2021-07-23
Lampedusa ritorna sotto assedio. Sbarchi moltiplicati per 7 dal 2019
Dal primo gennaio al 22 luglio di tre anni fa, con la Lega all'Interno, 3.500 arrivi. Quest'anno il bilancio è oltre i 25.000. Con in più l'incognita dei positivi tra gli stranieri. Per i quali, per altro, non vale il green pass.Manca ancora una settimana alla fine del mese, ma a luglio l'immigrazione clandestina ha già numeri record. Si parla infatti oltre 80 sbarchi a Lampedusa per un totale di quasi 3.000 migranti: 2.899, per la precisione. Numeri che stanno allarmando anche la magistratura, con le indagini della Procura di Agrigento, coordinate dal procuratore Luigi Patronaggio, di concerto con la Dda di Palermo, che «continuano senza sosta al fine di identificare i basisti e gli organizzatori dei viaggi clandestini dalla Libia e dalla Tunisia».Tuttavia, nonostante gli sforzi della Squadra mobile di Agrigento, che fa sapere che «è aumentata l'attività repressiva», il fenomeno non pare affatto semplice da arginare. Solo nella giornata di mercoledì, per dire, si sono registrati ben sette sbarchi, quattro dei quali direttamente sulla terraferma, per un totale di 140 migranti giunti nel nostro Paese. Tutto ciò sta mettendo sotto pesante stress l'hotspot di contrada Imbriacola, che attualmente ospita quasi 800 persone, a fronte dei 250 posti disponibili. Il punto è che gli arrivi di questo mese non solo sono tanti nel loro insieme, ma registrano picchi che rendono oggettivamente difficile ogni forma di accoglienza. Per dire, sono già quattro, a luglio, i giorni in cui sono arrivate oltre 500 persone in 24 ore. Solo nella giornata di mercoledì 7 gli sbarchi son stati 869. Per avere un termine di paragone nel 2019, quando al Viminale sedeva Matteo Salvini, gli arrivi - in tutto luglio, non in un giorno - avevano di poco superato il migliaio, risultando 1.088. C'è da dire che la stagione estiva è tradizionalmente quella preferita dai trafficanti di esseri umani, ma una frequenza come quella attuale rischia davvero di essere destabilizzante.A fare impressione è in particolare il raffronto dei dati su scala annuale: se nel 2019, dall'1 gennaio al 22 luglio in Italia erano arrivate meno di 3.500 persone (3.428), lo scorso anno quel numero è balzato 10.903 e quest'anno è più che raddoppiato: 25.295. Tutto ciò porta a sviluppare almeno due tipi di considerazioni. La prima, più strettamente legata al tema migratorio, riguarda il consolidato legame tra numero di sbarchi e morti in mare. Non è infatti un caso che meno di dieci giorni fa siano stati diffusi da Oim - acronimo di Organizzazione internazionale per le migrazioni - dei dati che dicono come nei primi mesi di quest'anno siano morti in mare, nel tentativo di raggiungere l'Europa, 1.146 naufraghi.Un numero impressionante, in pratica uguale al numero di vittime del 2019 e del 2020 messe insieme. Eppure in questi giorni dei grandi media, delle Carola Rackete e naturalmente dell'Europa non c'è traccia; forse perché a Bruxelles, da alcune settimane, il primo problema sono Viktor Orbán e le leggi che il Parlamento ungherese approva quasi all'unanimità per difendere il primato educativo delle famiglie e il diritto dei bambini a non essere indottrinati. Ma torniamo in Italia, perché c'è una seconda considerazione, questa tristemente paradossale, da effettuare. Si allude al fatto che, mentre centinaia di persone sbarcano ogni giorno in modo irregolare sulle nostre coste - finendo spesso con il far perdere le loro tracce -, col green pass si sta andando sempre di più a monitorare, e per chi non lo possiede a limitare, la libertà di circolazione e socialità degli italiani. Perché c'è la pandemia, si dirà. Ed è vero, anzi è proprio per questo che non si comprende un doppiopesismo lampante, che vede connazionali e migranti trattati in modo diseguale.Vale in proposito la pena ricordare che poco più tardi di un mese fa era stata la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, a denunciare in una nota come fosse stata individuata la variante Delta su dieci migranti del Bangladesh sbarcati proprio a Lampedusa. Non occorre dunque essere sovranisti per registrare il paradosso che vede i migranti più liberi, per così dire, degli italiani, e quello per cui l'arrivo di immigrati irregolari - assai meno controllati, per ovvie ragioni, anche sotto il profilo medico - rischia di vanificare non solo il green pass, ma pure gli sforzi già affrontati da lavoratori e imprenditori nei mesi scorsi.Non è un concetto difficile da capire, tanto è vero che il primo sostenitore europeo del lasciapassare per chi sia vaccinato, il francese Emmanuel Macron, è anche colui che, come noto, ordina migliaia di respingimenti alla frontiera di Ventimiglia. Dunque una contraddizione c'è realmente tra le nuove forme di controllo e il subire flussi migratori che, se non si possono considerare la sola causa della nuova ondata epidemiologica all'orizzonte, di certo non aiutano a governare una situazione che rischia di sfuggire di mano: sotto il profilo della sanità, oltre che su quelli, arcinoti, della sicurezza e della criminalità.