2025-07-11
L’Italia fa progressi sull’ambiente mentre salute e scuola peggiorano
I dati Istat sull’Agenda 2030 mostrano criticità acuite in ambito sanitario e sociale.L’Italia mostra progressi eterogenei verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030. È quanto emerge dal Rapporto Istat 2024, che fotografa l’andamento di 354 indicatori riferiti ai 17 obiettivi Onu.Il quadro aggiornato mostra un paradosso evidente: da un lato, segnali netti di miglioramento su clima, energia e produzione sostenibile; dall’altro, criticità che si acuiscono in ambito sanitario e sociale. L’analisi evidenzia che, nell’ultimo anno, oltre il 50% delle misure complessive ha mostrato un andamento positivo. Tuttavia, più di una misura su quattro risulta in peggioramento nel breve periodo, e oltre il 20% è stabile sia nel breve che nel lungo termine. I punti che registrano progressi più significativi sono quelli relativi a energia pulita e accessibile, lotta al cambiamento climatico, parità di genere, partnership per gli obiettivi e pace, giustizia e istituzioni solide. Per questi ambiti, la quota di misure in miglioramento è elevata. Sul fronte ambientale, i dati sono particolarmente incoraggianti: le emissioni di CO2 per unità di valore aggiunto sono diminuite dell’8% tra il 2022 e il 2023, mentre cresce la quota di imprese che adottano innovazioni a impatto ambientale positivo, passata dal 37% del 2020 al 40,1% nel 2022. Migliora anche la qualità dell’aria: nel 2023 si è ridotta la percentuale di comuni con concentrazioni di Pm 2.5 superiori ai limiti normativi, così come i giorni di superamento dei limiti per l’ozono. Le morti premature attribuibili al Pm 2.5 si sono ridotte del 25% tra il 2011 e il 2022.L’Istat sottolinea che, nel lungo periodo, in 14 punti su 17 almeno il 50% delle misure registra un miglioramento. Nonostante questo quadro complessivamente positivo, si conferma una situazione di scarsa dinamicità negli obiettivi legati alla vita sulla Terra e all’acqua pulita, in parte attribuibile ai tempi lunghi dei fenomeni ambientali. Questi due ambiti mostrano infatti un’elevata percentuale di indicatori stabili, ma non in peggioramento.In controtendenza, si evidenziano criticità in ambiti fondamentali per il benessere della popolazione. Il punto dedicato alla salute registra una quota del 40% di misure in peggioramento. Analogo andamento per l’istruzione di qualità, dove, nonostante una performance positiva nell’ultimo anno, oltre quattro misure su dieci risultano in calo nel confronto su base decennale.Le analisi territoriali mostrano una geografia articolata del progresso. Abruzzo e Sicilia si distinguono per una quota di misure in miglioramento superiore alla media nazionale; in Abruzzo si segnala anche una bassa incidenza di misure in peggioramento. Performance positive anche in Liguria e Basilicata. Nel lungo periodo, Emilia-Romagna, Umbria, Marche e Puglia registrano i migliori risultati per quota di indicatori in crescita. Secondo l’Istat, il posizionamento delle regioni è stato calcolato su 183 misure, rapportate al valore nazionale e valutate in base alla loro distanza dalla media, considerando la direzione favorevole o sfavorevole rispetto ai target 2030. Per ogni regione è stata determinata la quota di indicatori «migliori della media», «prossimi alla media» e «peggiori della media».Nel confronto europeo, l’Italia mostra una buona posizione negli ambiti legati alle persone e al Pianeta, con una quota superiore alla media Ue di indicatori favorevoli. Il nostro Paese, insieme alla Francia, occupa la prima posizione in cinque indicatori su 14 nell’area persone, mentre la Spagna eccelle sul Pianeta e la Germania sulla prosperità.
Alessandro Benetton (Imagoeconomica)