2024-03-17
Lacerenza molla, il campo largo si sfascia
Domenico Lacerenza (Ansa)
In Basilicata il candidato alle Regionali annuncia il ritiro tre giorni dopo l’investitura e Matteo Renzi si schiera con Vito Bardi (centrodestra). Figuraccia anche in Piemonte: il partito di Elly Schlein sceglie Gianna Pentenero come governatore, il M5s s’infuria e va da solo.Il Pd del Piemonte trova la sintesi sul nome del candidato alla presidenza della Regione che verrà sconfitto il prossimo giugno dal governatore uscente del centrodestra, Alberto Cirio di Forza Italia. Si tratta di Gianna Pentenero, assessore del Comune di Torino a lavoro, attività produttive, polizia municipale e politiche per la sicurezza, destinata a una sicura disfatta poiché il M5s, poche ore dopo l’annuncio dei dem, comunica che correrà da solo, con un proprio candidato.Sabato tragico, quello di ieri, per l’orticello (altro che campo) progressista: anche in Basilicata la pseudo alleanza va in frantumi, con Domenico Lacerenza che si ritira e il M5s che fa sapere di essere pronto a correre da solo anche lì, regalando al centrodestra un’altra probabile vittoria a tavolino, con l’uscente Vito Bardi che, a questo punto, ha enormi probabilità di essere riconfermato (e che ieri ha incassato anche l’appoggio di Italia viva, che appoggerà Bardi con la lista Orgoglio lucano).L’ennesimo capolavoro politico del duo di picche Elly Schlein-Giuseppe Conte che tra Piemonte e Basilicata danno l’idea di essere più interessati alla competizione tra loro che a costruire un’alternativa competitiva con il centrodestra. Tra l’altro, a quanto ci risulta, la Pentenero non potrà contare neanche sul sostegno di Azione: Carlo Calenda è orientato a sostenere Cirio e c’è da capirlo, considerato che la nave-Pentenero è destinata a incagliarsi prima ancora di prendere il largo. «Siamo arrivati a questa assemblea con due mozioni», sottolinea il segretario regionale piemontese dei dem, «ma è maturato in queste ore uno scenario unitario che vede la disponibilità di Chiara Gribaudo e Daniele Valle non tanto di fare un passo indietro, questo non lo chiederei mai, ma a fare un passo di lato. E questo è stato fatto anche grazie alla disponibilità di una persona, Gianna Pentenero, a candidarsi alla presidenza del Piemonte alle prossime Regionali». La conta tra la Gribaudo, sostenuta dalla Schlein, e Valle, bonacciniano, viene scongiurata in extremis ma salta pure l’alleanza con il M5s. Igor Taruffi, responsabile Pd Organizzazione, e Davide Baruffi, responsabile Pd Enti locali, i Cip e Ciop che la Schlein e Stefano Bonaccini spediscono in giro per l’Italia a far danni, vergano una nota tragicomica: «Non crediamo che questo sia il tempo dei distinguo», dichiarano solenni Taruffi e Baruffi, «ma quello della sintesi e rimaniamo aperti a compiere tutte le scelte utili per unire. Perché per noi le ragioni dell’unità delle forze alternative alla destra vengono prima di ogni ragione di parte. Quello di oggi non è un punto di arrivo ma di partenza, perché il compito del Pd è lavorare per costruire l’alleanza più ampia: ci rivolgiamo per questo a tutte le forze politiche e civiche che non si riconoscono nella destra, compreso il M5s, confermando la piena disponibilità del Partito democratico a proseguire il confronto programmatico per trovare una sintesi più avanzata».Candidare un assessore comunale di Torino è uno schiaffo a Chiara Appendino, ex sindaco in pessimi rapporti con l’attuale primo cittadino, Stefano Lo Russo, e così, manco a dirlo, passano pochi minuti e il M5s sbatte la porta: «Apprendiamo dalle agenzie di stampa», scrivono in una nota i grillini Sarah Disabato, coordinatrice regionale e capogruppo M5s Piemonte, Sean Sacco e Ivano Martinetti, consiglieri regionali, la senatrice Elisa Pirro e i deputati Chiara Appendino e Antonino Iaria, «la decisione maturata dal Pd di ufficializzare la candidatura di Gianna Pentenero alle prossime elezioni regionali del Piemonte. Alla luce di tutto questo, nei prossimi giorni, il M5s illustrerà il proprio programma elettorale e avvierà il percorso per la scelta del proprio candidato presidente».Mentre Cirio può già iniziare a pensare ai prossimi cinque anni di governo in Piemonte, si sfascia tutto anche in Basilicata. Il candidato per una notte, Domenico Lacerenza, sostenuto da Pd, M5s e Avs ma già graticolato a dovere, annuncia il suo passo indietro. La scelta di Lacerenza era stata accolta con scetticismo diffuso, anche per il veto del M5s su ogni ipotesi di alleanza con Azione, che ha in Basilicata una delle sue roccaforti, grazie al consenso di cui gode l’ex presidente della Regione, Marcello Pittella, leader locale del partito di Carlo Calenda che su X infierisce: «Dilettanti allo sbaraglio. Altro capolavoro politico di Conte con Pd a rimorchio». Calenda sarà oggi a Potenza dove, insieme a Pittella, comunicherà la scelta di Azione. Fonti molto bene informate annunciano alla Verità una lunga notte di trattative con in pole position l’ipotesi che alla fine Calenda sosterrà il presidente uscente della Basilicata, Vito Bardi di Forza Italia. Restano come ipotesi di scuola quella di una candidatura che possa tenere insieme tutte le opposizioni e quella di un M5s che decida di correre da solo, lasciando a Pd e Azione la possibilità di un’intesa nei minuti di recupero.Quanto accaduto ieri sull’asse Torino-Potenza, dopo le elezioni in Abruzzo stravinte dal centrodestra contro tutte le opposizioni unite, è la dimostrazione che la vittoria di Alessandra Todde in Sardegna sia stata frutto di una congiunzione astrale irripetibile. Un po’ come quando una squadra di calcio vince uno Scudetto ogni 33 anni.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)