
Luciano Nobili, braccio destro di Matteo Renzi: «Pensano di sconfiggere i sovranisti alleandosi con i populisti. La Raggi peggior sindaco di Roma».Onorevole Nobili, la chiamano il «mastino renziano». «Renziano senza dubbio. Mastino perché?È famoso per le urlatacce in tv a difesa del suo amato Matteo.«Siamo vittime di campagne di stampa diffamatorie. Dobbiamo rispondere!».Italia viva si sta staccando dal centrosinistra? (Sospiro). «Telese, per caso si è svegliato male?».Non c'è stata ancora un'elezione regionale in cui il vostro simbolo fosse vicino a quello del Pd. «E allora?».Si dice che abbiate la tentazione di far cadere Giuseppe Conte. «Perché dobbiamo cominciare con le fake news?».Avete appena votato contro il governo. «La maggioranza giallorossa è nata per una intuizione spregiudicata e geniale di Matteo Renzi». Mica fessi. Vi siete presi due ministeri! «È stata una scelta di estrema correttezza da parte nostra». Dice? Avete preso le poltrone nel Pd, e il giorno dopo eravate fuori. «Non volevamo che si pensasse che noi facessimo Italia viva per trattare a mani libere». Ah ah ah. Avete protestato praticamente su tutto. «Ho votato il taglio dei parlamentari che mi faceva schifo! E il rifinanziamento di Reddito e quota 100 che sono una vergogna!».Perché vota se le fa schifo?«Siamo in una maggioranza. Ognuno deve farsi carico». Quindi nessuna sostituzione di Conte dopo il voto in Emilia?«Che noi si voglia far cadere il governo è una barzelletta».Siete voi che vi state smarcando sulla giustizia, mica io. «Siamo quelli che hanno scelto di allontanare Salvini, di togliere l'Italia dall'isolamento e dalla trappola dello spread. Di impedire che il conto del Papeete fosse pagato dagli italiani!». Siete gli unici a dissociarvi, per ora. «La Plastic tax non è scattata grazie a Italia viva! E ora va abolita del tutto. Una nota azienda sta delocalizzando in Albania usando come pretesto la Sugar tax. I danni dei grillini si sommano a quelli dei leghisti».Dove?«Banca d'Italia oggi ha certificato che la quota 100 salviniana ha contratto l'occupazione». E i 9.000 docenti appena entrati nella scuola? «Maddai! Non funziona».Sulla prescrizione voterete contro?«L'abolizione della prescrizione è una barbarie!!! Un abominio, nel Paese di Cesare Beccaria».Quindi sì. «Per opporci al “fine processo mai" siamo disposti a discutere con tutti». Anche l'opposizione? «Abbiamo chiesto certezza della pena e dei tempi del processo. Ci è stato detto “va bene", poi ci è stato detto “no", poi ci hanno detto “faremo dei correttivi"». E quindi? «Se non ci sarà questa proposta voteremo contro. Mi perplime che il Pd non sia su questa posizione».Lei è molto critico con gli ex compagni.«Sono incredibili. Orlando vota la Bonafede. Zingaretti dice “la Raggi non deve dimettersi" e che Conte è “punto di riferimento dei progressisti nel mondo"!».Che conseguenze trae? «Il Pd sta procedendo nel processo di fusione con il M5s».Luciano Nobili, braccio destro operativo di Matteo Renzi, deputato, proconsole a Roma, centravanti di sfondamento nei talk show. Per capire dove va l'ex premier devi ascoltare lui. È sicuro della fusione Pd-M5s? «Salvini è stato così bravo da svuotare Di Maio quando era al 33%. Mentre il Pd ormai si sta grillizzando. È un disegno preciso». Quale? «Battere i sovranisti alleandosi con i populisti». Anche lei ha votato Conte. «Ma non cambio idea sull'antidemocraticità del M5s!».Allora perché ci governa? «Oggi è inevitabile: ma lavoriamo per andare a due cifre. Ce la faremo». Renzi dice che lui il Pd lo vuole svuotare. «Stiamo impegnandoci in un'impresa pionieristica e piena di rischi».Vuole una medaglia? «Ognuno di noi ha ricevuto decine di offerte per restare nel Pd».E Nobili?«Se fossi rimasto avrei avuto un ruolo». Lei che è per Renzi quello che Intini fu per Craxi e Bondi per Berlusconi?«Non faccia lo spiritoso. Sono un amico di Matteo che condivide le sue idee da sempre». Quando avete legato? «In una riunione a Santarcangelo di Romagna Matteo fece un intervento pazzesco. Ero tra Paolo Gentiloni e Francesco Rutelli, e gli dico: “Questo tempo 10 anni diventa premier"».E loro?