2020-02-28
Paolo Agnelli: «Le imposte nei Comuni più colpiti vanno abolite, non soltanto sospese»
L'industriale e presidente di Confimi, che riunisce 34.000 Pmi: «Via subito l'Imu sui capannoni. Stanziamenti ad hoc? È meglio se lo Stato salda i debiti con i privati».Paolo Agnelli è a capo dell'omonimo gruppo di famiglia con il fratello e il numero uno di Confimi, la Confederazione dell'industria manifatturiera italiana e dell'impresa privata. Si tratta di una istituzione che rappresenta 34.000 imprese tra le Pmi, per 440.000 dipendenti con un fatturato aggregato di circa 71 miliardi di euro. Al governo Conte chiede di abolire il pagamento delle tasse per le compagnie della zona rossa. Ritardarlo, dice, non sarebbe un vero aiuto. Il governo si sta muovendosi bene per proteggere l'economia della Lombardia e dell'Italia?«Il governo ha messo in secondo piano gli effetti negativi sulla nostra economia per cercare di contenere l'epidemia. Una Milano ferma con persone che non consumano, che non vanno nei ristoranti, che non comprano merci: questo è un danno tangibile. La crisi del virus è stata trattata con troppa apprensione e questo ha avuto un riflesso negativo per le nostre tasche. Quello che posso dire è che tutte le volte che il governo ha cercato di aiutare le imprese ha dimostrato di non esserne capace. Se si vogliono sostenere gli imprenditori, che lo Stato inizi a pagare i soldi che deve dare alle piccole e medie imprese. Ci è sempre stato detto che lo Stato non può pagare perché l'Ue non ce lo consente. Ora che le maglie sono più larghe per far fronte a questa crisi, che paghi. Inoltre, l'idea di rimandare le tasse non ha senso. Vanno annullate. Pagarle prima o dopo non mi cambia nulla. Questi non sono aiuti. Un aiuto è tale quando si dà qualcosa, non quando se ne sposta semplicemente il pagamento. Andrebbe annullata l'Imu sui capannoni per tutti coloro che sono nella zona rossa». Come imprenditore come sta affrontando questa epidemia?«Io ho 14 aziende. Tra queste ce n'è sicuramente qualcuna che sta soffrendo, ma stiamo assistendo al ritorno dei clienti italiani che prima andavano a comprare in Cina e che ora stanno venendo da noi perché lì non trovano più nulla. Alla fine, ho preso una decina di clienti in più perché in molti si sono accorti che anche in Italia ci sono aziende che lavorano l'alluminio e che, anche costando un po' di più, sono più affidabili, più vicine e più presenti. Questo virus è una lezione per chi si riforniva solo all'estero. Affermare di stanziare soldi ha solo il fine di acquisire voti. Voglio vedere come vengono distribuiti questi soldi. Quali sono i parametri per cui un'azienda deve essere aiutata e un'altra no? Non si capiscono i criteri di questi aiuti e nemmeno le tempistiche con cui verranno elargiti. Sono in attesa di questi decreti, ma non credo saranno risolutivi. Si dovrebbe in primis far ripartire i cantieri, ritirando la legge Sblocca cantieri che ha modificato il codice degli appalti. I Comuni che possono spendere in infrastrutture potrebbero così far ripartire l'Italia, facendo bene a tutta la nostra economia. Ogni giorno in Italia chiudono circa 250 aziende. Questa è la vera emergenza: il governo sembra accorgersi di questa situazione solo adesso che c'è il coronavirus. Il numero ora sarà destinato a salire, però l'esecutivo prima della pandemia non ha mai fatto nulla».Ma la situazione è davvero così tragica o c'è una psicosi?«È tutta una psicosi. Non voglio dire che tutto sta andando bene. Ma i problemi c'erano già da prima. La nostra economia è come una persona anziana. È già mezza moribonda e ora arriva il virus a darci un altro colpo. Se le mie aziende guadagnassero di più perché il costo del lavoro è più basso, sarei ben felice di pagare le tasse. Invece si taglia la tassa sugli utili senza pensare che le piccole e medie imprese di utili ne fanno sempre meno. Non andrebbe pagata proprio, se no l'unico risultato è quello di aiutare le grandi aziende che già guadagnano molto. La soluzione è abbassare il costo del lavoro e dell'energia che fa andare le imprese».
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.