2019-07-26
Salvini e Di Maio firmano la tregua per sventare il ribaltone del Colle
Sergio Mattarella agita il ventaglio. Non per il caldo, ma per la fretta che ha di mandare a casa un governo che non gli piace e che soprattutto non piace all'Europa e alla gente che conta. Il presidente della Repubblica, nella consueta cerimonia in vista della pausa estiva, quando le alte cariche istituzionali si congedano dopo le fatiche parlamentari, ha dispensato alcune pillole di saggezza, il cui senso è più o meno il seguente: «Bisogna evitare la conflittualità, perché la collaborazione favorisce le decisioni». Ma più che per le prediche inutili, (...)(...) il capo dello Stato ieri si è fatto notare per un accenno al ruolo che compete al Quirinale, ossia alla funzione di arbitro che l'inquilino del Colle riveste fra le forze politiche in campo. Arbitro sì, ma, come ha spiegato, la giacchetta nera «non può non richiamare al senso delle istituzioni», con i suoi «obblighi, limiti e doveri». In apparenza niente di nuovo sotto il sole di luglio. Ma essendo cadute il giorno dopo il discorso di Giuseppe Conte al Senato, le parole di Mattarella sono parse una conferma di quel che si sospetta. Come è noto, da giorni sulla stampa si è affacciata l'ipotesi di un Conte bis, ossia di una riedizione riveduta e corretta dell'attuale governo, ma con una maggioranza diversa. Secondo chi la sa lunga, il piano prevederebbe che «l'avvocato del popolo» succeda a sé stesso, però senza la Lega. I voti leghisti verrebbero rimpiazzati da quelli del Pd e, visto che quelli dei compagni non sarebbero sufficienti, in soccorso arriverebbero gli azzurri, cioè ciò che resta di Forza Italia. Per Bruxelles e per i potenti d'Italia sarebbe il massimo. In un colpo solo verrebbe steso un cordone sanitario intorno a Salvini, isolandolo in patria come in Europa, e per di più si normalizzerebbero i grillini, che in questo modo - per paura di andare a casa - verrebbero imbrigliati nella rete di Pd e Forza Italia. Il disegno ha trovato motivo di conferma l'altroieri, quando Conte è intervenuto al Senato. Approfittando della convocazione a Palazzo Madama sul cosiddetto Russiagate, il presidente del Consiglio si è prodotto in un salamelecco nei confronti del Parlamento, magnificandone il ruolo e ossequiandone l'indipendenza. Fin qui si sarebbe potuto pensare che il capo del governo volesse lisciare il pelo a senatori e deputati al fine di rabbonirli. In realtà, a un certo punto il premier ha voluto precisare che in caso di crisi avrebbe sottoposto la questione alle Camere. Un passaggio ordinato, anzi scontato, visto che le dimissioni si presentano in aula e non al bar. La sottolineatura però ha dato il via libera alle congetture. Perché Conte ha sentito il bisogno di insistere sull'iter parlamentare della crisi? Forse perché, pur essendo una creatura dei 5 stelle, oggi sente la necessità di affrancarsi? Oppure sta preparandosi a una capriola, ossia a farsi sostenere in caso di crisi da una diversa maggioranza? In tanti hanno pensato a quest'ultima ipotesi e il primo a rifletterci è stato Matteo Salvini, che nella sua diretta Facebook, dopo l'intervento del presidente del Consiglio, lo ha attaccato proprio su questo punto, sospettando probabilmente che quelle frasi fossero una specie di auto candidatura in vista di un Conte bis, ovvero di un governo senza la Lega.Dobbiamo dunque prepararci a un ribaltone con l'aggravante di un governo tecnico, fatto di professori agli ordini dell'Europa e dell'establishment? In parte sì, perché le manovre in corso sono tante e, dopo Il caso Siri e il Russiagate, altre ne potrebbero spuntare. Tuttavia ieri, mentre Mattarella agitava il ventaglio, non certo per cacciare le mosche, ma forse con il segreto desiderio di spazzare via un tipo come Salvini, il ministro dell'Interno si è incontrato con quello del Lavoro, rilasciando poi dichiarazioni tese a dipingere una compagine che va d'amore e d'accordo. Il capo della Lega e quello dei 5 stelle, fiutata l'aria, sembrerebbero aver capito che lassù hanno voglia di ribaltone, ma il governo del cambiamento questa volta non prevederebbe la loro presenza. Il nuovo Conte sarebbe infatti la brutta copia del vecchio Monti. Così, alla fine, Salvini pare aver convinto Di Maio che il gioco in atto incomincerebbe facendo secco proprio il capo politico dei 5 stelle. Insomma, il vicepremier grillino avrebbe tutto da rimetterci con un ribaltone. Meglio dunque ingoiare qualche rospo leghista. Sarà così? Lo vedremo presto.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)