2024-11-14
L’ente per il meteo costa tanto e non fa nulla
L’organismo nato nel 2017 ha un unico dipendente, il suo direttore, come mostrato da «Fuori dal coro». Per mantenerlo in vita sono già stati spesi 3 milioni: per l’affitto della sede di Bologna, l’Emilia incassa 116.000 euro l’anno. Intanto la pioggia distrugge il territorio.Se a parole il cambiamento climatico rappresenta una delle priorità dell’agenda politica mainstream, nei fatti - e si è visto ancora una volta con gli ultimi disastri - la prevenzione e la messa in sicurezza dei territori sono apparse spesso deficitarie. Un altro esempio di come l’attenzione al tema possa non tradursi in attenzione operativa lo ha fornito un servizio andato in onda ieri sera a Fuori dal coro e firmato da Marco Agostini. L’autore ha raccontato la storia di Italiameteo, ente istituito con la legge di bilancio del 2017 per dotare Roma di un’agenzia pubblica per il servizio nazionale di meteorologia civile, da affiancare a quello militare dell’aeronautica. Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente nei governi Renzi e Gentiloni, aveva accolto la notizia evidenziando quanto fosse importante per l’Italia «una struttura nazionale in grado di fornire informazioni integrate sulle evoluzioni meteorologiche e climatiche» del Paese. Sette anni (e diverse alluvioni) dopo, però, nessuno conosce l’agenzia e sa che cosa realmente faccia. Lo statuto dell’ente è stato approvato con un dpcm soltanto il 24 settembre del 2020 (col Conte bis), mentre il regolamento è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 20 gennaio 2021 (il decreto del presidente della Repubblica numero 186, però, risale al 15 ottobre 2020). «L’esigenza di dotare il nostro Paese di un Servizio meteorologico e climatologico nazionale civile», commentava il professor Frank S. Marzano, allora direttore del Cetemps, «paragonabile per funzioni istituzionali, compiti e attività a quello degli altri Paesi europei avanzati, è esigenza sentita da molti anni. Nel corso degli anni, per lo svolgimento di alcuni compiti, al servizio meteorologico dell’Aeronautica militare, che garantisce da sempre le funzioni di assistenza al volo e dispone di risorse limitate rispetto a quelle complessive e necessarie a un servizio meteorologico moderno, si sono progressivamente aggiunti i servizi meteorologici regionali, molti dei quali inclusi nelle strutture regionali Arpa. Inoltre, alcune funzioni con caratteristiche di servizio sono state sviluppate da enti di ricerca o agenzie nazionali, come Ispra. Questa distribuzione non coordinata di competenze, per quanto abbia rappresentato anche una ricchezza, era diventata da anni un limite».«Il dato eclatante è che, salvo qualche collaboratore a tempo», rileva Marco Agostini nel suo servizio, «all’agenzia Italiameteo fino allo scorso anno risultava esserci un solo dipendente», il direttore Carlo Cacciamani (in carica dal 2021), ma nello statuto sono previste 52 unità di personale. Fuori dal coro era già andato a sentirlo a settembre del 2023, e Cacciamani aveva risposto che sarebbe stato necessario almeno un altro anno per entrare pienamente in funzione. Le cose, però, non sono andate così. Dopo il finanziamento di 1,4 milioni di euro avuto nel 2022, il ministero dell’Università e della ricerca ha staccato ora un altro assegno di 1,6 milioni destinato a Italiameteo per le assunzioni delle prime 25 unità di personale che avverranno nei prossimi mesi. Le attività dell’agenzia, per il momento, si posso dedurre dalle voci di spesa presenti nei documenti ufficiali: «Collaboratori e consulenze, viaggi e convegni», sottolinea il servizio. «Oltre che affitti: 116.000 euro all’anno da pagare alla Regione Emilia Romagna» per gli uffici di Bologna. «Al momento l’Aim è ancora in esercizio provvisorio, stante la mancanza dell’approvazione del budget 2023, e può quindi operare solo con quote per “dodicesimi”», si legge invece in un documento firmato dal direttore Cacciamani nell’ottobre del 2023. «Tale stato pregiudica l’assunzione a tempo indeterminato, rendendo possibile solo assunzioni per periodi molto brevi poco utili per iniziare un’attività operativa complessa che richiede anche una preventiva fase di training essa stessa di diversi mesi». Le responsabilità, dunque, sono forse da imputare più alle lentezze burocratiche che al direttore. È egli stesso che, nel medesimo documento, sottolinea come l’«attività di startup iniziale, assolutamente necessaria per creare un minimo di struttura di “line”, ha certamente avuto il sopravvento rispetto a quella di natura tecnica, prettamente di natura meteorologica e climatica che costituiscono le materie core business dell’Agenzia». Ciò che stupisce, al di là delle responsabilità, è che a distanza di sette anni dalla sua istituzione e a tre anni dalla nomina del direttore, e benché al momento dell’annuncio molti ne abbiano sottolineato l’importanza, l’agenzia Italiameteo sembra ancora molto lontana dall’essere operativa. Se si pensa a quanto possa fare la differenza la precisione delle previsioni e la tempestività nel comunicarle, considerando anche le immagini dei danni provocati dalle alluvioni degli ultimi anni e la continua attenzione mediatica sulla questione climatica, il fatto risulta ancora più incredibile.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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