2020-08-01
Le beffe della nuova Cig. Spunta un buco di un mese e licenzia solo chi fallisce
Nunzia Catalfo (Samantha Zucchi, Insidefoto, Mondadori Portfolio via Getty Images)
Nella bozza del decreto Agosto ammortizzatori fino a novembre per un totale di 18 settimane, ma il divieto di lasciare a casa le persone è prorogato al 31 dicembre.Una bozza piena di incongruenze e di norme emergenziali che proseguono ben oltre lo stato d'emergenza. La nuova cassa integrazione, finanziata dal decreto Agosto, parte con un baco non da poco. Lo schema prevede 18 nuove settimane di ammortizzatori a partire (retroattivamente) dal 13 luglio. Basta prendere il pallottoliere per capire che messe in fila le settimane la coperta della Cig è più corta del divieto di licenziamento. Per l'esattezza manca un mese e mezzo a Capodanno. Data dalla quale le aziende potranno tornare a licenziare o semplicemente a stare sul mercato in modalità pre pandemia. Cioè con le normali logiche della libertà d'impresa. «Non si può non notare che anche stavolta il legislatore è incappato nella stessa discrasia», spiega alla Verità, Ranieri Romani, partner dello studio Lca, «che prevede la sospensione delle normali regole giuslavoristiche anche al di fuori della rete dei sostegni emergenziali ». D'altronde la bozza del decreto corre tutta sul filo di una incongruenza. Gli interventi si basano su una situazione di emergenza, sia sul fronte ammortizzatori sociali, sia su quello dei bonus, solo che il decreto che concede i poteri emergenziali arriva fino al 15 ottobre e non a fine anno. Un presupposto che fa temere il peggio il governo potrebbe invertendo causa ed effetto prendersi i pieni poteri fino a dicembre per non mettere in fuori gioco il divieto di licenziamento. O al contrario l'incongruenza rischierebbe di prestare il fianco a un grande numero di contenziosi. Se un'azienda dovesse un giorno presentarsi davanti a un giudice avrà ampi margini per contestare il divieto o l'obbligo di reimpiego. Una prospettiva di inizio 2021 che può raddoppiare l'effetto valanga. Le associazioni come Unimpresa prevedono che all'inizio del 2021 ci sarà oltre un milione di interruzione di contratti di lavoro. Se fosse vero, assisteremo a un dramma che vanificherebbe oltre 10 mesi di stampella pubblica.«Prendiamo atto», prosegue Romani, «del fatto che nel nuovo decreto è almeno concesso licenziare se si chiude l'azienda o si fallisce. Sino a oggi, paradossalmente, un imprenditore avrebbe dovuto attendere il 17 agosto (data originaria dello stop al divieto, ndr) per liquidare l'azienda e licenziare i dipendenti». Al tempo stesso il nuovo testo cerca di evitare l'abuso della Cig Covid, mettendo dei paletti». Le ulteriori settimane richieste richiederanno il pagamento di un balzello pari al 9% della retribuzione del lavoratore messo in cassa integrazione per le aziende che hanno avuto un calo di fatturato inferiore al 20%. Il balzello sale a 18% se non c'è stato calo di fatturato. Le ulteriori nove, invece, sono riconosciute solo a chi ha già usufruito della prima tranche. Il testo che presto andrà in cdm contiene anche un articolo che si muove nella direzione della produttività e mira a incentivare le assunzioni. È previsto un abbuono dei contributi per i datori di lavoro privati - con la sola esclusione di quelli agricoli - che hanno usufruito della Cig a maggio a giugno ma non ne chiedono altra. L'esenzione dai contributi previdenziali sarà pari a un periodo massimo di quattro mesi, fruibili entro il 31 dicembre 2020, nei limiti delle ore di integrazione salariale già fruite nel bimestre. Rimangono dovuti i premi e contributi dovuti all'Inail. Scatta insieme anche la possibilità di proroga alla fine dell'anno dei contratti a termine, estendendo la deroga al decreto Dignità che era prevista fino a tutto agosto in base alle norme decise durante il lockdown. Inoltre, il decreto aprile fissa inoltre l'azzeramento per sei mesi di contributi previdenziali per i datori di lavoro che assumeranno un lavoratore subordinato a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2020. Chiaramente esistono delle norme anti-furbi: l'esonero dai contributi vale solo se si registra un aumento occupazione rispetto ai 12 mesi precedenti ma è cumulabile con altri esoneri o riduzioni di aliquote già previste. Nel complesso, come più volte è stato rimarcato dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, l'impianto del decreto non cambia rispetto ai precedenti, così come non cambia la filosofia sottostante. Tutte le risorse vanno ai sussidi e quasi nulla al rilancio delle imprese che producono Pil. Così arriva un sostegno per i lavoratori stagionali del turismo, delle terme e dello spettacolo sotto forma di due bonus, da 1.000 e 600 euro per i mesi di giugno e luglio. Un aiuto arriva anche a nuove categorie professionali, come ai venditori a domicilio, ai lavoratori intermittenti e agli autonomi (occasionali) che non hanno partita Iva. Il bonus più alto, quello da 1.000 euro, è quello che spetterà agli stagionali del turismo e delle terme che hanno perso il lavoro prima del 17 marzo e che non sono riusciti a riprendere l'attività. Postilla finale. Il decreto, come imposto dalla Corte costituzionale lo scorso primo luglio, aumenta gli assegni per gli invalidi a 516 euro dai 286 circa incassati fino a oggi. Questo sì un gesto di civiltà.
Julio Velasco e Alessia Orro (Ansa)
Rod Dreher (Getty Images)