2025-01-10
«Per la liberazione di Cecilia Sala una triangolazione con Usa e Iran»
Giorgia Meloni: «Chiamare sua mamma è stata l’emozione più grande in questi due anni». Sull’addio di Elisabetta Belloni al Dis: «È arrivato prima di Natale, non c’entra». Da Mohammed Abedini Najafabadi nuova istanza per i domiciliari con braccialetto.«È stata una bella giornata per l’Italia intera, per il sistema Italia per le tante persone che ci hanno lavorato, una bella giornata per me e vi farò una confessione: tra le molte cose che accadono quando si ricopre un incarico complesso come il mio posso dirvi che non ho provato un’emozione più grande in questi anni rispetto a quando ho detto alla madre di Cecilia che sua figlia tornava a casa. Voglio condividere con voi questo e ringraziare i tanti che hanno permesso che questo accadesse». La conferenza stampa di ieri è cominciata con le parole del premier Giorgia Meloni rispondendo a una domanda della Adnkronos sulla liberazione di Cecilia Sala. «È stata l’emozione più grande di questi due anni», ha raccontato riferendosi alla telefonata fatta alla madre della giornalista nella quale ha annunciato il rientro in Italia. «È stato un lavoro complesso, non c’è stato un momento di svolta, sono stati messi insieme una serie di tasselli», ha affermato il premier. La Meloni ha poi sottolineato che non c’è stato un momento di svolta «perché la questione è stata seguita dall’inizio, c’è stato un lavoro di triangolazione diplomatica con Iran e Usa. Le interlocuzioni con l’Iran sono di natura diplomatica e di intelligence, il governo è tenuto alla riservatezza in questi casi. Il sottosegretario Mantovano è già stato al Copasir qualche giorno fa ed è pronto a tornare nel caso venisse richiesta un’ulteriore audizione, ricordiamo che in Iran attualmente sono presenti altri 500 italiani e bisogna essere molto cauti nel muoversi». In conferenza stampa, incalzata da una raffica di domande su Elon Musk, la Meloni ha inoltre smentito che il patron di Tesla e di X abbia avuto un ruolo nella liberazione della Sala: «Se ha avuto un ruolo, io non ne ho notizia». Secondo quanto riportato nei giorni scorsi da un articolo del Post, la madre della Sala avrebbe ringraziato Musk attribuendogli così un ruolo negli eventi. Quanto alle dimissioni di Elisabetta Belloni dalla guida del Dis, il premier ha sottolineato che le «ha consegnate prima di Natale», puntualizzando che «le vicende di questi giorni» dal caso di Cecilia Sala a Spacex «non c’entrano assolutamente niente». Le domande hanno riguardato anche la possibile estradizione dell’ingegnere iraniano Mohammed Abedini Najafabadi, l’uomo dei droni arrestato il 16 dicembre a Malpensa su richiesta di Washington (dunque tre giorni prima del fermo della Sala a Teheran). «Il caso», ha detto il presidente del Consiglio, «è al vaglio tecnico e politico del ministero della Giustizia seguendo il trattato con gli Usa, è una vicenda che bisogna continuare a discutere con gli amici americani. Avrei voluto parlarne con Biden, che ha dovuto annullare il viaggio per gli incendi in California e a cui mandiamo la nostra solidarietà. Le interlocuzioni ci sono e ci saranno: il lavoro ancora complesso non è terminato e penso si debba discutere nei dettagli nelle sedi competenti».Nel frattempo Alfredo De Francesco, che è l’avvocato di Abedini - detenuto nel carcere di Opera - ha presentato alla Corte d’appello la richiesta di arresti domiciliari con il braccialetto in un appartamento di Milano diverso da quello proposto in precedenza. Il ritocco della richiesta è arrivato dopo il parere negativo del procuratore generale di Milano Francesca Nanni all’istanza depositata a fine anno ritenendo non ci siano le condizioni per tutelare il pericolo di fuga anche perché, tra l’altro, non contemplava il braccialetto elettronico. Se la Corte dovesse concedere i domiciliari, il legale di Abedini ha messo a disposizione un appartamento privato da lui preso in affitto a Milano in alternativa al primo che era stato indicato, di pertinenza del consolato iraniano. Nell’atto giunto ai magistrati in attesa della prima udienza del 15 gennaio il legale garantisce che l’approvvigionamento di viveri avverrebbe senza l’intermediazione di personale diplomatico di Teheran in Italia e attraverso persone di fiducia. Fino a ieri pomeriggio alla Corte d’appello non è arrivata alcuna richiesta del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, di revoca della custodia cautelare in carcere dopo la liberazione della Sala. Richiesta che sarebbe tassativa e vincolante per i magistrati e provocherebbe l’estinzione del procedimento di estradizione negli Stati Uniti da parte dell’Italia. Stamattina l’avvocato De Francesco visiterà nuovamente nel carcere il suo assistito ed è possibile che con lui ci sia anche l’ambasciatore iraniano Mohammad Reza Sabouri. Verrà inoltre trasmessa in Procura, a Roma, una informativa con il verbale di audizione di Cecilia Sala, sentita mercoledì a Ciampino dai carabinieri del Ros. Quando l’incartamento sarà a disposizione dei pm di piazzale Clodio si valuterà una eventuale apertura di un fascicolo di indagine in base a quanto contenuto nell’informativa. A oggi non c’è alcun fascicolo a Roma in relazione alla vicenda dell’arresto della giornalista.