Non ostile alle benedizioni gay, comprese le obiezioni dei vescovi africani e si oppose ai corsi Lgbt a scuola. Bergogliano sulla comunione ai divorziati, contrario alle divisioni ideologiche. Come dimostra il suo motto.Chi è papa Leone XIV? Come la pensa in materia di dottrina? Per un cattolico, è l’argomento più importante. Ben più delle preferenze politiche del pontefice. In fondo, la frattura tra progressisti e conservatori nella Chiesa si è consumata su questo: i dubia dei cardinali tradizionalisti riguardavano l’Eucaristia ai divorziati risposati; la levata di scudi contro Fiducia supplicans era motivata dal timore che venissero legittimate le unioni irregolari; gli attriti con l’ecologismo di Francesco nascevano dalle derive panteistiche di alcuni passaggi della Laudato si’. Da prelato, Robert Francis Prevost ha preferito le opere alle dichiarazioni, la missione evangelizzatrice ai comizi. Ma ha lo stesso preso posizione sui temi più scottanti. A cominciare dall’omosessualità.In generale, Leone XIV è considerato più cauto rispetto al suo predecessore. The college of cardinals report, una piattaforma online che mappa le convinzioni teologiche, morali e politiche dei porporati, recupera un suo intervento risalente al 2012, quando, da priore generale dell’Ordine di sant’Agostino, esprimeva preoccupazione per il fatto che la cultura occidentale nutrisse «simpatia per credenze e pratiche che contraddicono il Vangelo», riferendosi allo «stile di vita omosessuale» e al fatto che tv e cinema ritraessero in modo «così benevolo e compassionevole» le «famiglie alternative, composte da coniugi omosessuali e dai figli che hanno adottato». Nell’omelia di ieri alla Cappella Sistina, peraltro, Prevost ha osservato che «la mancanza di fede» e, dunque, il rifiuto dell’antropologia cristiana, provocano anche «la crisi della famiglia». Da poco creato cardinale, lo statunitense non si era schierato contro la parziale liberalizzazione delle benedizioni alle coppie gay, avallata a dicembre 2023 dal Dicastero della fede. Ma rispetto al prefetto Tucho e a Francesco, aveva preso sul serio le obiezioni delle Chiese, specie quella africana. L’allora prefetto del Dicastero per i vescovi aveva chiesto che fosse garantita, alle varie conferenze episcopali, un’autonomia sufficiente a interpretare la Dichiarazione e ad adattarla ai contesti locali. Una soluzione di compromesso, meno radicale del proposito di calare dall’alto un decreto della Santa Sede. Riferendosi all’opposizione del continente nero, l’americano aveva escluso che quello fosse un tentativo di «rigettare l’autorità di Roma. Era un voler dire: la nostra situazione culturale è tale che l’applicazione di questo documento, semplicemente, non funzionerà». Al contempo, Leone XIV rifugge la relativizzazione della fede per esigenze di proselitismo: «Ci sono molte culture diverse, molte lingue diverse, molte circostanze diverse», ha detto, «ma la sfida di fondo che Cristo ci ha lasciato per predicare il Vangelo è sempre la stessa ovunque». In ogni caso, vanno annotati gli endorsement che ha ricevuto da padre James Martin e da sua eminenza Joseph W. Tobin, entrambi fautori di Fiducia supplicans.Il New York Times ha riferito che il futuro pontefice, quando era in Perù, aveva condannato l’insegnamento del gender nelle scuole, accusando quell’ideologia di «generare confusione», poiché essa «crea dei generi che non esistono». La continuità con Jorge Mario Bergoglio, in ciò perfettamente ortodosso, era totale. E l’aborto? Non ha definito «sicari» i medici che lo praticano, ma al momento non ha in programma di incontrarsi con Emma Bonino per ricoprirla di elogi...Nel 2018, dall’account Twitter di Prevost, fu rilanciato un post di un sacerdote domenicano colombiano, che commentava con toni durissimi la decisione dei giudici inglesi di interrompere la ventilazione al piccolo Alfie Evans, bimbo affetto da un grave disturbo neurodegenerativo, sebbene i genitori volessero portarlo al Bambino Gesù di Roma per ulteriori cure. Padre Nelson Medina additava tre «carnefici»: «La scienza, quando la trasformiamo in arbitro unico della verità; lo Stato, quando