2021-10-20
Landini e la violenza sulle donne: è colpa della proprietà privata
Il leader della Cgil imbastisce un teorema assurdo, ma nessun giornale ha obiettato. C'è un passaggio del lungo discorso del leader della Cgil, Maurizio Landini, dal palco della manifestazione unitaria in piazza San Giovanni di sabato 16 ottobre, che è passato quasi inosservato. Forse perché non si parlava di fascisti. Il passaggio, testuale, è il seguente: «Tutti assieme», ha detto Landini, «dobbiamo fare un salto culturale. In particolare noi uomini dobbiamo farlo, perché questo è il Paese delle differenze che aumentano tra uomini e donne, ma questo è il Paese in cui anche durante la pandemia, sono aumentate le violenze contro le donne, e la vogliamo dire in italiano, senza girarci intorno: la violenza contro le donne la fanno gli uomini, e se ci pensate qui c'è un punto fondamentale. Quando un uomo arriva a fare una violenza contro una donna, nella sua testa malata, ha l'idea di essere lui proprietario della vita di un'altra persona. Provate a pensare che danni può creare l'idea della proprietà privata: le persone non sono proprietà di nessuno e la differenza deve diventare un valore riconosciuto. E da questo punto di vista noi, nel dire mai più fascismi, vogliano ridare fiducia e la speranza ai giovani e alle donne». Attenzione alle parole, rileggetele bene. Per il salto culturale che fa Landini - occhio all'atterraggio - è l'idea della proprietà privata che sta alla base delle violenze sulle donne. Anche chi scrive, in quanto donna, è assimilabile a una proprietà privata. E se fossimo una cooperativa? Ci sarebbero meno violenze se le donne fossero di proprietà pubblica? E se una moglie si innamora di un altro uomo va considerato esproprio proletario? Ci scappa un po' da ridere. Ma da qualunque parte si prenda il passaggio di Landini è inquietante. Perché è offensivo verso le donne. Perché la proprietà privata viene tutelata dalla Costituzione e persino dai dieci comandamenti (il settimo, «non rubare»). Perché la proprietà privata della donna è in primis sul proprio corpo. Perché liquidare un dramma sociale e culturale di questa portata inserendo a forza un concetto che non c'entra nulla resta solo una bieca, nonché, confusa strumentalizzazione. Il segretario della Cgil parla di «teste malate», ma il solo formulare una riflessione come quella declamata dal palco di piazza San Giovanni fa temere che il concetto di collettivizzazione frulli ancora in quella di Landini. Quindi un pensiero va a Giuseppe Di Vittorio e a Luciano Lama che avranno fatto grosse capriole lassù sentendo le parole di Landini. Altro che salto culturale. Eppure nessuno si è scomposto sabato quando il leader della Cgil ha detto quelle parole sul finale del suo discorso. Lo strano senso di Landini per le donne e per la proprietà privata non ha fatto storcere mezzo naso. Né in piazza né sui grandi giornali. Tutti troppo impegnati a festeggiare «L'Italia del centrosinistra» (titolo di Repubblica) , i «Pochi ma buoni» (titolo del Manifesto) e addirittura il «Cappottino Rosso», titolo dell'Avvenire. Ovvero il quotidiano dei vescovi, che in uno slancio di carità cristiana evoca sì il «cappotto» in termini di voti conquistati dal centrosinistra sul centrodestra che ha visto finire la partita dei sindaci per 15 a 5. Ma anche, ci si consenta la malizia, anche il cappottino rosso della bambina del film in bianco e nero di Spielberg, Schindler's List. Del resto, anche il Papa qualche giorno fa ha chiesto «il salario universale e la riduzione della giornata lavorativa».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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