una giovane mamma immigrata e a una giovane mamma italiana lo stesso identico amore». Sapete che Paese è? Il «Paese dei progetti realizzati» della Conferenza episcopale italiana. In pratica, l'Italia ideale che hanno in mente i vescovi italiani. I quali, tramite un spot televisivo, ci invitano a donare l'8 per mille alla Chiesa cattolica, spiegandoci che una bella fetta di quei denari verrà utilizzata a beneficio dei migranti.visione diversa Matteo Calabresi, responsabile del servizio promozione Cei per il sostegno economico alla Chiesa, ha chiarito l'intento della nuova campagna mediatica. Lo scopo, ha detto a Tv2000, è quello di raccontare «un Paese “diverso" dove non vige l'egoismo. Un Paese solidale, coraggioso e trasparente dove tutti possono avere una seconda possibilità».In Italia, continua Calabresi, «c'è un Paese efficiente, generoso, solidale, a volte creativo e coraggioso. C'è un Paese fatto di persone che si impegnano, dai gesti essenziali, misurate nella comunicazione, ma accoglienti come una famiglia». Il Paese che vede la Cei non è «quello raccontato dai media», non è «un Paese egoista che non pensa all'altro». Insomma: non è il Paese di Matteo Salvini e della Lega, tanto per intendersi. C'è poco da girarci intorno: il messaggio è esattamente questo. In tutti i filmati promozionali che vengono trasmessi in televisione in queste settimane, i migranti dominano la scena. Per esempio, quando si spiega che, grazie ai soldi dell'8 per mille, i volontari «si prendono cura dei deboli», vediamo una ragazza che abbraccia forte una bimba africana.In un altro spot ci viene spiegato che «esiste un Paese in cui uomini e donne camminano insieme» e sotto scorrono prima le immagini di alcuni manifestanti muniti di bandiera della pace, poi scene di vita quotidiana in un villaggio sudamericano.Migranti e italiani, «amati nello stesso modo», posti sullo stesso piano, poiché l'importante è dimostrarsi «accoglienti come una famiglia». Spazio, dunque, all'asilo nido multietnico di Roma «che accoglie 72 bambini di 50 nazionalità, sostenendo 70 famiglie in difficoltà» e al «Centro di accoglienza femminile di secondo livello per donne e minori richiedenti asilo» di Ferrara. Spazio ai «corsi di italiano per stranieri». ai «campi di caffè in aiuto dei piccoli produttori» in Messico, dove «un'associazione difende attraverso avvocati e volontari i diritti spesso calpestati dei più deboli». Spazio alla casa Emmaus in cui «accogliamo bisognosi, sia italiani che stranieri».Se aggiungessero pure qualche immagine di navi Ong che recuperano stranieri dai barconi, potrebbero riciclare gli spot nella prossima raccolta fondi di Luca Casarini per la missione Mediterranea.prima gli altri Il senso politico dell'operazione è abbastanza evidente. Per gli ultimi 8 anni, lo slogan della campagna 8 per mille è stato il celebre «Chiedilo a loro», che mostrava la presenza concreta di sacerdoti, suore e laici sul territorio. Ora, visto che il vento politico è mutato, i vescovi hanno sentito il bisogno di cambiare passo, e hanno sfoderato una serie di pubblicità che più terzomondiste non si potrebbe. A guardale, sembra quasi che i poveri italiani non esistano più.Oddio, non è che ci sia da stupirsi più di tanto. Quali siano le posizioni dei prelati ormai lo sappiamo. Giusto pochi giorni fa, in un'intervista alla Stampa, il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, ha dichiarato: «Per un cattolico è immorale vedere nel migrante un nemico da combattere o da odiare». E ha aggiunto che «negli ultimi tempi si è diffuso un clima di paura, a volte alimentato in modo irresponsabile, che ha contaminato lo spirito pubblico fino a far emergere rigurgiti xenofobi».Visti i toni ruvidi che utilizzano in molte uscite pubbliche, e considerato pure il senso velatamente polemico della nuova campagna di raccolta fondi, verrebbe voglia di ricordare ai vertici della Cei che, in realtà, il Paese accogliente e generoso esiste a prescindere dall'8 per mille. Gli italiani, in questi anni, hanno verso ben più di 10 miliardi di euro a beneficio dell'accoglienza. Soldi di cui hanno goduto anche numerose strutture gestite dalla Caritas (gestite non sempre benissimo, per altro). L'Italia i denari per i migranti li ha sempre sborsati fin troppo allegramente, e l'idea che ora qualcuno venga a chiederne altri facendoci pure la morale è un po' fastidioso. «Esiste un Paese in cui agli immigrati e agli italiani viene dato lo stesso identico amore», ci dice la Cei. Ma pare proprio che l'amore per gli immigrati sia un pochino di più. E, anche se fosse uguale, alla fine a pagare sono sempre gli italiani. Questo aspetto della campagna non cambia mai, chissà perché...
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