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L'Italia patria dell'aperitivo ora si abbuffa di happy hour

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L'Italia patria dell'aperitivo ora si abbuffa di happy hour
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  • Da Ippocrate al conte Negroni passando per il palazzo di Cnosso e la bottega di un tal signor Carpano. L'aperitivo non è cosa banale, né modaiola: è un pezzo di storia mediterranea e sicuramente un segno dell'italianità. Che ha pure precisissime e rigide regole di galateo.
  • Italia che vai brindisi che trovi. Nel Nord Est è il trionfo del Prosecco e dello Spritz. In Emilia vincono i cocktail con il rum e i liquori. Al Sud imperdibili i rosati.
  • Identikit del bicchiere dei millennials. Se non si condivide sui social non esiste. Fotografarlo e pubblicarlo su Instagram è diventato più importante del bere in compagnia.
  • Ogni bevuta è differente. Come scegliere tra alcolici e analcolici e non perdersi nella «giungla» delle liste dei bar.
  • Il bon ton a tavola. Per il pre cena perfetto servono due regole: cibi piccoli che si possano gustare in un boccone e i cocktail devono essere preparati dal padrone di casa.
  • Ecco la guida dedicata alla Sicilia: dove andare per godersi il vero cibo.

Lo speciale contiene sei articoli e una gallery fotografica.

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«Rep» costretta a ringraziare: «Il governo si è impegnato...»
La sede di Gedi a Torino (Ansa)
Il Cdr: «Pensiero critico a rischio se ci vendono». Matteo Renzi: «Non sono io il mediatore».

Le reazioni isteriche della sinistra lasciano il campo alle mosse istituzionali: ieri la notizia della probabile vendita da parte degli Elkann all’armatore ed editore greco Theodore Kyriakou di tutte le attività del gruppo Gedi, ovvero i quotidiani La Repubblica (ieri in sciopero) e La Stampa, il sito HuffPost.it e le radio, Deejay e Capital, è stata oggetto di incontri tra governo, editori e rappresentanze dei lavoratori. Lo sciopero di Repubblica è stato accompagnato da un comunicato apocalittico del Cdr, in cui si chiamava alla «difesa delle garanzie democratiche fondamentali per l’intero Paese», dato che «in ballo non c’è un semplice marchio, ma la sopravvivenza stessa di un pensiero critico».

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Non Sparate sul Pianista | Riccardo Muti: «Riportiamo le spoglie di Cherubini a Firenze»

Il grande direttore d'orchestra rilancia l'appello alla politica affinché trovi una via diplomatica per convincere la Francia a far tornare nella sua città natale il compositore fiorentino, che ora riposa al cimitero di Père-Lachaise. Il sogno? Dirigere il Requiem del genio toscano nella Basilica di Santa Croce, dove è già pronto il suo cenotafio.

De Benedetti insulta Elkann guardandosi allo specchio: «Rompe tutto ciò che tocca»
Carlo De Benedetti (Ansa)
L’Ingegnere accusa John Elkann di scappare per paura dei giudici e di essere statunitense. Ma pure lui è cittadino svizzero. Ed è arcinoto il legame tra le sue testate e le toghe.

Carlo De Benedetti da Dogliani è come l’aceto. Più invecchia e più è acido. Però l’Ingegnere ormai ha 91 anni, ha una gran memoria (selettiva) e può dire quello che vuole. La vendita di Stampa e Repubblica a dei greci «amici della Meloni» (si sarà confuso con i Colonnelli) lo ha letteralmente scatenato e quindi ha inveito contro John Elkann, sostenendo che «scappa dall’Italia perché ha problemi con la giustizia» e che la fortuna di Rcs Mediagroup e del Corriere della Sera è che il nipote prediletto di Giovanni Agnelli «ha fallito la scalata» (non c’è mai stata, comandavano senza).

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L’Italia va a lavorare contro Landini
Maurizio Landini (Ansa)
  • Il segretario della Cgil urla al regime e sostiene di parlare a nome del Paese reale. Ma non aderiscono allo sciopero generale neppure gli iscritti al sindacato: hanno capito che combatte una battaglia personale. Stavolta in pericolo c’è la sua poltrona.
  • Landini straparla di regime e agita lo sciopero infinito: «Fanno bene ad avere paura, non ci fermeremo». E dopo i silenzi sui tagli Stellantis, va contro Elkann per «Rep».

Lo speciale contiene due articoli.

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