«Seeehhh!». Lei da dove viene?«La prima tessera fu l'Asinello di Rutelli e Prodi. Papà Dc, mamma socialista». Il primo comizio?«Craxi all'Adriano nel 1991. A 13 anni. Indimenticabile! Nello stesso cinema ho visto il film di Amelio».Non è andato ad Hammamet, però. «Senza gli impegni elettorali ci sarei andato. Ma ho spedito un sms affettuoso a Bobo». Piaciuto il film? «È un monologo teatrale di fascino gigantesco. Interpretazione unica di Favino. Un'opera benemerita perché torna a farci discutere di Craxi». E oggi che pensa del leader del Garofano? «È un punto di riferimento della sinistra riformista. Berlinguer è stato un grande leader, ma aveva ragione Craxi. Matteo ha avuto la capacità di rendere maggioritarie quelle idee».Ripeto: siete al palo. «Tutti hanno provato ad ammazzarci». Parla delle inchieste?«Parto dai giornali. Noi vogliamo salvare l'Italia e voi scrivete “Italia viva vota con la Lega"». Meno male che i titoli li facciamo ancora noi. «Il populismo dell'informazione ha responsabilità nel disastro che stiamo vivendo».Esempio? «Salvini può andare in tv a dire che le banche dominano il mondo!».Che dovrebbero fare, scusi? Impedirgli di parlare? «La Boschi dalla Gruber non riusciva ad aprire bocca!».Cita proprio Otto e mezzo dove la Gruber per due volte ha bacchettato il leader della Lega?«Giannini attaccava la Boschi. In un Paese normale i giornalisti fanno le domande non i protagonisti politici». Forse perché voi non rispondete.«Ho trovato incredibile la domanda della Gruber alla Boschi sul fidanzato. Poi scrive un libro sulle donne!».Perché sarebbe sessismo fare domande sui fidanzati della Boschi? Mi parli della sua.«Si figuri. Non sono questioni politiche». Che cosa fa Italia viva adesso? «Con una barchetta ci siamo messi in mezzo al mare. C'è una colla di passione, fra noi, che non ho mai visto. Abbiamo una condivisione umana e politica totale». Nascerà il «polo del buonsenso» con Calenda e la Bonino?«È uno spazio politico che serve a questo Paese, tra Salvini e la sinistra grillina e populista». Perché non votate Callipo? «Non ci convince». Perché siete contro Emiliano? «Il nostro voto se lo scorda. Correremo per un altro candidato». E De Luca?«Siamo molto esigenti. Vogliamo un candidato forte». A me De Luca sembra fortissimo. «Vogliamo partecipare per scegliere». Adesso lei democristianeggia. Volete dei posti?«Ne discuteremo tranquillamente». È diventato virale il suo litigio con Fittipaldi dalla Merlino. «Voi giornalisti dovete sottoporvi alla discussione». Si parlava del prestito di Renzi ottenuto da Magistrelli, uno che lui aveva nominato. Che ne pensa?«È normale chiedere soldi a un carissimo amico di famiglia». Normale un prestito di 700.000 euro a un politico?«Assolutamente». A Roma potreste candidare Calenda?«Se qualcuno a Roma dopo il disastro della Raggi parla di alleanza con il M5s io sparo». Le ho chiesto di Calenda. «Con ordine. Roma è senza governo da anni. Prima la destra, un fallimento con venature criminali. Poi Marino, che ha fatto anche cose buone ma si è dovuto dimettere». Le rinfresco la memoria: lo ha dimissionato Renzi. «Una balla. Sono uno di quelli che ha sostenuto quella decisione. Ma è una storia complessa». Niente alleanza con i grillini? «La Raggi è il peggior sindaco della storia di Roma».Calenda scrive che Renzi non gli risponde, perché? «So che si sono parlati. Sa, Calenda ha i tempi di Twitter». Cioè? «Il Calenda delle ultime due ore dice una cosa. Quello di 10 tweet fa è già scaduto». Giudizio carino per un alleato. Quindi a Roma non lo vuole.«Partire dal nome è un errore». E da dove si parte? «Da una riscossa civica e popolare. I romani sono stanchi di Milano che ce la fa dappertutto». Ma dopo la «riscossa popolare» Calenda va bene? «È un possibile candidato, di prestigio. Ma servono scelte nette: se qualcuno pensa che si fa l'alleanza con il M5s sappia che per noi è un errore criminale». E a livello nazionale?«Ecco, bravo. Non la faremo nemmeno alle politiche. Piuttosto il suicidio».
