2025-05-11
Leone XIV dà la sveglia alla Chiesa sui rischi dell’Intelligenza artificiale. Il tango è finito
Désiré Tsarahazana (Ansa)
Il pontefice spiega la scelta del nome e invita a ragionare sulla nuova rivoluzione industriale in corso. Il suo motto indica invece l’impegno per l’unità. Un cardinale africano: «Convogliati più di 100 voti su di lui».Papa Leone XIV ieri ha ricevuto il collegio cardinalizio e ha svelato il perché del suo nome pontificale. Sono «diverse le ragioni», ha specificato, ma la principale rimanda all’impegno che il predecessore, papa Leone XIII, mise nel trovare una risposta alla rivoluzione industriale attraverso la sua celebre enciclica sociale Rerum novarum (1891). Oggi, ha detto papa Prevost, la Chiesa offre «a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’Intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro». La scelta del nome quindi diventa un po’ anche un programma in un contesto complesso dove la tecnologia sta davvero correndo, con un grado di sofisticazione che ha reso l’Ia in grado di svolgere funzioni e ragionamenti di norma esclusivi dell’intelligenza umana, al punto da poter parlare di autonomia, mettendo in discussione la libertà decisionale e il significato della moralità. Qualcosa appunto che ha a che fare con la dignità umana in modo sempre più radicale. E ne ha a che fare anche per l’influenza che l’Ia determina sul modo di lavorare delle varie professioni, direttamente sui posti di lavoro e quindi sulla struttura della società.Svelati ieri anche lo stemma e il motto di papa Leone XIV, come pure l’immagine del neoeletto pontefice. Innanzitutto il motto, «In Illo uno unum», sono parole che Sant’Agostino ha pronunciato in un sermone, l’Esposizione sul Salmo 127, per spiegare che «sebbene noi cristiani siamo molti, nell’unico Cristo siamo uno». L’allora cardinale Prevost spiegava che «l’unità e la comunione fanno parte proprio del carisma dell’ordine di Sant’Agostino e anche del mio modo di agire e pensare». Un’idea forte agostiniana che rimanda appunto al concetto di comunità e comunione, peraltro una delle istanze emerse anche durante il conclave, ossia quella di «pacificare e unire la Chiesa», oltre che tutti gli uomini di buona volontà. Il motto del nuovo Papa peraltro ha anche una sua forza filosofica, perché affermare che in Cristo, «colui che è Uno», si trova l’unità è l’inverso del motto «E pluribus unum» («Nella molteplice diversità troviamo l’unità») che rimanda, invece, al relativismo, religioso e etico. Per quanto riguarda lo stemma, esso raffigura uno scudo diviso diagonalmente in due settori: quello in alto ha uno sfondo azzurro e vi è raffigurato un giglio bianco; quello in basso ha uno sfondo chiaro e vi è rappresentata un’immagine che ricorda l’Ordine di sant’Agostino: un libro chiuso sul quale vi è un cuore trafitto da una freccia. L’immagine richiama l’esperienza della conversione di Sant’Agostino, che lo stesso spiegava con le parole: «Hai trafitto il mio cuore con la tua Parola». Nell’immagine ufficiale del neoeletto pontefice la sua firma con anche la doppia P, «Leone P.P. XIV», che sta a significare Pontifex Pontificum, sigla che papa Francesco ha espressamente non voluto sulla sua tomba.Nell’incontro con i cardinali di ieri mattina, dopo la preghiera in latino del Pater, Ave, Gloria, papa Leone XIV ha ricordato che «il Papa, a cominciare da San Pietro e fino a me, suo indegno successore, è un umile servitore di Dio e dei fratelli, non altro che questo». Quindi papa Leone XIV ha rivolto un pensiero di gratitudine verso i cardinali, che hanno accompagnato il momento di Sede vacante, e verso i membri della Curia che hanno svolto ruoli cruciali, come il cardinale Giovanni Battista Re, decano del collegio cardinalizio, e il cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa.«È il Risorto, presente in mezzo a noi, che protegge e guida la Chiesa e che continua a ravvivarla», ha sottolineato Leone XIV, «a noi spetta farci docili ascoltatori della sua voce e fedeli ministri dei suoi disegni di salvezza, ricordando che Dio ama comunicarsi, più che nel fragore del tuono e del terremoto, nel “sussurro di una brezza leggera” (1Re 19,12) o, come alcuni traducono, in una “sottile voce di silenzio”». Una indicazione che rimanda allo stile di un uomo che pare mite e autorevole al tempo stesso, cifra di quella «moderazione» che è stata la vera bussola del conclave che lo ha eletto. Peraltro, il cardinale del Madagascar Désiré Tsarahazana, arcivescovo metropolita di Toamasina, all’uscita dal primo incontro del nuovo Papa con i cardinali convenuti a Roma per il conclave, si è lasciato andare a una piccola indiscrezione. «È un ottimo Papa e ha avuto molto più di 100 voti», ha detto il cardinale africano, svelando così quello che molti anche ieri l’altro sussurravano tra le vie di Borgo Pio, ossia che probabilmente il cardinale Prevost fosse entrato in conclave già con un buon pacchetto di voti al primo scrutinio per poi crescere fino all’elezione al quarto voto. Addirittura sforando il quorum altissimo degli 89 voti. L’indiscrezione sfuggita al cardinale certifica questo enorme consenso che una volta di più conferma che papa Leone XIV avrà davvero il compito di «unificare» e armonizzare tutta la varietà di sensibilità che abita non solo il Sacro collegio, ma tutta la Chiesa. Dopo il pontificato di Francesco, peraltro per lunghi anni in una inusuale coabitazione con il dimissionario Benedetto XVI, quindi con due pontificati alle spalle abitati l’uno da un afflato prevalentemente pastorale e l’altro da una ricchissima profondità di pensiero, la Chiesa ha cercato qualcuno che possa portare avanti sia la ricchezza intellettuale che lo slancio missionario, qualcuno che sappia tenere insieme tradizione e incontro. Papa Leone - che ieri ha pregato in forma privata davanti alla tomba di papa Francesco nella Basilica di Santa Maria Maggiore - è un figlio di Sant’Agostino, un santo che ha una spiritualità particolare, profondamente comunitaria, ma radicata nell’interiorità personale. Cerca l’unità senza uniformità. Ama la verità di Dio senza sacrificare l’amore per il prossimo.
Sandro Mazzola (Getty Images)
Una foto di scena del fantasy «Snowpiercer» con Chris Evans e Tilda Swinton firmato dal coreano Bong Joon. Nel riquadro una tavola del fumetto