Il debito degli Stati oggi paga troppo poco, a meno di non voler scommettere su rischiosi Paesi di frontiera. L'esperto di Cedlab: «Meglio privilegiare prodotti a breve durata e l'euro rispetto a valute straniere».
Il debito degli Stati oggi paga troppo poco, a meno di non voler scommettere su rischiosi Paesi di frontiera. L'esperto di Cedlab: «Meglio privilegiare prodotti a breve durata e l'euro rispetto a valute straniere».L'obbligazionario, è noto, è da sempre il grande amore dei risparmiatori italiani. Il motivo, fino a pochi anni fa, era semplice. Investire in obbligazioni dava ritorni interessanti e rischi molto vicino allo zero. Oggi, però, il ritornello è cambiato e l'unica via per ottenere un po' di rendimento dal mondo obbligazionario è quella di rivolgersi al debito aziendale. Sul profilo governativo, in molti casi il gioco non vale più la candela. A meno che non si scelga di alzare molto l'asticella del rischio e puntare su Paesi di frontiera. «L'investimento in emissioni societarie è la tipica diversificazione di portafoglio raccomandata alla clientela privata», dice Francesco Castelli, responsabile obbligazionario di Banor capital. «Vista la drammatica discesa dei tassi di interesse, è sempre più difficile trovare investimenti interessanti per la componente obbligazionaria del portafoglio. La diversificazione nelle obbligazioni societarie è dunque un'esigenza, più che una scelta. La parte più “rispettabile" (ovvero gli emittenti più solidi, con rating investment grade, ndr) offrono un premio di circa l'1% rispetto alle emissioni governative di pari scadenza. Se poi ci si vuole spingere più in là, esponendosi alle società meno solide, si ottengono premi di rendimento superiori a 3%».«Questa prima metà dell'anno», spiega Pierpaolo Scandurra, presidente di Cedlab, «ha premiato il segmento delle obbligazioni ad alto rendimento. Ma ora si parte da valutazioni più care e la ricerca di rendimento dovrà tenere conto anche degli aumentati rischi per l'economia che inevitabilmente si riflettono sulle scelte di politica monetaria e quindi sui tassi di interesse di mercato». Addentrarsi nel mercato obbligazionario, dunque, oggi non è cosa da tutti. Come spiega Scandurra, la «ricetta» migliore è quella di rivolgersi a «emittenti mediamente affidabili, scegliere durate particolarmente basse ed emissioni preferibilmente in euro, volendo pertanto slegare dall'investimento obbligazionario i rischi tipici connessi al deprezzamento della valuta estera». Cedlab ha selezionato per La Verità le migliori obbligazioni societarie da tenere in portafoglio. «Sulla base delle proprie aspettative, rimanendo all'interno dell'investment grade e su tagli retail», dice l'esperto, «merita attenzione un'obbligazione targata Mediobanca a tasso fisso del 3,75% che, sulla base dei prezzi correnti, presenta un rendimento a scadenza annuo lordo del 2,616% su una scadenza di sette anni».Rimanendo sulle emissioni in euro e sul segmento investment, con grado di rischio leggermente più elevato, continua Scandurra, «sono presenti nella selezione due bond Pemex (Petroleos mexicanos), uno in euro e uno in dollari con scadenze rispettivamente per febbraio 2025 e marzo 2027. Cedole molto elevate, 5,5% per la proposta in euro e 6,5% per quella in dollari, con rendimento alla scadenza di 3,9% e 7% circa, rispettivamente».È vero, non si tratta di rendimenti tra i più elevati. Ma, soprattutto nell'obbligazionario, non avere rischi (o quasi) ha un prezzo molto salato.
(IStock)
Pure la Francia fustiga l’ostinazione green di Bruxelles: il ministro Barbut, al Consiglio europeo sull’ambiente, ha detto che il taglio delle emissioni in Ue «non porta nulla». In Uk sono alle prese con le ambulanze «alla spina»: costate un salasso, sono inefficienti.
Con la Cop 30 in partenza domani in Brasile, pare che alcuni Paesi europei si stiano svegliando dall’illusione green, realizzando che l’ambizioso taglio delle emissioni in Europa non avrà alcun impatto rilevante sullo stato di salute del pianeta visto che il resto del mondo continua a inquinare. Ciò emerge dalle oltre 24 ore di trattative a Bruxelles per accordarsi sui target dell’Ue per il clima, con alcune dichiarazioni che parlano chiaro.
Ranieri Guerra (Imagoeconomica). Nel riquadro, Cristiana Salvi
Nelle carte di Zambon alla Procura gli scambi di opinioni tra i funzionari Cristiana Salvi e Ranieri Guerra: «Mitighiamo le critiche, Roma deve rifinanziare il nostro centro a Venezia e non vogliamo contrattacchi».
Un rapporto tecnico, destinato a spiegare al mondo come l’Italia aveva reagito alla pandemia da Covid 19, si è trasformato in un dossier da riscrivere per «mitigare le parti più problematiche». Le correzioni da apportare misurano la distanza tra ciò che l’Organizzazione mondiale della sanità dovrebbe essere e ciò che era diventata: un organismo che, di fronte a una crisi globale, ha scelto la prudenza diplomatica invece della verità. A leggere i documenti depositati alla Procura di Bergamo da Francesco Zambon, funzionario senior per le emergenze sanitarie dell’Ufficio regionale per l’Europa dell’Oms, il confine tra verità scientifica e volontà politica è stato superato.
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L’annuncio per un’abitazione a Roma. La padrona di casa: «Non dovete polemizzare».
La teoria di origine statunitense della «discriminazione positiva» ha almeno questo di buono: è chiara e limpida nei suoi intenti non egualitari, un po’ come le quote rosa o il bagno (solo) per trans. Ma se non si fa attenzione, ci vuole un attimo affinché la presunta e buonista «inclusione» si trasformi in una clava che esclude e mortifica qualcuno di «meno gradito».
Su Facebook, la piattaforma di Mark Zuckerberg che ha fatto dell’inclusività uno dei principali «valori della community», è appena apparso un post che rappresenta al meglio l’ipocrisia in salsa arcobaleno.






