2020-06-28
Magistrati pronti alla rivoluzione per avere viaggi e cellulari gratis
La segretaria generale Csm Paola Piraccini (Ansa)
I membri del Csm in assetto di guerra su Whatsapp, al grido di «El pueblo unido», per il riscatto di telefonini e pc. Aspre polemiche anche per le costose missioni estere, di cui restano foto ricordo da villaggio vacanze.Alla fine della consiliatura del Csm in cui sedeva Luca Palamara ci fu un momento di grande tensione tra i membri del parlamentino dei giudici e la segretaria generale Paola Piraccini, la toga che ha in mano ancora oggi i cordoni della borsa del Consiglio. Al centro della polemica i soldi che la segretaria chiese nel settembre 2018 ai consiglieri uscenti per il riscatto di telefonini e pc utilizzati nei quattro anni a Palazzo dei Marescialli. A testimoniare lo scontro la chat intitolata «Questione iphone». Prima di leggere l'aspro dibattito conviene, però, ricordare che i rappresentanti dei giudici nei quattro anni al Csm mantengono tutti il loro salario (i laici vengono equiparati ai magistrati di Cassazione e incassano circa 7.000 euro al mese di stipendio base) a cui bisogna aggiungere circa 2.000 euro di indennità di trasferta per chi viene da fuori, 2.700 per la partecipazione alle commissioni, un gettone per i plenum e le sedute della sezione disciplinare. Per un totale medio che supera ogni mese i 10.000 euro, con picchi di 15.000.Ma torniamo alla trattativa. A guidarla è Palamara, il quale comunica che la Piraccini ha fissato a 1.352 euro il canone per ritirare lo smartphone. Apriti cielo. Alla chat vengono iscritti quasi tutti i 24 i consiglieri uscenti e una parte di loro affronta la questione con piglio da sindacalisti d'altri tempi. La chat parte l'11 settembre e Palamara informa i colleghi di aver chiesto «spiegazioni» alla Piraccini sulla «quotazione» dei telefonini. Il primo a rispondere è Aldo Morgigni, togato di Autonomia e Indipendenza: «Quello nuovo costa di meno». Palamara replica: «Mi ha risposto dicendomi che lei deve applicare il valore contabile del telefono per evitare rilievi da parte dei revisori e che a lei non interessa nulla di quello che dirà il comitato di presidenza». Palamara fa sapere di essersi consultato con «amici revisori» e che il valore reale del bene «considerato l'utilizzo ovviamente è nettamente inferiore a quello di 1.352». Luca Forteleoni (Magistratura indipendente) sale subito sulle barricate: «Rivoluzione! Lo vogliamo gratis!». E sembra trasformarsi in un fan degli Inti Illimani: «El pueblo unido!». Claudio Maria Galoppi (Magistratura indipendente) è indignato: «Ragazzi è vergognoso ci trattano come ladri». Massimo Forciniti (Unicost): «Ce devono pagare per tenerci lì». Forteleoni insiste: «Esatto! Rivoluzione!». Galoppi: «Pretendiamo che non ci derubino». Forciniti invoca le «dimissioni del segretario generale». Anche Paola Balducci (membro laico in quota Sel) definisce la richiesta «un furto». Galoppi cala il carico: «La Piraccini pensasse ai suoi privilegi». Anche il «Che» Forteleoni, sceso dalla barricata, appoggia la richiesta di Forciniti di «dimissioni» e ipotizza un «impeachment iPhone case vs Piraccini». Galoppi rivendica: «Noi ci siamo massacrati di lavoro per 4 anni come nessuno aveva fatto». Forciniti suggerisce una controproposta: «Luca, te devono dà il tel e 150 euro». Balducci sottolinea: «La nostra segretaria generale per l'ennesima volta non ha cura dei consiglieri». E Galoppi introduce anche il tema dell'auto di servizio: «In più ci hanno fatto girare per quattro anni su una Punto scalcagnata. E ora dal primo ottobre arrivano le auto nuove». Proprio mentre loro stanno lasciando il Csm. «Cornuti e mazziati proprio no», continua l'esponente di Mi. «Che vergogna», rincara Forteleoni e calcola che bisogna decurtare l'Iva: «Quindi 270 euro in meno». Il laico in quota 5 stelle Alessio Zaccaria va sul pratico: «Amazon lo offre 1.100 euro». Poi continua la ricerca: «Su subito.it si trova usato a 800». Galoppi sembra avercela in modo particolare con la Piraccini: «È una sua impuntatura per umiliarci... Non possiamo accettare […] Vorrei sapere come giustifica contabilmente il surplus visto che è tanto attenta alle regole».Balducci non è arrabbiata solo per il telefonino. Spiega: «Io sono anche offesa perché a differenza dei precedenti segretari al saluto capo dello Stato noi torneremo nel pulmino e siamo andati in macchina al saluto una mancanza di rispetto e facci tornare in macchina... avvilita, offesa». Morgigni anticipa il suo gesto rivoluzionario: «Io me ne torno con i mezzi miei». Galoppi: «Io a piedi... e vaffanculo». Zaccaria propone la soluzione che trova molti d'accordo: «All'ultimo plenum ci alziamo tutti in piedi e urliamo: “Dimissioni, dimissioni"». Galoppi si dice