2019-05-02
L'assistente di Amazon si prepara alla sfida con Facebook e a deporre in tribunale in un caso di omicidio
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Dopo il fallimento dell'esperimento di assistente vocale «M», Mark Zuckerberg è pronto a dare del filo da torcere a Jeff Bezos e ai suoi dispositivi Echo. Entro fine anno potrebbe infatti comparire sul mercato un nuovo prodotto collegabile ai portali e alle app del social più famoso al mondo.Non esistono dati specifici, ma a oggi nel mondo sarebbero stati venduti oltre 100 milioni di dispositivi integrati con Alexa. Che sia un successo, però, non è scontato. L'oggetto è costantemente sotto i riflettori per problemi di privacy e intrusione nelle vite di chi lo possiede. E la società non smentisce. Testimone oculare in un caso di omicidio? La diatriba è ancora aperta. Nel 2018 un accessorio Amazon sarebbe stato in grado di registrare rumori e voci prima e durante un delitto nel New Hampshire. I giudici hanno chiesto al colosso di Seattle di acquisire le registrazioni per procedere con le indagini. Non è la prima volta che succede qualcosa di simile. Nel 2015 un bracciale Fitbit aveva aiutato le autorità a risolvere il caso di una scomparsa di una giovane ragazza. Lo speciale contiene tre articoli e una gallery fotografica.Non potrà fisicamente preparare un caffè, ma Alexa è senza dubbio in grado di segnalarvi quale sia la caffetteria a voi più vicina e anche segnalarvi, in base alle recensioni online e ai vostri comportamenti, quale potrebbe piacervi di più. Ma non solo. Da qualche tempo Alexa è anche in grado di intervenire in caso di bisogno chiamando un medico o i soccorsi. Quello che sembra il futuro raccontato da film fantascientifici, in cui mino robottini tuttofare si destreggiano tra le molteplici richieste degli esseri umani, è ormai realtà da qualche anno grazie all'assistente vocale di Amazon. Alexa, appunto. La sua voce cortese è divenuta immediatamente parte della nostra vita quotidiana al punto che, secondo alcune statistiche rilasciate da Tech guru, tra le parole più utilizzate con l'assistente vocale vi è, al primo posto, «ciao Alexa». Un semplice saluto, a cui l'apparecchio risponde con un semplice «ciao» o con una frase pre impostata in base al proprio gradimento, che sta a significare come questa tecnologia intelligente sia diventata parte della vita molte persone al pari di un animale domestico. Il punto di forza di Alexa sta tutto nella semplicità di utilizzo. Basta collegarla a una presa di corrente e a un wifi e il gioco è fatto. Il suo suono sordo, per indicare l'accensione del dispositivo, è qualcosa a cui ci si abitua immediatamente. Così come alla sua presenza. Discreta, nella forma e nel colore, i dispositivi smart si adattano a qualsiasi abitazione e senza invadenza si inseriscono perfettamente negli spazi vitali di ognuno.Sarà per questo motivo che, come dichiarato da Amazon lo scorso febbraio. A oggi sono stati venduti in tutto il mondo oltre 100 milioni di apparecchi dotati di Alexa. Un numero incredibile se si pensa che, fino a un anno fa, i dispositivi Echo (come vengono chiamati tutti gli accessori creati dal colosso di Jeff Besoz) erano venduti solo negli Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania. Solo da qualche mese il rivoluzionario assistente vocale ha fatto il suo ingresso in altri 10 Paesi, tra cui l'Italia. A oggi, questo è l'unico dato disponibile riguardo le vendite di Alexa nel mondo. Impossibile conoscere quanti dispositivi siano presenti sul territorio italiano, o quali tipologie siano le più vendute. Il colosso di Seattle tiene da sempre le labbra cucite sulle prestazioni dei suoi prodotti. Un silenzio che viene solo interrotto, di tanto in tanto, con numeri vaghi che accontentano gli estimatori del brand. Dopotutto, ad Amazon non serve annunciare vittorie in pompa magna o strillare al flop del suo accessorio di punta. A oggi, solo in Italia, sono oltre 2.000 le skill (i programmi interni a Echo) presenti solo in Italia, una porzione minima rispetto alle 70.000 a oggi attive in tutto il mondo. Se il successo sia reale o apparente è difficile dirlo. Quel che è certo è che dalla sua messa in vendita a oggi il prezzo dei dispositivi è in continuo calo e molte delle persone che posseggono il dispositivo iniziano a interrogarsi su quanto sia messa a repentaglio la loro sicurezza. Questa improvvisa attenzione alla propria privacy deriva dal fatto che gli speaker intelligenti si sospetta da tempo siano in grado di tracciare ogni conversazione tra le mura domestiche. A lanciare l'allarme è stato Bloomberg che, già nel 2017 avvertiva i consumatori negli Stati Uniti dei rischi di Alexa. «Sarà anche comodo aprire la porta di casa e poter accendere la luce