2024-04-12
L’Europa vuole prendersi i lidi italiani di pregio: da Mondello alla Versilia
La mappatura delle spiagge fatta dal governo sarà rigettata perché è quantitativa. A Bruxelles chiedono la lista qualitativa.Forse una parte dei gestori dei lidi che ieri a Roma ha dato luogo a una protesta in stile balneare ha sbagliato indirizzo. Più che a Palazzo Chigi le insidie si celano a palazzo Berlaymont a Bruxelles dove l’Unione europea si prepara a un esproprio delle spiagge più belle, ricche e appetibili d’Italia. C’è un documento che lo prova: non vogliono la mappatura quantitativa delle spiagge a quella qualitativa. A Bruxelles interessano Viareggio e Rimini, Lignano e Mondello non tutte le spiagge. Erano in cinquemila ieri in piazza Santi Apostoli. Evidentemente il tavolo che si è protratto fino a tarda ora mercoledì a palazzo Chigi non ha soddisfatto il Sib-Confcommercio e la Fiba-Confesercenti. Antonio Capacchione, leader del Sib, vuole un confronto diretto con Giorgia Meloni - che per ora tace - e chiede una legge subito per mettere a posto il settore lamentando un’inerzia del governo. Maurizio Rustignoli di Fiba che ha organizzato la protesta lamenta: «le aste sono partite, è un caos totale, serve una legge subito e agire è un onere del governo centrale, non può sfuggire dalle proprie responsabilità». C’è invece un altro pezzo di mondo balneare che lavora a cercare una soluzione. È Assobalneari (aderente a Confindustria) guidata da Fabrizio Licordari e Base Balneare- Donnebalneari guidata da Bettina Bolla che ieri hanno organizzato un doppio appuntamento; una conferenza a stampa con tutti i deputati e senatori del centrodestra - da Maurizio Gasparri a Barbara Bergamini, da Elisa Montemagni a Carlo Fidanza - per ribadire che il lavoro fatto con la mappatura degli arenili che ha confermato che la risorsa non è scarsa e dunque la Bolkestein non si applica, è un punto fermo e irrinunciabile; un’iniziativa a Bruxelles per capire che intenzioni hanno Commissione ed eurocrati. E lì c’è la sorpresa. Nelle stanze di Bruxelles circola un documento in cui si dice che la mappatura fatta dall’Italia sarà rigettata perché è quantitativa. A Bruxelles vogliono invece la mappatura qualitativa. Che significa misurare la densità di licenze solo nelle aree di pregio: Versilia, Romagna, Liguria, Veneto e Friuli, Sicilia e la Sardegna. Insomma là dove si concentra la maggiore offerta turistica. A Bruxelles non vogliono difendere il libero mercato, ma vogliono obbligare l’Italia a mettere a gara i pezzi pregiati. Negano la sentenza della Corte di giustizia europea che ha detto chiaramente: ogni paese è libero di misurare la risorsa come vuole e applicare la Bolkestein secondo il proprio intendimento. E si capisce perché tanto interesse per le spiagge italiane. La verità - come hanno dimostrato le prime aste di Jesolo che hanno assegnato 5 lidi prima gestiti da 5 famiglie a un solo gruppo finanziario - è che a cercare un posto al sole non il libero mercato, ma il grande capitale. L’Italia - come hanno sottolineato tanto Fabrizio Licordari quanto Bettina Bolla - per la prima volta ha fatto muro a Bruxelles con tutto il governo e la mappatura offerta alla Commissione è una corretta strategia di difesa.
Roberto Cingolani, ad e direttore generale di Leonardo (Imagoeconomica)
Ecco #DimmiLaVerità del 20 novembre 2025. Con la nostra Flaminia Camilletti riflettiamo sul fatto che Francesco Saverio Garofani dovrebbe dimettersi dopo lo scandalo del Quirinale.
Il caso Garofani non si sgonfia, anzi esplode. Belpietro ricostruisce come la notizia sia stata verificata e confermata dallo stesso consigliere del Quirinale, mentre parte della stampa tenta di minimizzare e attaccare chi l’ha pubblicata. Padellaro, da sinistra, lo riconosce: è una notizia vera e grave. E allora la domanda resta una: com’è possibile che un uomo così vicino al Colle parli apertamente di scossoni politici e listoni anti-Meloni?
La sede olandese di Nexperia (Getty Images)