2019-02-19
Leonardo porta i droni ad Abu Dhabi. Conte sblocca 130 milioni in Italia
Il governo in un piano di rilancio dell'aeronautica annuncia soldi per lo stabilimento di Pomigliano. Ma cresce il mercato della sicurezza di aeroporti e porti. Successo per il sistema anti velivoli C-Uas e i servizi post vendita.Claudio antonelli Inviato ad Abu DhabiDopo mesi di raffreddamento, i rapporti tra Italia ed Emirati Arabi Uniti si sono riavviati. La storica amicizia è stata messa in frigo per via di Piaggio aerospace, l'azienda di droni partecipata dal fondo emiratino Mubadala e ora finita commissariata e con i libri contabili in tribunale. Agli sceicchi il cul de sac in cui si è infilato il loro investimento non è piaciuto e soprattutto non hanno gradito il modo in cui il precedente governo di Matteo Renzi ha gestito le relazioni. Il tema qui ad Abu Dhabi al momento resta ma un po' alla volta si scioglierà: manca solo l'intervento finale da parte delle istituzioni. Tant'è che nel frattempo si va avanti su altri dossier. A dare la prima spallata all'impasse è stata nelle ultime otto settimane l'Eni con una serie di accordi sull'offshore e sulle piattaforme petrolifere di terra. Adesso è la volta di Leonardo che è presente alla fiera delle armi Idex con i suoi prodotti tradizionali (elicotteri, cannoni di Oto Melara, velivoli come l'M 346) ma soprattutto con un nuovo progetto che punta alla sicurezza di aeroporti e porti. L'incidente di pochi giorni fa all'aeroporto di Dubai (dove sono stati sospesi i voli per l'avvistamento di un drone sospetto) non poteva essere un'occasione migliore per presentare nell'area dei Paesi del Golfo il contro drone. Un sistema di comando e controllo che permette di prevenire attacchi o visite impreviste da parte dei piccoli velivoli senza pilota. Gli stessi che sono in vendita su Amazon. Per la prima volta il gruppo guidato da Alessandro Profumo offre chiavi in mano l'anti drone (in gergo C-Uas) frutto delle conoscenze del gruppo. Si va dalla radaristica (da anni l'azienda di Piazza Monte Grappa gestisce i sistemi aeroportuali) all'elettronica, alla costruzione vera e propria di macchine volanti, alla capacità di fornire in tempo reale dati satellitari fino alla capacità di fare continui upgrade: gestire droni in aree urbane è infatti molto più difficile che in zone di guerra, limitate e con pochi attori da monitorare. Motivo per il quale la richiesta sta schizzando ovunque si investe in nuove infrastrutture. «Il mercato dell'homeland security ci vede in prima fila», spiega Lorenzo Mariani, direttore commerciale del gruppo, «per via della trasversalità della nostra offerta e della presenza storica nell'area. Il business sta crescendo nelle attività di post vendita e di aggiornamento continuo dei sistemi e per il gruppo si tratta di fare sinergie fra i vari know how». Il ragionamento vale per il settore droni e per gli altri prodotti a portafoglio. Per dare un'idea basta prendere il fatturato del comparto elicotteri e vedere che quasi il 40% (all'incirca 1,2 miliardi) proviene dai contratti di servizio e post vendita. E sommare il dato con il fatto che il 90% degli elicotteri emiratini è stato prodotto da Leonardo. In pratica, il mondo è cambiato. E l'impatto si vede qui nei Paesi del Golfo, dove tutto è più veloce e i petroldollari si stanno trasformando in finanza estremamente attenta ai ritorni. Tradotto, meno vendita diretta e più contratti di servizio che nel futuro diventeranno accordi quasi pay per use. Motivo per cui Leonardo sta stringendo partnership locali con l'intento di far crescere tecnici sul posto. Lo stesso schema varrà anche applicato agli altri tipi di logistica.Oman, Abu Dhabi e pure l'Arabia Saudita nel prossimi dieci anni puntano sui porti oltre che sulle strade. Il commercio delle merci resterà sempre prerogativa delle vie d'acqua e in futuro gli approdi saranno aree sempre più sensibili. «Per controllarli e metterli in sicurezza bisogna conoscere con precisione come gli stessi porti funzionano», prosegue Mariani, «e avere un passato da gestori dell'intermodalità. Da noi questa storia c'è». Da poco Leonardo ha pure riacquisito l'intera Vitrociset, azienda specializzata in sistemi elettronici e informatici. Insomma, non ci sarebbe da stupirsi se dopo mesi di oblio e il tentativo di acquisto da parte di Fincantieri, l'azienda possa diventare il veicolo di Leonardo per le attività nel campo dell'homeland security e delle attività cyber. Lo si capirà dai primi passi sull'ammodernamento tecnologico del porto di Genova. Un piccolo modulo che potrà essere replicato in tutto il Golfo e non solo. La giornata di ieri ha visto protagonista anche un business più tradizionale e localizzato in Italia. Il premier Giuseppe Conte e il vicepremier Luigi Di Maio hanno visitato lo stabilimento di Pomigliano in compagnia dell'ad Profumo e pure del presidente Gianni De Gennaro. Il capo dei 5 stelle, che per motivi elettorali tiene molto al bacino campano, ha annunciato di aver sbloccato 1 miliardo di euro da destinare al fondo dell'aeronautica attraverso il Mise e nel dettaglio di aver stanziato 130 milioni destinati alla componente aeronautica di Pomigliano. I fondi sono sempre del Mise, ma saranno in gran parte erogati dalla Regione a guida Vicenzo De Luca. Una fetta sarà in capo a Leonardo. Le prospettive sono legate alla formazione del personale e al futuro della partnership con i cinesi che costruiscono il velivolo Comac. Senza dimenticare pacchetti in via di discussione con Airbus e Boeing. «Il business dell'aeronautica sta crescendo un po'», ha concluso Profumo.
(Totaleu)
«Tante persone sono scontente». Lo ha dichiarato l'eurodeputato della Lega in un'intervista al Parlamento europeo di Strasburgo.