2021-05-02
L'aviazione conferma la ripresa: rapida negli Usa, lenta in Europa
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Dopo un 2020 che può definirsi l'anno horribilis dell'intero settore anche i costruttori mondiali come Boeing e Airbus si stanno lasciando alle spalle la peggiore crisi di tutti i tempi.Segnali di ripresa per l'industria aeronautica, da sempre tra gli indicatori più rapidi che evidenziano la tendenza globale in fatto di economia. Dopo un 2020 che può definirsi l'anno horribilis dell'intero settore, ciò che sta accadendo nel comparto aviazione, e in particolare ai due principali costruttori mondiali Boeing e Airbus, è che pare stiano lasciandosi alle spalle la peggiore crisi di tutti i tempi, anticipando con i numeri le previsioni degli analisti sull'andamento dell'economia tra le due sponde dell'Atlantico. Stante l'aumento di prenotazioni in vista della stagione estiva, che sta facendo ben sperare le compagnie aeree, le due grandi realtà industriali dell'aviazione hanno sede e guida politica in continenti che procedono in modo molto diverso tra loro: più dinamica e veloce l'economia americana, che stava gestendo anche la crisi di credibilità scatenata dalla vicenda dello stop di quasi due anni ai B-737 Max; più lenta, meno remunerativa ma protetta da gravi scossoni quella europea, con i governi preoccupati per le ricadute della pandemia sull'occupazione sin dall'inizio della crisi nel febbraio 2020.La casa americana nel primo trimestre 2021 ha conseguito un fatturato di 15,2 miliardi di dollari segnato dal ridotto volume di consegne di grandi velivoli, ma bilanciato in parte da febbraio in poi dalla ripresa delle linee B-737 e dai contratti per le aviocisterne militari KC-46A, con un flusso di cassa di 3,4 miliardi di dollari. L'andamento ciclico della pandemia ha bloccato il traffico aereo e azzerato per mesi il turnover degli aeromobili, ma non ha fermato le uscite di denaro dei flussi di cassa, con l'azienda che ha ridotto la liquidità e gli investimenti in titoli negoziabili da 25,6 a 21,9 miliardi di dollari e rifinanziato 9,8 miliardi di dollari di debito nel trimestre mostrando un portafogli ordini totale (tutte le divisioni) a fine marzo del valore di 364 miliardi di dollari. La divisione velivoli commerciali ha consegnato in tutto 77 unità da gennaio a marzo e ha un portafoglio ordini per 4.000 velivoli per un valore complessivo di 283 miliardi di dollari. Le commesse vedono cento B-737 da costruire per Southwest Airlines, 23 B-737 per Alaska Airlines, quattro velivoli cargo B-747 per Atlas Air e 25 nuovi B-737 per United Airlines. I ricavi della divisione aviazione commerciale sono stati di 4,3 miliardi di dollari con un margine operativo del primo trimestre del 20,1%. A provocare la tendenza al rialzo certamente la ripresa del servizio dei B-737 Max in tutto il mondo, che alla fine di aprile ha visto ricominciare le operazioni di 21 compagnie per un totale di quasi un centinaio d'esemplari (su quasi 400), totalizzando quasi 30.000 voli senza alcun problema. La produzione è ancora rallentata e Boeing confida di ritornare ad aumentare il numero di aeroplani prodotti nei primi mesi del 2022, anche se molto dipenderà dall'aumento della domanda di viaggi e di conseguenza dalle esigenze dei vettori. Tornano anche le consegne dei più grandi B-787 Dreamliner, che ai primi di aprile erano di cinque unità al mese, e non subiscono ritardi i programmi di certificazione del B-777X, la cui prima consegna è prevista alla fine del 2023 impostando un ritmo di produzione di due velivoli al mese.Sul fronte delle divisioni Difesa, spazio e sicurezza, da gennaio a fine marzo i ricavi hanno visto l'aumento a 7,2 miliardi grazie ai ricavi del programma Tanker KC-46A, che ha incassato ordini per 27 unità, e dall'assenza di oneri relativi al programma, parzialmente compensati da un onere ante imposte di 318 milioni di dollari sul programma VC-25B, ovvero la variante militare del B-747 che conosciamo come l'aeroplano presidenziale Air Force One. Ottimo anche il contratto per undici velivoli P-8A Poseidon per la Marina degli Usa e per quella australiana, e i sei convertiplani Bell Boeing V-22 Osprey per aviazione e marina Usa. Se si considera anche il successo della consegna del primo caccia F-15EX all'Usaf e l'inizio della produzione dell'addestratore avanzato T-7A Red Hawk, il comparto militare è senza dubbio trainante per l'azienda con un portfolio ordini che vale 61 miliardi di dollari dei quali 19,5 arrivano dall'estero.Da questa parte dell'oceano Atlantico Airbus affronta la fase di ripresa con qualche vantaggio in più di Boeing sul fronte dell'aviazione commerciale: se a inizio anno le perdite erano a 1,13 miliardi di dollari, oggi sono 125 gli aeromobili consegnati seppure in un momento di ripresa che vede l'Europa con ancora troppe incertezze. I ricavi del primo trimestre sono stati di 10,5 miliardi di euro con un risultato ante oneri finanziari di 700 milioni di euro. A far ben sperare Airbus ci sono le compagnie che riceveranno aiuti pubblici soltanto se sostituiranno gli aeromobili con altri più moderni, in una sorta di campagna di rottamazione che non è mai stata così favorita dalle politiche green di Bruxelles. «I buoni risultati del primo trimestre riflettono principalmente le nostre prestazioni di consegna degli aeromobili commerciali, contenimento dei costi e della liquidità, i progressi con il piano di ristrutturazione nonché i contributi positivi delle nostre attività di elicotteri, difesa e spazio», ha affermato Guillaume Faury, amministratore delegato di Airbus, che spiega: «Il primo trimestre mostra che la crisi non è ancora finita per il nostro settore e che il mercato rimane incerto. Stiamo investendo nell'innovazione e nella trasformazione della nostra azienda per realizzare le nostre ambizioni a lungo termine». Gli ordini di aeromobili commerciali nel periodo gennaio-marzo 2021 sono stati pari a 39 aeromobili, mentre prima delle cancellazioni erano 356, esattamente un anno fa, ma il portafoglio ordini vede in totale 6.998 aeromobili al 31 marzo. Nel primo trimestre la divisione Airbus Helicopters ha visto 40 ordini contro i 54 dell'anno scorso, con il comparto militare che da solo vale 2 miliardi di euro contro gli 1,7 dell'anno prima. I ricavi consolidati sono stati quasi stabili su base annua a 10,5 miliardi (nel 2020 erano stati 10,6), sono stati consegnati un totale di 125 aeromobili commerciali (contro 122), di cui nove A 220 (Bombardier), 105 della famiglia A320 Family, un A-330 e dieci A-350. Airbus Helicopters ha consegnato 39 unità (contro 47) con ricavi che riflettono volumi inferiori negli elicotteri civili, in parte compensati dalla crescita dei servizi. I ricavi di Airbus Defence and Space sono rimasti stabili rispetto all'anno precedente. Se l'andamento della ripresa post pandemica sarà quello attuale, lento e incerto, Airbus pensa di totalizzare lo stesso numero di consegne di aerei commerciali del 2020.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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