d'accordo, come la Balducci. Che propone, si spera ironicamente, di occupare il Csm con «un plenum permanente» al grido di «lotta dura senza paura».Per Forciniti quello che stanno subendo «è un atto di bullismo». Forteleoni gli va dietro: «Sì è bullismo, applichiamo la risoluzione partenopea contro la Piraccini […] il boia sarà Morgigni che si vendicherà per il bullismo subito da bimbo». La discussione assume anche toni goliardici, ma è chiaro che i consiglieri non vogliono essere toccati nel portafogli e le preoccupazioni non si limitano al cellulare e all'auto di servizio, ma anche ai computer. È ancora una volta Morgigni a valutare: «Per il MacBook e il Samsung ci vorranno altri 3.000 euro? Ma se li tenesse e me li ricompro nuovi». Lucio Aschettino (Area) s'improvvisa trader: «Ragazzi io ve li procuro a 990 euro nuovi e... puliti». Galoppi insiste: «Non diamogliela vinta […]. Lei si diverte e ride a fare la kapò». Morgigni promette che manderà qualche risma di carta al Csm per le delibere e le sentenze che ha scritto. Il 12 settembre la consigliera di Sel commenta: «Sono sicura che non ci perderemo». Ma Forciniti la richiama all'amara realtà: «Senza telefoni sarà più difficile tenerci in contatto».Nei giorni successivi Palamara informa gli altri che sono «in attesa che venga fissato il nuovo prezzo». La Balducci li aggiorna: «Notizie informali sono 1.000». Il pm sotto inchiesta commenta: «Secondo me 950 non è un prezzo congruo […]. Non rimane che prendere atto dell'ultimo dispetto che ci è stato fatto contenta lei contenti tutti». La Balducci è d'accordo: «Alla fine lei ci ha trattato come pezzenti… dicendo che c'è la fila di funzionari per prendersi cellulari nostri, mah». In molti decidono di renderlo e di comprarne uno nuovo.Ma nella consiliatura ci sono state anche accese polemiche sui viaggi all'estero dei consiglieri per scambi e collaborazioni con i magistrati stranieri. Uno dei più critici su queste missioni è stato il consigliere Antonio Leone. La nona commissione, quella dei rapporti istituzionali nazionali e internazionali, è nata nel 2017, proprio in quella consiliatura e l'ex presidente Zaccaria ricorda: «Leone faceva caciara perché diceva che erano forme di turismo congressuale e non attività che avrebbero portato frutti al Csm. In buona sostanza erano soldi buttati in gite». Lo stesso Leone conferma: «Sono sempre stato critico su tali missioni, avendo perplessità sugli eventuali riscontri positivi per il Csm e considerando le somme che venivano stanziate per questo tipo di attività». Ovviamente Zaccaria è di diverso avviso e ci elenca una serie di trasferte da lui ritenute proficue per lo sviluppo di rapporti utili al sistema Paese, come quelle in Albania, Cina («in cui andarono il vicepresidente Giovanni Legnini e la Balducci») o in Argentina.Tra i consiglieri girano leggende e foto di questi visite, come l'immagine che ritrae il consigliere di Unicost Rosario Spina in abiti tipici durante in viaggio in Mongolia nella primavera del 2017. Scatti da villaggio vacanze.Tra i soggiorni che destarono polemiche ci sono pure quelli a Buenos Aires. Nel settembre 2016 volarono Oltreoceano i consiglieri Palamara, Piergiorgio Morisini di Area e Legnini. Un'istantanea li ritrae insieme al teatro Colon per uno spettacolo. Con loro viaggiavano Elettra Rinaldi, capo segreteria di Legnini, e Giulio Adilardi, magistrato segretario.Per quella missione la Piraccini autorizzò spese (quelle non offerte dagli ospiti argentini) «pari a circa 20.000 euro», per trasporto aereo, trasporto in loco, interpretariato ed eventuali pasti non inclusi nel programma.Al ritorno, come si evince da una mail in possesso della Verità, sorse il problema di presentare una relazione adeguata. A scrivere è la Rinaldi e il destinatario è Adilardi: «Ho parlato con il vicepresidente, per la relazione dice di trasmetterla noi (segreteria) a Morosini e Palamara dicendo che sei stato incaricato da lui di redigerla e di far pervenire eventuali integrazioni o osservazioni […]. Condivide però di modificare l'ordine degli incontri in base alla rilevanza per il Csm». Adilardi invia una «versione “diffondibile"», dopo aver «modificato l'impostazione».Nel settembre del 2017 parte una seconda delegazione. Questa volta i magistrati sono quelli di Area Lucio Aschettino e Fabio Napoleone, Zaccaria e il vice della Piraccini Marco Dall'Olio, sempre di Area.Anche di questo viaggio girano foto. Come quella che raffigura Aschettino e Dall'Olio con in mano due coppe dentro la Bombonera, lo stadio del Boca juniors. E, secondo alcune voci, ci sarebbe persino un'immagine di una toga in versione «tanguero». Ma guai a dire ai consiglieri che quei viaggi erano delle mezze gite.
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