2019-02-04
Limousine per tutti e 4 milioni in caffè. I palazzi dell’Europa costano un miliardo
Tra affitti degli immobili, budget di gestione particolari e servizi ad hoc, le sedi Ue ci presentano un conto senza zucchero.Non c'è che dire, gli euroburocrati sono abituati a trattarsi bene. Gli inquilini degli oltre 150 palazzi dell'Unione europea sparsi tra Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo non si fanno mancare proprio nulla. E il conto è salatissimo: complessivamente, il costo dell'immenso apparato immobiliare dell'Ue sfiora ogni anno il miliardo di euro. Basta spulciare il portale delle gare d'appalto relative alle strutture occupate dalle istituzioni continentali, per trovare traccia dei 400.000 euro stanziati per il noleggio di una limousine blindata da utilizzare per generiche «necessità della Commissione». Più avanti ci imbattiamo nei 2,9 milioni messi a disposizione per gli spostamenti in auto private con autista (dei quali 2,1 con limousine e 800.000 euro per taxi), e nei 7,2 milioni per comprare biglietti e abbonamenti dei mezzi pubblici. Ma non mancano nemmeno i comfort in ufficio. Ecco dunque spuntare dal cilindro 4,2 milioni per la fornitura di caffè (di cui 3,2 per l'acquisto e il noleggio di macchinette), e 970.000 euro per i distributori di acqua refrigerata. Occorre poi approvvigionare ristoranti e bar per non lasciare i funzionari a pancia vuota. Un bando pubblicato nel 2017 che riguarda l'acquisto di alimenti, ad esempio, prevede una spesa di 1,3 milioni di euro per l'acquisto di generi alimentari. Sul totale, 250.000 euro sono destinati a dolci e biscotti, 350.000 a latticini e formaggi e 200.000 alle bevande. Nel 2015, invece, si è aperta una gara da 2,1 milioni di euro per l'acquisto di alimenti freschi e congelati. Per una buona cucina servono fornelli di qualità. Per questo motivo, nel 2016, si è autorizzato lo stanziamento di 6 milioni di euro per l'acquisto, l'installazione e la manutenzione di cucine professionali nelle varie sedi europee. Troviamo dunque 7,2 milioni per la pulizia dei vetri, 16,7 milioni per la fornitura di stampanti e fotocopiatrici, e 8 milioni per la raccolta, il trasporto e la consegna della posta. Un elenco lunghissimo, che solleva più di una perplessità. È il caso, ad esempio, dei 600.000 euro previsti per la sostituzione delle caldaie del palazzo di Rue de la Loi a Bruxelles, oppure degli 1,8 milioni per piazzare tende e veneziane. Ma fa sorridere anche l'assegno da 80.000 euro staccato per l'acquisto di vino e birra in Lussemburgo. A conti fatti, il libro mastro dell'Unione europea finisce per risultare talmente voluminoso da far sfigurare la corte del Re Sole. Per mantenere il suo patrimonio immobiliare la spesa complessiva, dicevamo, sfiora il miliardo: nel 2018 è stata di 928 milioni, per l'anno appena iniziato gli importi a budget salgono a 933 milioni. Quasi il 60% del totale (592 milioni) è dato dalle spese immobiliari pure (canoni di affitto o leasing, transazioni per acquisti immobili, spese di ristrutturazione, etc.), mentre il restante 40% (342 milioni) viene impiegato per manutenzione, pulizia, sicurezza, costi energetici e polizze assicurative. L'istituzione più costosa è la Commissione europea (510 milioni, di cui 359 per affitto e acquisti): Jean-Claude Juncker e soci assorbono da soli ben il 54% del budget totale. Seguono il Parlamento europeo (225,4 milioni), la Corte di giustizia (65 milioni), il Consiglio europeo (56 milioni) e il Servizio europeo di azione esterna (32 milioni). Nota bene: dal totale sono esclusi i costi sostenuti per le delegazioni estere dell'Ue.Nel 2018, la pulizia degli spazi del Parlamento è costata 57,4 milioni, la sorveglianza 18,7 milioni, mentre i consumi energetici sono stati pari a 15,8 milioni. Anche il Consiglio non scherza, con i suoi 19 milioni per la pulizia, i 18 milioni per la sicurezza e i quasi 5 milioni per acqua, gas ed elettricità. Un capitolo a parte lo merita la Commissione europea, vera istituzione succhiasoldi. Sfortunatamente (sarà un caso?) la divisione dei capitoli di spesa non rispetta la stessa nomenclatura di quella delle altre istituzioni, perciò paragonare le spese con gli altri enti risulta difficile. Ma forniamo qualche cifra tanto per dare l'idea dell'ordine di grandezza. Tra Bruxelles e Lussemburgo, la spesa immobiliare «pura» è di circa 352 milioni, mentre colpisce il capitolo legato alla sicurezza e alla sorveglianza, che richiede ben 42 milioni