2019-06-30
Leonardo rinnova le prime linee e sposta l’asse verso Washington
Con i nuovi incarichi, l'azienda supera l'assetto filofrancese e guarda Oltreoceano.Senza darne grande pubblicità, Leonardo ha diffuso uno scarno comunicato per segnalare cambi al vertice. Giovanni Soccodato, nei fatti ridimensionato, diventa equity officer e prende l'onere gestire la governance e il coordinamento delle partecipazioni. Roberto Cingolani, diventa il capo dell'Innovazione con l'incarico di gestire i processi evolutivi del gruppo, mentre Enrico Savio, attuale numero due, vice vicario, del Dis (dipartimento informazioni e sicurezza) si occuperà di tracciare le strategie di marketing e intelligence. Per Leonardo si tratta di uno dei principali passi strategici da che Alessandro Profumo ne è diventato amministratore delegato e Gianni De Gennaro è presidente. Innanzitutto comincia a prendere forma anche per i non addetti ai lavori l'impronta dell'ex banchiere, che sta trasformando la One company in una holding più finanziaria, in grado al tempo stesso di gestire le controllate/divisioni, in modo da lasciare maggiore spazio all'operatività. Una sinergia che appare essere vincente, in un mondo in cui la leva finanziaria tornerà a essere predominante. Una sinergia vincente se accoppiata a una strategia ben marcata e ben indirizzata. In questo caso, dunque con le nomine appena ratificate, tutta sterzata verso Washington. Stando alle indiscrezioni Profumo avrebbe spiegato al cda che il nuovo team serve a garantire una maggiore spinta alla realizzazione degli obiettivi del piano industriale e di una crescita sostenibile nel lungo termine, attraverso l'innovazione tecnologica e il miglioramento del posizionamento nei mercati di aerospazio. Vero - aggiungiamo noi - anche a bilanciare con forza le decisioni industriali prese prima dell'arrivo di Profumo.La maggior parte dei consiglieri di Leonardo è stata nominata nel 2014 in piena era Renzi. Marta Dassù ad esempio non ha mai nascosto la sua vicinanza filosofica alle tesi di Paolo Gentiloni nell'approccio alla Francia. Stesi sbagliate all'epoca e ora - in ogni caso - superate dai fatti.La presenza di Cingolani garantisce, dunque, un know rilevante nei campi della robotica e delle nanotecnologie e una rete fitta di relazioni con gli Usa. Ancor di più l'ingresso dell'ex 007. Savio è già stato nel 2008 capo di gabinetto di De Gennaro e porta con sé una lunga lista di contatti politici, industriali con gli Stati Uniti, un filo diretto con l'Fbi e in generale con i servizi dell'asse atlantista. Visti i rischi corsi da Leonardo negli passati legati all'estrema vicinanza alla Francia e agli interessi industriali di Parigi, l'arrivo di Savio non può che essere accolto con soddisfazione. Una Leonardo che sposta l'asse verso gli Usa e si mette al riparo dalle mire macroniste (sostenute da parte della sinistra italiana) è già di per sé un successo. Anche se per valutare la sterzata bisognerà attendere un po' di tempo. E vedere come il puzzle delle nuove acquisizioni si trasformerà in programmi concreti. L'ex Finmeccanica sta costituendo Leonardo Canada, che direttamente da Ottawa dovrebbe coordinare le attività dell'azienda nel Paese, agendo come punto di riferimento per i clienti e gli stakeholder canadesi supportando lo sviluppo dei business, in linea con il piano industriale. L'azienda lavora al progetto Northstar earth and space e secondo indiscrezioni di stampa sta acquisendo Mda. Si tratterebbe della costola canadese della più nota Maxar, corporation a stelle e strisce e leader nel mondo dei satelliti. Con un baricentro atlantista, piazza Montegrappa potrà anche permettersi parterniship attive con la Cina, soprattutto nel campo degli elicotteri, senza temere ritorsioni di alcun tipo dall'entourage di Donald Trump.