2023-10-12
Egitto, Emirati, Qatar. L’Italia sempre più nel ruolo di mediatore
Antonio Tajani al Cairo parla col capo della Lega Araba. Giorgia Meloni sente i due Paesi del Golfo. Gli Usa lavorano a un corridoio per i civili.Mentre si avvicina l’intervento di terra nella Striscia di Gaza si moltiplicano le attività diplomatiche per tentare di porre fine al conflitto iniziando da un cessate il fuoco. Tutto questo avviene mentre l’opinione pubblica israeliana è sconvolta dopo che sono state pubblicate le immagini che mostrano i cadaveri dei bambini decapitati nei loro letti e delle vittime arse vive dai jihadisti di Hamas che accanto ai corpi hanno lasciato copie del Corano e le bandiere nere utilizzate anche dall’Isis. Sul piano politico Israele ha ritrovato la coesione dei giorni migliori, tanto che ieri è nato il nuovo governo di emergenza dove ci saranno il premier Benyamin Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant ed il leader del partito centrista Unione Nazionale Benny Gantz. Con loro, in quello che è chiamato «il gabinetto di gestione della guerra», ci saranno anche l’ex capo di stato maggiore Gadi Eisenkot e il ministro degli Affari strategici Ron Dermer. Una sedia resta per il momento vuota ed è quella destinata all’ex premier Yair Lapid che almeno per il momento preferisce restare all’opposizione. Dopo aver ripreso il controllo dei suoi confini, la formazione di un governo di unità nazionale è l’ultimo atto prima dell’intervento militare di terra.Molto attivo in queste ore il nostro Paese con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni in contatto costante con i maggiori partner internazionali e con i principali attori nella regione. Molto importante l’asse stabilito con il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed bin Sultan al-Nahyan, con il quale Meloni ha parlato telefonicamente. Secondo la nota di Palazzo Chigi nel corso dello scambio di vedute «è stata data massima rilevanza alla necessità di lavorare per una rapida de-escalation al fine di evitare un ulteriore allargamento del conflitto e sostenere gli sforzi in corso di mediazione per il rilascio degli ostaggi». Evidente come Meloni abbia stabilito rapporti personali molto forti con gli attori più importanti della regione ed in tal senso va ricordata l’intesa sviluppata con il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed Bin Salman, che da mesi tratta con Israele affinché tra i due Paesi vi sia il rispettivo riconoscimento. Meloni ha avuto una conversazione telefonica anche con l’Emiro del Qatar, Tamim Bin Hamad Al-Thani: entrambi hanno condiviso «la necessità di lavorare per una rapida de-escalation e per sostenere la mediazione finalizzata al rilascio degli ostaggi; la preoccupazione comune è quella di un ulteriore allargamento del conflitto».Intanto il ministro degli Esteri Antonio Tajani è arrivato ieri in Egitto dove sono riuniti i vertici della Lega Araba con l’obiettivo di trovare una soluzione alla crisi. Tajani ha subito incontrato il Segretario generale della Lega Araba Ahmed Abdoul Gheit al Cairo: «Questo incontro è un riconoscimento dato all’Italia, perché ho incontrato il segretario della Lega araba prima della riunione dei ministri degli Esteri. Questo dimostra quanta considerazione c’è dell’Italia come interlocutore, come Paese occidentale che è amico dell’Italia ma che vuole la pace e la de-escalation». Tajani, che ha in agenda incontri con il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi e l’omologo Sameh Shoukry, su X ha reso noto che manca all’appello un terzo cittadino italo-israeliano, Nir Forti: «Purtroppo abbiamo appena appreso, su segnalazione dei genitori, che manca all’appello. Ho appena parlato con la famiglia cui ho garantito massima assistenza». Sempre a proposito di Egitto, secondo al-Arabiya gli egiziani avrebbero proposto «una tregua di 6 ore per portare aiuti umanitari a Gaza», dove da ieri manca completamente l’energia elettrica visto che è stata spenta l’ultima centrale che eroga energia. Detto del protagonismo dell’Italia va registrata la richiesta di Joe Biden a Netanyahu affinché durante l’operazione nella Striscia di Gaza le vittime civili siano il minimo possibile ed in tal senso Nbc News ha che fatto sapere gli Usa «stanno coordinando un piano per offrire un passaggio ai civili fuori Gaza che rischiano di rimanere intrappolati nel conflitto». Ieri ha parlato anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan: «Invitiamo tutte le parti coinvolte ne conflitto alla moderazione. Come Turchia siamo pronti a fare tutto il possibile per porre fine alle ostilità». Ora se c’è qualcuno che è sgradito a Gerusalemme è proprio il fratello musulmano Erdogan che da quando è al potere ospita in Turchia i dirigenti di Hamas (braccio armato della Fratellanza) ai quali ha concesso anche la nazionalità turca senza dimenticare il ruolo a dir poco oscuro di alcune banche turche. Infine, ieri ha parlato anche il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha ribadito il sostegno dell’Europa a Israele: «Il mio messaggio è chiaro. L’Europa sta dalla parte di Israele. L’Europa sta dalla parte del nostro amico e partner. Si è trattato del peggior attacco avvenuto all’interno di Israele dalla creazione dello Stato. E può esserci una sola risposta: l’Europa sta dalla parte di Israele. E sosteniamo pienamente il diritto di Israele a difendersi».