con un solo comando vocale, ma attenzione a quello che vi circonda». L'accusa, ben precisa, veniva mossa in seguito alla rivelazione da parte di sette ex dipendenti Amazon della presenza di persone fisiche autorizzate ad ascoltare le conversazioni con Alexa e a rielaborarle per migliorare le capacità dell'assistente vocale. Nulla di surreale se consideriamo che la stessa azienda ha sottolineato come «L'accesso agli strumenti interni è altamente controllato ed è permesso esclusivamente a un numero ristretto di dipendenti che utilizzano tali strumenti per migliorare il servizio elaborando un campione estremamente minimo di interazioni. Le nostre policy proibiscono severamente ai dipendenti di accedere o di utilizzare i dati dei clienti per qualsiasi altro motivo e abbiamo tolleranza zero per chi abusa dei nostri sistemi. Effettuiamo regolarmente audit sugli accessi agli strumenti interni da parte dei dipendenti e limitiamo l'accesso qualora e laddove sia necessario“. Dopotutto, non è un mistero il fatto che Alexa per rispondere ai comandi e attivarsi deve essere sempre collegata a internet e all'ascolto. Il suo è un riposo apparente. Sebbene infatti Amazon tenga a sottolineare che l'apparecchio si attiva solo se interpellato con il proprio nome o con la parola «Amazon» o «computer», sono molti i casi in cui la luce si accensione si attiva ascoltando parole dalla televisione o conversazioni a distanza. Quel che è certo è che questo grazioso apparecchio, utile secondo molti psicologi statunitensi anche a sopperire la mancanza degli affetti in persone anziane affette da demenza o costrette in case di cura, sia stato in grado di rivoluzionare ancora una volta lo stile di vita delle persone in tutto il mondo. Rimane però lecito porsi una domanda: i dati registrati e salvati da Amazon che fine fanno? E come vengono riutilizzati?
Thierry Sabine (primo da sinistra) e la Yamaha Ténéré alla Dakar 1985. La sua moto sarà tra quelle esposte a Eicma 2025 (Getty Images)
La Dakar sbarca a Milano. L’edizione numero 82 dell’esposizione internazionale delle due ruote, in programma dal 6 al 9 novembre a Fiera Milano Rho, ospiterà la mostra «Desert Queens», un percorso espositivo interamente dedicato alle moto e alle persone che hanno scritto la storia della leggendaria competizione rallystica.
La mostra «Desert Queens» sarà un tributo agli oltre quarant’anni di storia della Dakar, che gli organizzatori racconteranno attraverso l’esposizione di più di trenta moto, ma anche con memorabilia, foto e video. Ospitato nell’area esterna MotoLive di Eicma, il progetto non si limiterà all’esposizione dei veicoli più iconici, ma offrirà al pubblico anche esperienze interattive, come l’incontro diretto con i piloti e gli approfondimenti divulgativi su navigazione, sicurezza e l’evoluzione dell’equipaggiamento tecnico.
«Dopo il successo della mostra celebrativa organizzata l’anno scorso per il 110° anniversario del nostro evento espositivo – ha dichiarato Paolo Magri, ad di Eicma – abbiamo deciso di rendere ricorrente la realizzazione di un contenuto tematico attrattivo. E questo fa parte di una prospettiva strategica che configura il pieno passaggio di Eicma da fiera a evento espositivo ricco anche di iniziative speciali e contenuti extra. La scelta è caduta in modo naturale sulla Dakar, una gara unica al mondo che fa battere ancora forte il cuore degli appassionati. Grazie alla preziosa collaborazione con Aso (Amaury Sport Organisation organizzatore della Dakar e partner ufficiale dell’iniziativa, ndr.) la mostra «Desert Queens» assume un valore ancora più importante e sono certo che sarà una proposta molto apprezzata dal nostro pubblico, oltre a costituire un’ulteriore occasione di visibilità e comunicazione per l’industria motociclistica».
«Eicma - spiega David Castera, direttore della Dakar - non è solo una fiera ma anche un palcoscenico leggendario, un moderno campo base dove si riuniscono coloro che vivono il motociclismo come un'avventura. Qui, la storia della Dakar prende davvero vita: dalle prime tracce lasciate sulla sabbia dai pionieri agli incredibili risultati di oggi. È una vetrina di passioni, un luogo dove questa storia risuona, ma anche un punto d'incontro dove è possibile dialogare con una comunità di appassionati che vivono la Dakar come un viaggio epico. È con questo spirito che abbiamo scelto di sostenere il progetto «Desert Queens» e di contribuire pienamente alla narrazione della mostra. Partecipiamo condividendo immagini, ricordi ricchi di emozioni e persino oggetti iconici, tra cui la moto di Thierry Sabine, l'uomo che ha osato lanciare la Parigi-Dakar non solo come una gara, ma come un'avventura umana alla scala del deserto».
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