2025-07-21
L’amministrazione Trump guarda all’Africa centrale
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La Repubblica democratica del Congo e il gruppo ribelle M23 hanno firmato un accordo per il cessate il fuoco sabato scorso. La tregua, definita dall’Unione africana uno “sviluppo significativo”, è stata siglata a Doha e ha avuto luogo dopo tre mesi di colloqui, ospitati dal Qatar. Secondo Al Jazeera, “l'accordo non affronta questioni importanti riguardanti i possibili ritiri dei ruandesi e dell'M23 dalla Repubblica democratica del Congo orientale”. “Si afferma che la Repubblica democratica del Congo e l'M23 concordano sul fatto che l'autorità dello Stato debba essere ripristinata ‘su tutti i territori nazionali’ come parte di un eventuale accordo di pace, ma non vengono forniti dettagli”, ha aggiunto la testata. Come che sia, i belligeranti hanno stabilito di “rispettare il loro impegno per un cessate il fuoco permanente” e di astenersi dalla “propaganda d'odio” e da “qualsiasi tentativo di conquistare con la forza nuove posizioni”. Ci si attende adesso che i negoziati per arrivare a un "accordo globale" inizino entro l'8 agosto. Ricordiamo che il conflitto tra Kinshasa e i ribelli va avanti da circa 30 anni. Non solo. Secondo France24, migliaia di persone hanno perso la vita durante un’offensiva dell’M23 condotta tra gennaio e febbraio.L’intesa di sabato ha fatto seguito all’accordo di pace, mediato il mese scorso dagli Stati Uniti, tra la Repubblica democratica del Congo e il Ruanda: Ruanda che storicamente spalleggia i ribelli dell’M23. “Non si tratta solo di porre fine alle guerre. E non si tratta solo di salvare vite umane. Si tratta di permettere alle persone di vivere. Si tratta di permettere alle persone di avere sogni e speranze per una vita migliore, per la prosperità, per le opportunità economiche, per il ricongiungimento familiare – per tutte le cose che rendono la vita degna di essere vissuta”, dichiarò il segretario di Stato americano, Marco Rubio, nell’occasione. La mediazione statunitense conferma il crescente interesse geopolitico di Donald Trump per il continente africano. L’inquilino della Casa Bianca punta a ritagliarsi il ruolo di stabilizzatore dell’area, perché mira ad arginare le manovre locali, condotte tanto dalla Russia quanto dalla Cina. Non dimentichiamo che, poco dopo essere tornato al potere, Trump aveva ordinato di bombardare l’Isis in Somalia. Aveva inoltre incaricato le alte sfere di Africom di incontrare i vertici dei due governi libici. In secondo luogo, è possibile che la Casa Bianca punti a rafforzare la propria sponda con il Qatar anche in vista dell’eventuale accordo per il cessate il fuoco a Gaza. Infine, non bisogna dimenticare che la Repubblica democratica del Congo è ricca di minerali strategici. “Stiamo ottenendo per gli Stati Uniti molti diritti minerari dal Congo”, ha dichiarato Trump il mese scorso.
Le persone sfollate da El Fasher e da altre aree colpite dal conflitto sono state sistemate nel nuovo campo di El-Afadh ad Al Dabbah, nello Stato settentrionale del Sudan (Getty Images)
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