di euro. Le altre spese non meglio specificate, infine, superano i 110 milioni di euro.Solo a Bruxelles, la Commissione occupa 52 edifici a uso ufficio (28 di proprietà e 24 in affitto), e altri 19 per scopi diversi. Nell'ultimo documento sulle policy edilizie pubblicato a maggio, è stata annunciata la ristrutturazione di 7 edifici della capitale belga. Naturalmente, tutto ciò rappresenta un costo che andrà a pesare sui prossimi bilanci del settore immobiliare. Da qui al 2025, il piano di sistemazione di questi uffici peserà in tutto 73 milioni di euro circa. Come se non bastasse, per sostituire il precedente edificio contaminato dall'amianto qualche mese fa, in Lussemburgo, è stata posata la prima pietra per la costruzione del palazzo «Jean Monnet 2» (Jmo2). La storia del Jmo2 inizia nel lontano 2009, con la firma dell'accordo tra il Granducato, il Kirchberg Fund e la Commissione europea. Solo nel 2017 il via libera ai lavori, partiti ufficialmente il 4 giugno scorso alla presenza di Günther Oettinger (commissario al Bilancio) e del primo ministro lussemburghese Xavier Bettel. Nei piani della Commissione, con i suoi 190.000 metri quadri, il Jmo2 raggrupperà quasi tutti gli uffici sparsi per il Lussemburgo. L'edificio sarà dotato di una torre di 24 piani per un'altezza di 90 metri, e non mancheranno una mensa con 2.400 coperti, una caffetteria e un ristorante. Nel 2016, a seguito degli attacchi terroristici occorsi in alcune città europee, il dipartimento Risorse umane e sicurezza ha imposto delle modifiche al progetto originario che hanno comportato impatti significativi sui costi. Secondo quanto si apprende dai documenti ufficiali, nel periodo 2023-2026, Bruxelles ha previsto di spendere per il Jmo2 la bellezza di 82 milioni di euro.Forse invidiosi del nuovo stabile dei «cugini» della Commissione, dal Parlamento hanno visto bene di autorizzare, sempre in Lussemburgo, la costruzione del «Konrad Adenauer 2» (Kad2). Questo stabile sorgerà intorno al già esistente Kad1 (65.000 metri quadrati), risultandone perciò un enorme ampliamento. Sommando la superficie della nuova ala est (160.000 metri quadrati) e di quella ovest (30.000 metri quadrati), la nuova area risulterà quattro volte più grande di quella originaria. L'edificio, che accoglierà oltre 3.000 dipendenti, è stato progettato seguendo i più avanzati canoni di risparmio energetico. Tutto ciò, ovviamente, avrà un costo: le stime ufficiali parlano di cifre che vanno dai 410 ai 430 milioni di euro.Per finire, due ciliegine sulla torta. La prima è rappresentata dai costi sostenuti per le sedi delle delegazioni europee, che abbiamo deciso di escludere dal computo totale ma che pesano in ogni caso sul budget dell'Eeas. Delle spese del servizio diplomatico dell'Ue ci siamo occupati diffusamente la scorsa settimana, ma basti sapere che solo per l'affitto dei locali ogni anno si spendono 55,1 milioni di euro. Nella classifica delle ambasciate più costose troviamo quella dell'Iraq (4,5 milioni annui), seguita dall'Afghanistan (3,3 milioni) e dalla Russia (2,3 milioni). Le due sedi negli Stati Uniti (Washington e New York) costano, invece, 4 milioni l'anno.Ultima, ma non meno importante, l'Autorità bancaria europea (Eba), l'ente che si occupa di vigilare sul sistema bancario continentale anche tramite l'esecuzione dei periodici «stress test» sugli istituti di credito di maggiori dimensioni. Nel 2011 erano due gatti (48 dipendenti), ma con il passare del tempo il personale è quintuplicato, arrivando a 250 impiegati nel 2018 (in previsione saranno circa 280 nel 2021). La sede attuale è a Londra ma, considerata l'imminenza della Brexit, all'Eba si sono chiesti: perché non regalarci una nuova sede ancora più grande a Parigi? Così, nel giugno del 2018, il board ha suggerito il trasloco negli uffici della Torre Europlaza a Courbevoie, a pochi chilometri dalla capitale francese. Costo della nuova sede, circa 3,3 milioni l'anno (2,4 solo d'affitto). Certo, precisa la Commissione, il trasferimento «avrà incidenze sul bilancio soprattutto in considerazione dei costi relativi alla risoluzione anticipata, conseguente al recesso del Regno Unito dall'Unione, dell'attuale contratto di locazione a Londra, dei costi relativi al trasloco vero e proprio e dei costi relativi all'insediamento nei nuovi locali a Parigi». Ma tanto che problema c'è? Si è capito che quando si tratta dell'Unione europea paga sempre Pantalone.
Ursula von der Leyen e Iratxe García Pérez (Ansa)