(Arma dei Carabinieri)
I militari del Comando di Milano hanno seguito fino in provincia di Bergamo un Tir sospetto con targa spagnola. Arrestati tre italiani e un cittadino spagnolo. Sequestrate anche armi da fuoco.
Nella serata del 25 novembre i Carabinieri della Compagnia di Milano Duomo hanno arrestato per detenzione illecita di sostanze stupefacenti due bergamaschi, un palermitano e un soggetto di nazionalità spagnola, rispettivamente di 28, 32, 29 e 54 anni.
I militari dell'Arma, nel corso di un più ampio servizio di prevenzione generale organizzato per le vie di Milano, insospettiti da un autoarticolato con targa spagnola di dubbia provenienza, dopo una prima fase di monitoraggio fino alla provincia di Bergamo, hanno sorpreso i soggetti mentre scaricavano 10 borsoni dal mezzo, all’interno di un capannone.
Alla perquisizione, sono stati trovati 258 chilogrammi di hashish, suddivisi in panetti da 100 grammi ciascuno e termosigillati.
L’autoarticolato, sottoposto a sequestro, è risultato dotato di un doppio fondo utilizzato per nascone la droga.
Nel corso dei successivi accertamenti sviluppati nelle abitazioni degli indagati, sono stati rinvenuti in casa del 28enne altri 86 chili di hashish, termosigillati e nascosti all’interno di un congelatore oltre a materiale per il confezionamento, due pistole cariche con matricola abrasa, munizioni e materiale riconducibile ad altri reati tra cui t-shirt riportanti la scritta «Polizia», un paio di manette, una maschera per travestimento, il tutto ancora ancora al vaglio degli inquirenti. Per il 28enne è scattato l’arresto anche per detenzione abusiva di arma clandestina. Nell’abitazione del 29enne sono stati invece trovati altri 4 chilogrammi di droga, anche questi custoditi in un congelatore, suddivisi in panetti da 100 grammi ciascuno e termosigillati. Complessivamente, sono stati sequestrati circa 348 chilogrammi di hashish.
Su disposizione del Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Bergamo, i quattro sono stati portati nel carcere di San Vittore di Milano in attesa dell’udienza di convalida.
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Brian Hughes (Getty Images)
L’uomo messo da Trump alla Nasa come capo dello staff: «Torneremo sulla Luna anche con partner italiani. Vogliamo creare una economia spaziale di tipo commerciale. Con l’agenzia russa continuiamo a collaborare».
Politico lo ha definito ad agosto «l’uomo di Trump all’interno della Nasa». È stato senior advisor dell’attuale presidente americano durante la campagna elettorale del 2024. Poi, dopo la vittoria, Trump lo aveva nominato vice consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca con delega alle comunicazioni strategiche. Tutto questo fino a maggio, quando il presidente lo ha fatto designare capo dello staff della Nasa. Brian Hughes ha quindi assunto un ruolo chiave all’interno di un’agenzia che Donald Trump considera strategica sia sul piano tecnologico che su quello geopolitico: un’agenzia che l’inquilino della Casa Bianca vuole adesso sottoporre a una serie di riforme per incrementarne l’efficienza, ridurne i costi e rafforzarne i legami con il settore privato.
Nel riquadro Francesco Morcavallo (iStock)
Francesco Morcavallo: «Le autorità non possono intervenire sullo stile di vita se non limita la libertà altrui, altrimenti è Stato etico. Le strutture che ospitano bimbi hanno un giro di miliardi».
Lei ora è avvocato dopo essersi occupato di minori in quanto magistrato, giusto?
«Ho lasciato la magistratura nel 2013».
Si fa un gran parlare di riforma della giustizia, lei che idea si è fatto?
«La riforma della giustizia sul tema della giustizia dei minori è marginale. In Italia la riforma della giustizia civile avrebbe bisogno di scelte coraggiose, tipo decongestionare l’attività dei tribunali».
(Ansa)
Il ministro degli Esteri: «Stiamo lavorando per riportare a casa lui e gli altri detenuti politici. L’altro giorno il nostro ambasciatore ha avuto la possibilità di incontrare Alberto Trentini e un altro italiano detenuto in Venezuela, e ha parlato con loro. Trentini è sì detenuto, ma è stato trovato in condizioni migliori rispetto all’ultima volta in cui era stato visto». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando dell’attivista trattenuto in Venezuela, a margine dell’assemblea di Noi Moderati in corso a Roma. «La famiglia è stata informata – ha aggiunto – e questo dimostra che stiamo seguendo la vicenda con la massima attenzione. Il ministero degli Esteri, come tutto il governo, se ne occupa con grande scrupolo. Stiamo lavorando per riportarlo a casa. Non è un’impresa facile: basta guardare la situazione internazionale».






