2020-09-28
L’Europa ci impone l’utero in affitto
Ursula von der Leyen (Ansa)
Ieri, sulla prima pagina del Sole 24 Ore, è comparso un editoriale con un titolo fulminante: «La tirannia delle minoranze soffoca la Ue». Mai affermazione fu più vera. Peccato che, secondo il giornale di Confindustria, le vere minoranze tiranniche siano quelle sovraniste, colpevoli di impedire una corretta gestione dell'immigrazione. A ben vedere, però, l'Europa sembra succube di tutt'altre istanze. Insomma, la tirannia delle minoranze esiste eccome, ma i sovranisti non c'entrano un tubo. A dominare l'immaginario e l'azione politica europea è piuttosto il culto delle vittime imposto dal politicamente corretto, che concretamente si traduce nella celebrazione dei migranti, del meticciato culturale e dei confini aperti. Celebrazione a parole, ovviamente, perché poi quando si tratta di ospitare gli stranieri i primi a serrare le frontiere non sono i perfidi sovranisti, bensì gli stimati liberali (vedi i francesi).Lo dimostra perfettamente il nuovo piano per l'immigrazione presentato nei giorni scorsi da Ursula von der Leyen. Non prevede praticamente nulla riguardo la difesa dei confini e di fatto impone l'accoglienza coatta a nazioni come la nostra, segno evidente che l'attenzione e la cura riservate ai migranti sono diverse da quelle verso gli italiani. Ma l'atteggiamento filo immigrazionista non è l'unica posa in cui i vertici Ue amano esibirsi. La signora von der Leyen, non paga di aver presentato le sue strabilianti idee dell'ospitalità, si è immediatamente dedicata a un'altra minoranza: quella arcobaleno. Lo ha fatto in due occasioni: la prima volta nel corso di un imponente intervento al Parlamento europeo riunito in sessione plenaria il 16 settembre. La seconda volta un paio di giorni fa nella sua video rubrica social chiamata #AskThePresident.Che cosa ha detto la augusta signora? Come sempre se l'è presa con il governo polacco e le sue «Lgbt free zones». Il fatto è che dietro le critiche ai provvedimenti, piuttosto estremi, adottati in Polonia, si nascondono messaggi pesanti rivolti a tutti gli altri Stati europei, compreso il nostro. Secondo la von der Leyen, «ogni persona deve essere libera di essere sé stessa e amare chi vuole in tutti i Paesi europei», e ci mancherebbe. Peccato che la libertà di amare ed essere amati non c'entri nulla. Gli attivisti Lgbt non vogliono il diritto di amare, che nessuno potrebbe negargli. Pretendono piuttosto quello di fare figli tramite utero in affitto. O quello di imporre concetti come l'identità di genere anche a chi le rifiuta. E purtroppo l'Europa li sostiene in queste battaglie. La cara Ursula infatti ha fatto sapere che lavorerà alacremente sul «riconoscimento reciproco delle relazioni familiari nell'Unione europea», e ha spiegato che «chi è genitore in un Paese deve esserlo in tutti i Paesi». Bellissima idea. Sapete che vuol dire? Semplificando un po', applicare questa visione significa che se una coppia arcobaleno ha avuto un figlio tramite maternità surrogata all'estero e vuole tornare a vivere in Italia, l'Italia deve essere obbligata a riconoscere quel bimbo come figlio di due padri.La legge italiana proibisce severamente l'utero in affitto, ma a quanto pare ai vertici Ue non sta bene. La tirannia delle minoranze, dopo tutto, funziona così: le istanze delle presunte vittime di discriminazione vanno accolte, a prescindere da tutto. Se poi accontentare le minoranze significa zittire tutti gli altri, va bene lo stesso. Di nuovo, li dimostra chiaramente il dibattito sulla legge bavaglio arcobaleno, il ddl Zan. Ora che il governo Conte si è rafforzato e il Pd ha guadagnato forza, c'è da credere che i militanti Lgbt torneranno a battere la grancassa per far approvare il provvedimento liberticida. Ci sono già i primi segnali.Nei giorni scorsi David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli psicologi, ha scritto a nome del suo organismo alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e al presidente della Camera, Roberto Fico, per esprimere «il vivo interesse e il sostegno della nostra categoria professionale al testo unificato del disegno di legge in ordine al contrasto dell'omotransfobia, comunemente definito come ddl Zan». Secondo Lazzari, introdurre «reati di discriminazione fondati sull'orientamento sessuale e l'identità di genere costituirà, ne siamo certi, un importante passo avanti nell'attuazione del dettato costituzionale e, contemporaneamente, un momento importante nella crescita culturale ed etica dei cittadini e delle cittadine del nostro Paese». Crescita culturale grazie alla censura del pensiero non allineato, davvero geniale. Ecco, signori: questa è la tirannia delle minoranze. In nome dei «diritti arcobaleno» si può contemporaneamente chiedere di sdoganare l'utero in affitto (in contrasto con le leggi vigenti) e di mettere la mordacchia a chiunque non si pieghi al pensiero unico Lgbt. Il tutto con il benestare di politici conniventi, associazioni culturali, ordini professionali e perfino delle istituzioni europee. Sì, una tirannia soffoca il Vecchio Continente: ma non è quella sovranista.
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