2019-11-18
        L’Italia è sommersa, l’Ilva chiude ma Zingaretti pensa allo ius soli
    
 
Il capo pd rilancia la cittadinanza agli stranieri. Luigi Di Maio reagisce: «Sono sconcertato».Venezia è allagata; in Alto Adige ci sono migliaia di persone rimaste senza corrente a causa del maltempo; il Sud, dalla Puglia alla Basilicata, è sott'acqua; con l'addio di Arcelor Mittal all'Ilva rischiamo di perdere l'1,4% del Pil nazionale. E indovinate di che cosa si preoccupa il segretario del Pd, Nicola Zingaretti? Ma è ovvio: dello ius soli e dello ius culturae. L'ennesima manifestazione della monomania dem è arrivata ieri, durante la convention bolognese, in cui il Partito democratico ha varato il nuovo statuto. Tre le «novità» (si fa per dire), come ha sottolineato Stefano Vaccari, della segreteria nazionale, c'è che da adesso in poi il Pd sarà «un partito chiaramente antifascista». E così, mentre l'assemblea discuteva di temi tanto attuali, Zingaretti ha voluto rilanciare un evergreen: «Chiederemo con i gruppi parlamentari che si mettano in agenda lo ius culturae e lo ius soli come scelta di campo del Pd». Non c'è che dire: la bandiera del principale partito progressista italiano non è restituire potere d'acquisto ai connazionali, evitare che vadano in pensione quando sono decrepiti (anzi, i già pensionati vengono umiliati con la mancetta da 50 centesimi al mese), salvare aziende strategiche e il loro indotto. No, la priorità è regalare la cittadinanza automatica agli immigrati. Ovvero il voto, perché di questo alla fine si tratta. Come si suol dire, gli stranieri fanno i lavori che gli italiani non gradiscono più. Votare per il Pd è uno di quelli, si augura chi ha fretta d'iscriverli alle liste elettorali. D'altro canto, quella di Zingaretti non è certo una voce nel deserto.Proprio nei giorni in cui la città delle gondole veniva invasa da un metro e 80 di Laguna, Matteo Orfini twittava i suoi ordini del giorno in vista dell'assemblea dem a Bologna. Tra essi spiccava lo ius culturae. Perciò, il parlamentare romano, ieri sera, ha festeggiato sulla sua pagina social: «L'assemblea del Pd accoglie i nostri ordini del giorno», inclusa l'abrogazione dei decreti Sicurezza (contestati in mattinata da Maurizio Martina). Agli alleati di governo 5 stelle, però, non è piaciuto che i dem si siano incartati in una surreale apologia della cittadinanza urbi et orbi. Durissima la reazione del ministro degli Esteri e capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, in tour in Campania: «Si parla di ius soli», ha tuonato, «mentre c'è il maltempo che flagella l'Italia e il futuro di 11.000 lavoratori a Taranto. Sono sconcertato. Non siamo al governo per lanciare slogan o fare campagna elettorale». Poco prima, dai vertici del M5s era trapelato un comunicato dai toni simili: «C'è mezzo Paese sott'acqua e uno pensa allo ius soli? Siamo sconcertati. Preoccupiamoci delle famiglie in difficoltà, del lavoro, delle imprese». Caustica la reazione di Andrea Orlando, vicesegretario del Pd: «A molti esponenti dei 5 stelle sembrerà impossibile, ma noi riusciamo a pensare anche due cose nella stessa giornata». Difficile capire come possano restare insieme - e per di più, «per il bene del Paese», come ci ripetono - due forze politiche che provano l'una per l'altra totale disistima, al punto che i dem danno ai grillini praticamente dei ritardati. Giallorossi? Più che altro, giallorotti.L'uscita di Zingaretti, com'era prevedibile, ha infastidito anche Matteo Salvini. Su Twitter, il numero uno della Lega ha promesso: «Siamo pronti a dare battaglia, dentro e fuori dal Parlamento, per fermare lo ius soli ed evitare che si cambino i decreti sicurezza». Pure Giorgia Meloni ha annunciato «barricate» in Aula. Intanto, agli esponenti dem farebbe bene una passeggiata senza ombrello. Magari, con un po' d'acqua fredda sul viso, torneranno finalmente al mondo reale.
Siska De Ruysscher @Instagram
        (Esercito Italiano)
    
Si è conclusa nei giorni scorsi in Slovenia l’esercitazione internazionale «Triglav Star 2025», che per circa tre settimane ha visto impegnato un plotone del 5° Reggimento Alpini al fianco di unità spagnole, slovene e ungheresi.
L'esercitazione si è articolata in due moduli: il primo dedicato alla mobilità in ambiente montano, finalizzato ad affinare le capacità tecniche di movimento su terreni impervi e difficilmente accessibili; il secondo focalizzato sulla condotta di operazioni offensive tra unità contrapposte. L’area delle esercitazioni ha compreso l’altopiano della Jelovica, nella regione di Gorenjska, e il massiccio del Ratitovec, tra i 900 e i 1.700 metri di altitudine.
La «Triglav Star 2025» è culminata in un’esercitazione continuativa durata 72 ore, durante la quale i militari hanno affrontato condizioni meteorologiche avverse – con terreno innevato e fangoso e intense raffiche di vento in quota. Nella fase finale, il plotone italiano è stato integrato in un complesso minore multinazionale a guida spagnola. La partecipazione di numerosi Paesi dell’Alleanza Atlantica ha rappresentato un’importante occasione di confronto, favorendo lo scambio di esperienze e competenze.
La «Triglav Star 2025» si è rivelata ottima occasione di crescita, contribuendo in modo significativo a rafforzare l’integrazione e l’interoperabilità tra le forze armate dei Paesi partecipanti.
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        Richard Gere con il direttore di Open Arms Oscar Camps (Getty Images)