2020-10-28
Le funzioni religiose sono sicure però le cresime restano bloccate
Nessuna traccia del sacramento nell'ultimo dpcm: le celebrazioni sono ancora rinviate.Nel bel mezzo della selva di disposizioni anti Covid c'è il curioso caso del sacramento fantasma. Nel rispetto delle regole si può fare tutto, un battesimo, un matrimonio e un funerale, ma qualcuno provi a capire cosa fare delle cresime. Forse perché lo Spirito Santo, come dice la Scrittura, non si sa di dove viene, né dove va, e così governo, Comitato tecnico scientifico e Conferenza episcopale ne hanno perso le tracce.Il dpcm del 24 ottobre ordina che «le funzioni religiose si svolgono nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal governo» con le rispettive confessioni e si rimanda agli allegati. In quello tra governo e Cei, firmato lo scorso 7 maggio, per la cresima le cose sono chiare: «la celebrazione del sacramento della confermazione è rinviata». Magari fosse stato così preciso il protocollo per il caso della partita Juventus-Napoli, perché qui la cresima s'ha da rinviare, non c'è storia. A data da destinarsi.Il cresimando che volesse capirci qualcosa potrebbe leggere la «precisazione» sul dpcm del 24 ottobre da parte del direttore delle comunicazioni della Cei, Vincenzo Corrado. Qui si dice che tutto deve avvenire nel rispetto delle indicazioni del protocollo e successive integrazioni da parte del Cts. Ma durante l'estate il Cts ha risposto ai quesiti della Cei, ad esempio sulla distanza tra i cantori, ma non c'è traccia della cresima. Nulla. La «precisazione» del direttore comunicazioni Cei dice che la celebrazione delle cresime deve avvenire «assicurando il rispetto delle indicazioni sanitarie (in questa fase l'unzione può essere fatta usando un batuffolo di cotone o una salvietta per ogni cresimando)». Però nessuno sblocca questo benedetto «rinvio» che ancora campeggia come regola generale nel protocollo allegato al dpcm.Che fine ha fatto la cresima? Per il governo e il Cts è desaparecida, per loro è semplicemente da «rinviare». La Cei dice di applicare il «protocollo», poi «precisa» che bisogna farla servendosi per la sacra unzione «di un batuffolo di cotone per ogni cresimando». D'accordo, abbiamo capito come si deve fare, più o meno, ma chi ha deciso se si può fare? Nessuno. Di certo non il governo e non il Cts, perché l'unica apertura l'aveva fatta una lettera di luglio firmata dal presidente dei vescovi Gualtiero Bassetti, per cui, dice alla Verità il direttore Corrado, «c'è stata condivisione in tal senso». Il cardinale scriveva a vescovi dicendo che per i sacramenti «non ci sono impedimenti a celebrare con dignità e sobrietà» e per la confermazione, «oltre ad assicurare il rispetto delle indicazioni sanitarie, in questa fase l'unzione può essere fatta usando un batuffolo di cotone o una salvietta per ogni cresimando».Quindi a luglio, «in questa fase», Bassetti apriva alla cresime con batuffolo. E ora, a ottobre, «in questa fase», sempre con «batuffolo». Ma il sacramento è «rinviato», o no? Il povero vescovo che deve andare a somministrare il sacramento vedrà un po' lui come fare, se mandare i ragazzi in missione unti dallo Spirito Santo o fermarli all'ingresso della Chiesa, un po' come l'Asl ha fatto con il Napoli prima della trasferta a Torino. Però chi perde a tavolino in questo caso non sarà di certo lo Spirito Santo, il quale appunto non si sa da dove viene, né dove va, e dei protocolli di sanificazione non se ne importa. Lui segue quelli di santificazione.
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Nel libro postumo Nobody’s Girl, Virginia Giuffre descrive la rete di abusi orchestrata da Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell e ripercorre gli incontri sessuali con il principe Andrea, confermando accuse già oggetto di cause e accordi extragiudiziali.