2025-08-23
Lega contro l’obbligo di siero. Rampelli (Fdi) agita il partito: «Il ministro non si tocca»
Dal Carroccio Claudio Borghi chiarisce: «Avversari da sempre della legge Lorenzin». Matteo Salvini rilancia, mentre Fi fa muro. Per Fratelli d’Italia però il tema non è nel programma.Ha creato scandalo, ma la proposta della Lega di abolire l’obbligo vaccinale risale al 2017. Lo spiega il senatore della Lega Claudio Borghi, considerato il firmatario della presunta proposta di legge: «Che la Lega sia stata e sia contro la legge Lorenzin non è una novità di oggi. Nel 2017 siamo stati l’unico partito a votare contro l’obbligo vaccinale in Parlamento. L’anno scorso avevo presentato un emendamento al primo provvedimento possibile, ma fu dichiarato inammissibile e la questione si è chiusa». Infine precisa: «Ora non ripresenterò alcun emendamento simile e aspetto che gli amici alleati di Fratelli d’Italia, visto che da Forza Italia su questo tema mi aspetto ben poco, decidano di prendere in mano il tema. A quel punto saremo ben felici di aprire una discussione e un confronto sull’obbligo vaccinale e sulla legge Lorenzin». A richiamare l’attenzione dei giornali e della politica è stato il fatto che anche il vicepremier Matteo Salvini vorrebbe che venisse riportata in campo la possibilità di abolire l’obbligo vaccinale che, va ricordato, nella maggior parte dei Paesi europei non esiste. Eppure nel nostro Paese discutere di questa opzione dai tratti chiaramente liberali, sembra impossibile. E per assurdo è proprio uno dei partiti più liberali della storia della Repubblica, Forza Italia, a opporsi con decisione. Per Maurizio Gasparri, capo dei senatori azzurri, «i vaccini sono essenziali per la tutela della salute pubblica e la scienza deve essere ascoltata e rispettata». E poi sottolinea: «Senza alcuna polemica, non riteniamo che si debbano attenuare i presidi già predisposti, compresi quelli basati sulla vaccinazione, a tutela della salute pubblica. Forza Italia intende mantenere un approccio fondato sulla prevenzione e sulla protezione collettiva, sostenendo il ruolo centrale della scienza nelle decisioni sanitarie». La sensazione è che si stia spostando il focus, perché non esiste alcuna proposta che intenda abolire la possibilità di vaccinarsi, né i presidi sul territorio, semplicemente l’idea è quella di valutare l’opzione di far decidere liberamente i cittadini. Questo non vuol dire non essere a favore dei vaccini. Da Fratelli d’Italia non si percepisce grande interesse per il tema e da via della Scrofa si spiega, così come è accaduto anche per altre proposte di altri alleati di maggioranza, che si va avanti con il programma concordato, e l’abolizione dell’obbligo vaccinale non era in elenco.Dall’esecutivo arriva il commento del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. «Noi crediamo nei vaccini e nel ruolo della scienza e della medicina. Anzi, abbiamo riaffermato in molti contesti il ruolo della scienza e della tecnologia in questo Paese e continueremo a farlo». Insomma, appunto, nessuno mette in dubbio il valore della scienza. A esser messo in dubbio semmai, anche se nessuno lo mostra esplicitamente, è il ruolo del ministro della Salute, Orazio Schillaci. C’è grande disagio nel governo che lui forse sperava cadesse nel vuoto nel giro di pochi giorni, ma invece la tensione continua a crescere. L’aspetto ampiamente criticato è che Schillaci, tornando indietro sulle nomine Nitag, abbia fatto tornare il modello politico che ha caratterizzato la pandemia. Se un virologo popolare dice una cosa la politica lo segue. Un ministro della Repubblica di questo governo che doveva essere una risposta a quello passato, ancora una volta è finito a farsi manipolare da una lobby che avrebbe dovuto saper gestire. Almeno queste erano le aspettative. Per di più c’è un tema politico di fondo, Schillaci è caduto in una trappola probabilmente orchestrata ad arte per provare a mettere in crisi il governo. Le reazioni politiche alle nomine (sostenute da Fdi, mentre Forza Italia e Lega si sono divise) avrebbero dovuto indurre il ministro a muoversi con prudenza, o almeno a coordinarsi con Palazzo Chigi. Eppure Schillaci ha agito di impulso assecondando le pressioni arrivate da parte di una comunità scientifica a cui sente di dover rispondere dimenticandosi che da ministro deve rispondere a chi gli ha dato il mandato per governare e quindi i cittadini che hanno votato anche chi supporta evidenze scientifiche diverse, anche se minoritarie. Naturalmente le opposizioni, tutte, ne approfittano per attaccare l’esecutivo, mentre in Fratelli d’Italia c’è chi si schiera apertamente con il ministro della Salute. Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, sul Nitag commenta: «Schillaci interpreta perfettamente il suo ruolo. Il ministro è uno dei massimi esponenti della comunità scientifica, docente ordinario, medico e all’epoca rettore dell’università di TorVergata. È espressione diretta del mondo della scienza ed è stato scelto per questo motivo, dimostrando la fiducia del centrodestra verso questo mondo». La sua è tuttavia una posizione minoritaria all’interno del partito di Giorgia Meloni ma non stupisce, perché non è la prima volta che Rampelli si espone in direzione controcorrente. Ma il commento più incredibile arriva dall’ormai senatore del Pd e già virostar Andrea Crisanti: «Che si parli di migranti, di sicurezza o di vaccini, questa destra fa leva sulla paura». Il mondo al contrario.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.