2020-02-19
Le cause per abusi sbancano i Boy Scouts
L'organizzazione negli Usa, schiacciata dalle spese legali per le migliaia di denunce subite, ha chiesto l'amministrazione controllata. Secondo i legali delle vittime, dal 1944 ben 12.000 minori oggetto di violenze sessuali. Tra i documenti segreti un «file di perversione».Brutte notizie per i Boy Scouts of America. La storica associazione, che lo scorso 8 febbraio aveva celebrato il suo 110° anniversario, ha presentato ieri istanza di fallimento in un tribunale del Delaware. In particolare - riporta Cnn - l'organizzazione avrebbe elencato passività tra i 100 e i 500 milioni di dollari, a fronte di un patrimonio stimato tra uno e dieci miliardi di dollari. La dichiarazione di bancarotta è avvenuta in un momento non facile per l'associazione, che si sta trovando ad affrontare centinaia di cause per molestie sessuali in tutto il Paese. Tutto questo, mentre gli aderenti risultano in costante diminuzione: si pensi che, ad oggi, il numero complessivo degli iscritti sia inferiore ai 2 milioni, quando negli anni Settanta risultavano più del doppio. Come riportato da Cnbc, dal 2012 al 2018 le adesioni sono calate del 13%. La situazione è addirittura peggiorata dallo scorso gennaio, quando la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ha rotto i legami con l'associazione, eliminando i fondi e ritirando circa 400.000 ragazzi, per indirizzarli verso attività auto organizzate. I mormoni hanno dichiarato di voler intraprendere percorsi formativi autonomi, sebbene sembri che la collaborazione tra le due realtà - in atto da oltre un secolo - si sia incrinata quando gli scout hanno deciso di aprire ai ragazzi transgender. Si tratta di fattori che hanno comprensibilmente prodotto degli impatti negativi sulla situazione finanziaria dell'associazione che, non a caso, negli ultimi anni si è fatta sempre più precaria, soprattutto dopo che - nel 2019 - gli Stati di New York, New Jersey, California e Arizona hanno approvato delle leggi per consentire di sporgere denuncia alle vittime di abusi di lunga data. Tant'è che la maggior parte dei casi oggi in discussione riguarda gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, mentre si registrano numeri più bassi nei periodi recenti: nel 2018, per intenderci, risulterebbero soltanto cinque le vittime di abusi. Non a caso, è dalla metà degli anni Ottanta che gli scout americani hanno introdotto una serie di procedure, volte a cercare di arginare il problema: dal controllo dei precedenti penali alla formazione sulla prevenzione dei comportamenti illeciti per il personale. La scelta di rivolgersi al tribunale fallimentare permetterà all'organizzazione di sospendere temporaneamente queste numerose cause, consentendole di portare tutte le istanze davanti a una sola corte, per tentare di negoziare un accordo. Tutto questo, anche se gli scout potrebbero nel prossimo futuro essere costretti a vendere buona parte delle loro proprietà (a partire dai campeggi). È infatti probabile che verrà costituito un fondo di risarcimento per le vittime nel corso del processo da circa un miliardo. Intanto sono stati ipotecato i principali beni di proprietà tra cui il quartier generale di Irving, in Texas, e il Philmont Ranch di 140.000 acri nel New Mexico, per garantire una linea di credito. L'associazione ha cercato di tranquillizzare i cittadini: «I programmi di scoutismo continueranno durante questo processo e per molti anni a venire. I consigli locali non stanno dichiarando fallimento perché sono organizzazioni legalmente separate e distinte». Inoltre, il presidente nazionale dell'organizzazione, Jim Turley, ha chiarito ieri in una lettera aperta che la dichiarazione di bancarotta non costituisca un modo per sfuggire alle responsabilità, ma semmai uno strumento per garantire adeguati risarcimenti alle vittime. «L'organizzazione nazionale dei Boy Scouts of America», ha scritto, «ha avviato una ristrutturazione finanziaria volontaria per garantire che possiamo compensare in modo equo tutte le vittime di abusi passati nei nostri programmi, attraverso la proposta di un fondo di risarcimento per le vittime». Più di 12.000 membri dei Boy Scouts hanno subito abusi sessuali dal 1944, ha detto l'anno scorso l'avvocato delle vittime Jeff Anderson. Il legale ha anche detto che i file gestiti dall'organizzazione hanno elencato più di 7.800 presunti autori di abusi sessuali. L'esistenza di tale documentazione - nota come «file di perversione» - è stata rivelata per la prima volta in un caso giudiziario del 2012. Non bisogna dimenticare che già nel dicembre del 2018 l'associazione avesse preso in considerazione la possibilità di ricorrere alla bancarotta. E adesso, nota sempre l'Associated Press, il fallimento dei Boy Scouts of America è destinato a rivelarsi un fenomeno dalla portata vastissima, vista la presenza dell'organizzazione in tutti i cinquanta Stati americani e le sue connessioni ramificate con innumerevoli realtà locali. Si tratterà quindi di un procedimento infinitamente più complesso delle bancarotte finora dichiarate da una ventina di diocesi, sparse in tutto il territorio statunitense. Nonostante la crisi degli ultimi anni, gli scout continuavano a rappresentare uno dei principali capisaldi del cattolicesimo statunitense, soprattutto per il loro impegno sociale: dalla loro fondazione, hanno non a caso raccolto elogi da tutti gli inquilini della Casa Bianca. Il segno che questa bancarotta lascerà nella società americana rischia di essere quindi profondo.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)