2023-06-18
Per ripulire il covo dei clandestiniè servito il rapimento di una bimba
Gli occupanti con i loro bagagli vengono fatti salire sui pulmini durante le operazioni di sgombero dell'ex hotel Astor, lo stabile occupato in via Maragliano a Firenze da dove sabato scorso è scomparsa la piccola Kata, la bambina peruviana di 5 anni che nel palazzo abita con la famiglia (Ansa)
Erano mesi che segnalavamo la pericolosità di quell’edificio occupato. Ma sindaco, polizia e pm non si sono mossi fino alla sparizione di Kata. Di situazioni così ce ne sono a decine in Italia: aspettiamo altre tragedie.Ci voleva questo? Ci voleva la scomparsa di una bambina di 5 anni per sgomberare un palazzo occupato? Ci voleva un simile dramma per fare quello che bisognerebbe fare sempre, e dappertutto? Ci voleva la sofferenza di una piccola, l’angoscia di una famiglia, l’ansia di un Paese? Ci volevano le dirette televisive, i fari delle telecamere, gli inviati dei giornali per far rispettare le regole che dovrebbero essere rispettate sempre? Per mettere un freno, almeno qui, almeno ora, al dilagare dell’illegalità e al trionfo del racket? E perché non lo si è fatto prima? E perché non lo si fa subito anche negli altri palazzi occupati? Bisogna sempre aspettare una tragedia? Non si potrebbe provare a prevenirla? E non ci si rende conto che per prevenire le tragedie, la primE magari farle rispettare agli altri? Non lasciare cioè che interi pezzi delle nostre città diventino fortini di delinquenti e criminali con la compiacenza delle pubbliche autorità? La notizia dello sgombero dell’ex hotel Astor di Firenze, l’edificio occupato dal quale una settimana fa è scomparsa Kata, 5 anni, fa esclamare: finalmente. E insieme fa montare una rabbia difficile da trattenere: da anni andiamo dicendo, e denunciando, che i palazzi occupati devono essere sgomberati perché tollerare questo degrado non vuol dire aiutare i disperati o i poveracci, ma vuol dire soltanto aiutare il racket e la malavita. Ma le istituzioni chiudono gli occhi. Non solo a Firenze, dove ci sono almeno altri dieci palazzi nella stessa situazione. Ma anche nel resto d’Italia. A Milano, a Torino, a Roma, dove il fenomeno è particolarmente diffuso e per tutta risposta l’assessore del Comune Tobia Zevi, anziché usare il pugno duro come dovrebbe, tratta con i leader dei palazzi occupati per scrivere insieme a loro il Piano casa. «Non è realistico pensare di sgomberare dall’oggi al domani quei palazzi», mi ha detto una volta Zevi. E perché non è realistico? Probabilmente pensavano la stessa cosa a Firenze. Poi ieri però il palazzo l’hanno sgomberato. Dall’oggi al domani. È diventato realistico. Un po’ tardi, purtroppo. Nel frattempo, infatti, è scomparsa una bambina di 5 anni. Bisogna aspettare una tragedia in ogni palazzo per vederli sgomberati? Per vedere ripristinare un filo di legalità? Di rispetto delle regole? Non era difficile sapere quello che succedeva all’ex hotel Astor. L’albergo ha chiuso nel 2020, causa pandemia. Era stabilmente occupato da quasi nove mesi. Ed era gestito dal racket: 1200 euro per entrare in una camera con bagno, 800 euro per una camera senza bagno. Lì dentro succedeva di tutto: spaccio, risse, spari, violenze, refurtiva rubata, principi di incendi, gente che volava dalle finestre. Lo sapevano tutti. A inizio aprile un servizio di Fuori dal Coro aveva denunciato la situazione. L’inviata Carlotta Dessì aveva avuto un incontro-scontro con Lidia, che ora tutte le cronache dei quotidiani indicano come la «capa» del palazzo occupato, quella che gestisce le stanze e allontana chiunque voglia entrare nell’edificio senza pagare. Perché se Lidia l’abbiamo trovata noi, non l’hanno trovata anche le forze dell’ordine? Perché dopo quel servizio la Procura non si è mossa? Perché il Comune ha fatto finta di niente? Se si fossero mossi forse oggi Kata giocherebbe tranquilla con i suoi amici e abbraccerebbe la sua mamma, invece di piangere spaventata in qualche anfratto buio. O forse peggio. Possibile che a nessuno venga un rimorso? Possibile che a nessuno venga il dubbio che bisogna intervenire subito anche sugli altri palazzi occupati? Prima che si ripetano altre tragedie? E senza rimpalli di responsabilità (Comune, governo, partiti, siete sciacalli, no gli sciacalli siete voi, etc)? Senza scuse e senza scaricabarili? Che Stato è quello che si arrende di fronte all’illegalità? E davvero c’è qualcuno che pensa che con l’illegalità si possa aiutare il diritto (sacrosanto) alla casa? Davvero c’è qualcuno che pensa che lasciando mano libera ai racket si aiutano le persone più povere e più bisognose? Perché alla fine il punto è questo: si chiude un occhio sui palazzi occupati perché si dice che tutti hanno diritto a un tetto. Sicuro: tutti hanno diritto a un tetto. Ma chi ha davvero bisogno deve essere aiutato nel rispetto delle regole. Tollerare le occupazioni abusive significa soltanto favorire il racket. E laddove c’è il racket non si tutelano i deboli. Al contrario si tutelano i prepotenti, i violenti, i criminali, i delinquenti. E i rapitori di bambini. Ora che è evidente a tutti, potremmo agire di conseguenza? E sgomberare subito, da domani, tutti gli altri palazzi occupati?
Nicolas Sarkozy e Carla Bruni (Getty Images)