gli conferiamo il diritto di farsi carico della formazione dei bambini - e poi, dei bambini stessi; i mass media, venduti al Nuovo ordine mondiale».The college of cardinals report segnala che Leone XIV non è favorevole al diaconato femminile. Dopodiché, non è nemmeno ostile al riformismo di Francesco e, rispetto ai dubia su Amoris leatitia, sembra che permetterebbe, ad alcune condizioni, di somministrare la comunione a chi si trova in una unione irregolare.Rimangono alcune questioni insolute. Ad esempio, non è noto che idee abbia papa Prevost sul vetus ordo, cioè il rito antico, celebrato in latino secondo le indicazioni preconciliari del messale del 1962. Bergoglio aveva imposto restrizioni draconiane; e i conservatori rimproveravano a Pietro Parolin, di aver incoraggiato la repressione. Secondo alcune fonti online, il pontefice americano avrebbe invece continuato a celebrare la messa di sempre privatamente, anche in Vaticano, su speciale deroga del Santo Padre. Si può sperare che allarghi le maglie?Un terreno sul quale si misurerà l’adesione alla filosofia di Francesco sarà, poi, quello della sinodalità. Il paradosso più profondo del papato dell’argentino è stato proprio nella contraddizione tra i proclami sulla collegialità e la gestione centralistica del potere. Fu Francesco a istituire il C9, il consiglio dei cardinali che dovevano affiancarlo nel governo della Chiesa. E fu lui a ridurlo a poco più di un simulacro. In un’intervista rilasciata dopo la morte di Bergoglio, ripubblicata da Vatican news, Prevost confermava di voler proseguire l’agenda del Papa defunto: «Non possiamo fermarci, non possiamo tornare indietro». Uno slogan identico a quello ripetuto dai progressisti i quali, a ridosso del conclave, spingevano per l’elezione di un «nuovo Francesco». Va pure riconosciuto che il Sinodo dei vescovi esiste dal 1965. Si può non essere d’accordo con l’intento, manifestato dallo stesso Leone XIV, di coinvolgere i laici (ricordate Luca Casarini in Vaticano?). Ma forse questo pontefice, meno volubile di Bergoglio, sarà coerente ed eserciterà davvero in modo condiviso la sua autorità.Lo stemma che ha selezionato è di buon auspicio. Il Papa di Chicago sa che è stato chiamato al soglio di Pietro in un momento di tensione. Il suo motto, l’agostiniano In illo uno unum, «In colui che è uno siamo una cosa sola», risuona come un messaggio di riconciliazione. Così come il santo di Ippona, fustigatore delle eresie, auspicava comunque la concordia tra i cristiani, così Leone XIV, pur riconoscendo la pluralità dei carismi e delle sensibilità, ricorda ai confratelli che la vera fede è una sola, al di sopra degli schieramenti. È il nocciolo della critica alla polarizzazione e dell’approccio anti-ideologico, di cui Prevost parlava in un’intervista del settembre 2023, riproposta ieri da Avvenire: «Quando un’ideologia diventa padrona della mia vita», avvertiva, «non posso più dialogare o confrontarmi […]». E «le persone che pensano di poter seguire Cristo “a modo loro” senza essere parte del corpo», ossia senza obbedire alla Chiesa, «stanno vivendo una distorsione di quella che è realmente un’esperienza autentica».È in tale luce che si apprezzano alcuni gesti apparentemente semplici del Papa. Indossa i paramenti rossi che Francesco aveva rifiutato. Spiega che Gesù è Dio, non un guru qualsiasi. Non usa formulette laiche, non augura la buonasera. Nell’era della «papolatria», della fissa per il pontefice diffusa sia tra chi lo venera sia tra chi lo contesta, esorta sé stesso e il clero a «sparire perché rimanga Cristo». Alla faccia della sua mitezza, quello di Leone è già un ruggito.
Matteo Ricci (Ansa)
Gli inquirenti puntano il faro sugli eventi conviviali del candidato dem alla Regione Marche durante il tour per il libro. I contratti, a spese del Comune di Pesaro, alla società che lavora per il Pd nazionale.
(Getty Images)
A novembre alla Cop11 di Ginevra, la Commissione vuol introdurre il voto a maggioranza qualificata per scavalcare i singoli Stati e far passare la sua linea su temi delicati come tabacco, salute e alimentazione. C’era stato un tentativo a Panama, il blitz era fallito.