2020-04-02
Le Entrate strizzano l’occhio al lavoro nero
Ernesto Maria Ruffini (Ansa)
Ernesto Maria Ruffini apre agli irregolari, «ma niente condoni». L'autocertificazione però sarà una sorta di autodenuncia.Il coronavirus ci ha portato in un mondo fatto di autocertificazioni. La nostra quotidianità è diventata piena di documenti da firmare per uscire di casa, per poter richiedere i 600 euro di bonus destinati ai lavoratori autonomi o per avere quello che viene chiamato reddito di emergenza, la somma che lo Stato destinerà alle famiglie in difficoltà. Ieri, intervenendo alla trasmissione di Radio Capital Circo Massimo, il direttore dell'Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha spiegato che «mai come in questa fase è giusto dire che non si può lasciare nessuno indietro. Le fasce di popolazione che vivono ai margini vanno sostenute, e il governo sta cercando di introdurre le misure necessarie. Non è una questione fiscale, ma una questione di equità», ha ribadito.Il riferimento è chiaramente ai lavoratori in nero che, come ha spiegato Ruffini, dovrebbero comunque ricevere il bonus da 600 euro riservato agli autonomi in difficoltà. Allo stesso tempo, però, Ruffini ha anche spiegato di non essere a favore di alcuna pace fiscale o condono. «Da cittadino e da avvocato», ha sottolineato, «dico che si sono trovate tante giustificazioni per fare condoni in momenti storici meno drammatici di questo, il che non vuol dire che sia corretto farlo. Non è allo studio una misura simile», conclude Ruffini.Il numero uno dell'Agenzia delle entrate ha dunque fatto sapere che lo Stato verrà in aiuto anche dei lavoratori irregolari. Si tratta di un'affermazione non da poco e che induce diverse riflessioni. La prima è quella legata all'autocertificazione di chi lavora in nero. In parole povere, stando alle affermazioni di Ruffini, un lavoratore irregolare dovrebbe in pratica autodenunciarsi per ricevere il sussidio e, una volta passata l'epidemia, lo Stato - visto che non ci sarà alcun condono - potrebbe venire a bussare alla porta di questi lavoratori e iniziare accertamenti fiscali sulla base dell'autodichiarazione firmata in tempi di difficoltà. Se così fosse, ed è tutto da verificare, non si tratterebbe di un aiuto ma quasi di una trappola per i professionisti che fino a oggi non hanno pagato le tasse. Diversamente, cosa potrebbe succedere al lavoratore in nero che ha comunicato i suoi dati e ha ottenuto 600 euro a marzo dallo Stato? Come dovrebbe comportarsi l'Agenzia delle entrate una volta venuta a sapere che un professionista non ha pagato le tasse in passato? Molto probabilmente il fisco non potrà lasciare correre e dovrà attivarsi per chiedere quanto non pagato finora. Del resto il numero uno dell'Agenzia, nel corso della trasmissione radiofonica, spiega bene che «in Italia ogni anno ci sono 500 miliardi di euro pagati spontaneamente dai cittadini senza che il fisco ne faccia richiesta. Su questi, c'è un'evasione fiscale di poco meno di 100 miliardi, una cifra spropositata, pensate a quanti macchinari sanitari avremmo in più».Il messaggio è chiaro, l'evasione deve giustamente diminuire perché con i soldi delle imposte si può far fronte più facilmente alle emergenze come quella che stiamo vivendo. «Sarebbe un segnale sbagliato», continua Ruffini, «permettere un condono fiscale in questo momento perché non sarebbe corretto verso tutti gli italiani che ogni anno pagano le tasse e fanno il proprio dovere». Non è chiaro insomma, come l'Agenzia delle entrate intenda comportarsi. Da un lato, dice Ruffini, intende venire in aiuto anche a chi è sempre stato un lavoratore irregolare ma ora è in difficoltà. Dall'altro, però, il fisco non lascerà spazio a nuova evasione fiscale e, attraverso l'autocertificazione, potrebbe venire in possesso dei dati di molti evasori.Bisognerà dunque capire le prossime mosse dell'Agenzia delle entrate. Chi richiederà il bonus per i lavoratori autonomi, però, dovrà farlo con una certa cautela. Il rischio è quello di godere oggi per soffrire domani.