2022-11-11
L’Aiuti 4 alza il tetto ai contanti a 5.000 euro
Cdm riunito fino a tarda sera. Fra le novità, il prolungamento dello sconto sui carburanti al 31 dicembre e bollette rateizzate per le imprese. Adolfo Urso annuncia: «Domani incontro Zaia sulle trivelle». Roberto Calderoli si schiera con il governatore del Veneto.Dalla proroga fino a fine anno dei crediti di imposta e del taglio alle accise, fino all’aumento del tetto al contante a 5.000 euro, al Superbonus, passando per la rateizzazione delle bollette per le imprese e il rilascio di nuove concessioni in mare per l’estrazione di idrocarburi. Sono le misure contenute nella bozza del decreto Aiuti quater, finito ieri sul tavolo del cdm, con cui il governo Meloni intende intervenire contro il caro energia con una cifra complessiva di 9,1 miliardi. Il cdm è iniziato alle 19 e terminato in tarda serata, quando questo giornale era già andato in stampa. Dal testo non ancora definitivo circolato nel pomeriggio, e composto da 13 articoli, emergono comunque i dettagli dei provvedimenti che - lo ripetiamo - sono ancora provvisori perché mentre scriviamo attendono ancora il vaglio dei ministri. Sul fronte delle imprese è prevista la possibilità di chiedere la rateizzazione delle bollette di luce e gas. La misura è destinata alle «imprese residenti in Italia» e concede la possibilità di rateizzare gli importi «eccedenti l’importo medio contabilizzato» nell’intero 2021 per i consumi effettuati dal «1° ottobre 2022 al 31 marzo 2023» e fatturati entro il «31 dicembre 2023». La rateizzazione decade in caso di inadempimento di due rate anche non consecutive. La norma descritta nelle bozze prevede infine che Sace fornisca una garanzia sulle assicurazioni dei crediti così maturati dalle imprese fornitrici a meno che, questo aspetto è ancora in valutazione, «l’impresa richiedente non abbia approvato la distribuzione di dividendi o il riacquisto di azioni nel corso degli anni nei quali si procede al riconoscimento della rateizzazione a favore della stessa impresa». Sale, inoltre, da 600 a 3.000 euro la soglia dei premi esentasse che le imprese potranno concedere ai dipendenti come fringe benefit per pagare le bollette. Il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati al lavoratore dipendente, nonché le somme erogate o rimborsate allo stesso dal datore di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche di acqua, luce e gas, non concorreranno dunque a formare il reddito imponibile nel nuovo limite di 3.000 euro. Non solo. Se il contenuto delle bozze verrà confermato, sarà prorogato fino a fine anno il taglio di 30,5 centesimi delle accise sui carburanti e viene esteso fino a fine dicembre il contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, a favore delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale. Il bonus sull’acquisto di luce e gas per le imprese energivore è pari al 40% della spesa sostenuta per la bolletta, al 30% per le altre attività.Si aggiunge qualche incursione extra energetica con la stretta sul Superbonus e il rialzo dei limiti ai pagamenti cash. Il tetto al contante, secondo quando si legge in una bozza del decreto, a partire dal 1° gennaio 2023 salirà da 1.000 a 5.000 euro (attualmente è di 2.000 euro, ma a legislazione vigente era previsto che dal primo giorno del prossimo anno passasse a 1.000 euro). Arriva, inoltre, il bonus fino a 50 euro per l’acquisto di registratori di cassa telematici. «Ai soggetti passivi Iva obbligati alla memorizzazione e la trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi giornalieri» è concesso un contributo per l’adeguamento degli strumenti utilizzati per la predetta memorizzazione e trasmissione telematica «complessivamente pari al 100% della spesa sostenuta, per un massimo di euro 50 per ogni strumento e in ogni caso nel limite di spesa di euro 80 milioni per l’anno 2023», si legge nella bozza. Il contributo «è concesso sotto forma di credito d’imposta di pari importo, da utilizzare in compensazione».Nella bozza ci sono anche misure per l’incremento della produzione di gas naturale con il rilascio di nuove concessioni di coltivazione di idrocarburi in zone di mare poste fra le 9 e le 12 miglia dalle linee di costa e dal perimetro esterno delle aree marine e costiere protette, limitatamente ai siti aventi un potenziale minerario di gas per un quantitativo di riserva certa superiore a una soglia di 500 milioni di metri cubi. Si prevede inoltre che, «in deroga» al divieto alle trivellazioni, previsto dalle norme per l’attuazione del piano energetico nazionale, «è consentita la coltivazione delle concessioni» di coltivazione di idrocarburi «poste nel tratto di mare compreso tra il 45° parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po» a una distanza dalla costa superiore a 9 miglia. Questo a condizione che i titolari delle concessioni presentino «analisi tecnico-scientifiche e programmi dettagliati di monitoraggio e verifica dell’assenza di effetti significativi di subsidenza sulle linee di costa da condurre sotto il controllo del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica». «Incontrerò sabato Zaia su tutti i dossier che ci possono riguardare, quelli di competenza del mio dicastero e quindi quelli che riguardano l’impresa e il lavoro italiano», ha intanto annunciato ieri il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, rispondendo a chi gli chiedeva un commento sulla contrarietà del presidente del Veneto alle trivelle nel Veneto. «Ci sarà ovviamente la necessità e il tempo per confrontarci anche su questo dossier che riguarda anche le imprese del Veneto perché tra le imprese energivore che otterrebbero beneficio da un provvedimento di questo tipo ci sono anche delle imprese che conosco bene e che conosce bene anche il governatore Zaia in Veneto», ha aggiunto Urso. Sul tema è intervenuto anche Roberto Calderoli, ministro degli Affari regionali, che si è schierato con il compagno di partito: «Condivido pienamente quello che dice il governatore Zaia».