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L'ambasciatrice Usa all'Onu lascia per fare la fronda interna a Trump

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L'ambasciatrice Usa all'Onu lascia per fare la fronda interna a Trump
ANSA

Nikki Haley si dimette dal Palazzo di vetro, ufficialmente per prendersi una pausa. In realtà dentro il partito Repubblicano in molti si aspettano una sua sua candidatura per le elezioni del 2020. Una possibilità insolita ma già accaduta nel 1976, quando Ronald Reagan si candidò contro Gerald Ford. Solo che l'ex governatrice del del South Carolina è una neocon di ferro e in politica estera segue un modello (quello di George W. Bush) ormai asfaltato da The Donald.

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«Ringraziamo Israele per l’intervento a difesa dei drusi siriani»
Muwaffaq Tarif, lo sceicco leader religioso della comunità drusa israeliana

Muwaffaq Tarif, leader dei drusi israeliani, parla dei legami transnazionali della comunità, della lealtà agli Stati in cui vivono e ringrazia Israele per l’intervento militare a protezione dei drusi in Siria.

I drusi sono una comunità etno-religiosa distribuita in tutto il Medio Oriente fra Siria, Libano, Israele e anche Giordania. Vivono spesso in villaggi rurali e tendono a concentrarsi nelle aree di confine e nonostante il loro forte legame transnazionale sono cittadini leali delle nazioni che li ospitano.

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Food Talk | Pignataro e la cucina italiana patrimonio Unesco - prima parte

Con Luciano Pignataro commentiamo l'iscrizione della nostra grande tradizione gastronomica nel patrimonio immateriale dell'umanità

Traffico migranti, il report Europol: violenza, Ia e reti globali dietro il business
iStock
Il nuovo rapporto Europol dipinge un quadro inquietante del traffico di migranti in Europa: reti criminali globali sempre più frammentate e tecnologiche, violenze estreme, sfruttamento sistematico e uso di intelligenza artificiale per gestire i flussi e massimizzare i profitti. Nonostante l’aumento dei controlli, le organizzazioni si adattano rapidamente, mentre le vittime - soprattutto donne - continuano a subire soprusi lungo rotte complesse e costose.
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«Inno di Mameli», si cambia: sparisce il «sì»
Sergio Mattarella (Ansa)
Svolta filologica grazie a un decreto del Colle: chiesta diligente osservanza all’esercito.

«Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò». Punto, fine. Pausa con corona. Rompete le righe, ma soprattutto mordetevi la lingua se siete tra quelli - quasi tutti - abituati a urlare «sì!» al termine del Canto degli italiani (poesia di Goffredo Mameli, musica di Michele Novaro, correva l’anno 1847). Lo stabilisce un decreto del 15 marzo scorso firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, adottato su proposta del premier, Giorgia Meloni (leader - per restare in tema - di Fratelli d’Italia), poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 maggio 2025. Una scelta filologicamente ineccepibile quella del Quirinale, dato che nel testo primigenio del Mameli (1827-1849) di questa entusiastica ma superflua esclamazione non c’è traccia. Fu il compositore Novaro (1818-1885) - genovese come il suo socio - ad aggiungerla per concludere il brano (adottato ufficialmente dal nostro Paese come inno nazionale solo nel 2017) «in un grido supremo, il quale è un giuramento e un grido di guerra».

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