2020-09-16
Litigio per la caparra col mobiliere. I rom gli sequestrano i bambini
Arrestati in tre: hanno preso i figli dell'uomo per convincerlo a restituire del denaro. «Un fatto estremamente grave perché denota un atteggiamento di assoluta indifferenza da parte di chi lo ha commesso nei confronti della libertà e della psiche di due ragazzini». Non usa mezzi termini il procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo, nel commentare gli arresti da lui disposti nei confronti di tre persone, due uomini e una donna di etnia rom, che secondo la ricostruzione degli inquirenti si sarebbero resi colpevoli del sequestro di due bambini e di un'aggressione ai danni del padre degli piccoli. «Contesteremo agli indagati il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione», ha spiegato il procuratore di Cosenza. «È un fatto che va stigmatizzato non solo da parte degli inquirenti, ma da tutto il contesto sociale, perché sta ad indicare come queste persone non tengano assolutamente in conto il rispetto degli elementi minimi di vivibilità di questa collettività». E c'è pure «l'indifferenza degli indagati per la psiche di due ragazzini. Si è agito nell'immediatezza in termini assolutamente decisi e la Procura è intervenuta subito sentendo la parte offesa». La donna indiziata, l'estate scorsa aveva contattato un imprenditore del Catanzarese per l'acquisto di arredamenti online ed avrebbe pure pagato una caparra. Ed arriviamo all'incontro dell'altro ieri, fra la donna e il venditore di mobili: i due si sono dati appuntamento a San Lucido, città di mare vicino a Cosenza, per chiarire il motivo della mancata consegna degli arredi. Il commerciante aveva portato con sé i due figli, rispettivamente di 16 e 10 anni, non immaginando l'esito che avrebbe avuto quella giornata. La donna aveva al seguito due uomini, uno dei quali sarebbe un suo congiunto. Ad un certo punto sarebbe scoppiata una discussione per la restituzione della caparra. Il diverbio è degenerato con l'aggressione del mobiliere e con il sequestro dei suoi due figli. L'artigiano prima sarebbe stato picchiato, poi genitore e figli sono stati messi di forza dentro un'automobile e portati a Cosenza. Qui il padre è stato lasciato cadere in strada, mentre i ragazzi sono stati portati via. Fortunatamente, grazie ad un'indagine lampo della Squadra mobile cosentina, i due bambini sono stati ritrovati in una casa, assieme alla donna, poi messa agli arresti. Come sono stati sottoposti agli arresti i due individui complici e protagonisti nei fatti contestati. I ragazzini sono stati sentiti con il supporto degli psicologi e non ci sarebbero particolari criticità da segnalare. «Ma resta il fatto», ha concluso il procuratore Spagnuolo, «di un sequestro come strumento per imporre ad altri le proprie pretese illecite di tipo economico». Sul bruttissimo episodio sono intervenuti alcuni esponenti locali del Movimento 5 stelle: «È inquietante, terribile la vicenda, consumatasi nel Cosentino, del rapimento di due minori e del pestaggio in loro presenza, da quanto si apprende, del padre dei ragazzini, un mobiliere, eseguito da altri adulti allo scopo di ottenere la consegna di arredi ordinati nelle scorse settimane», scrivono in un comunicato stampa i parlamentari calabresi del M5s Francesco Sapia, Bianca Laura Granato, Giuseppe d'Ippolito e Paolo Parentela. «L'episodio indica quanto stiano cadendo, anche per la diffusa carenza di interventi politici in campo pedagogico e sociale, i princìpi dell'antica cultura calabrese», aggiungono i grillini, «secondo la quale i bambini sono sacri e intoccabili».