2020-01-07
La strategia del Conte bis: aspettare. Senza accordi la maggioranza rinvia
Il governo è paralizzato. Meglio rimandare la «verifica» sui nodi più intricati, da Autostrade ad Alitalia alla crisi internazionale. Timori sul caso della nave Gregoretti. Minislittamento anche per la prescrizione.Meglio rimandare, che essere rimandati: il motto degli studenti impreparati, che preferivano saltare un'interrogazione piuttosto che beccare un'insufficienza, si adatta alla perfezione alla scelta della maggioranza giallorossa di rinviare le discussioni sui nodi più intricati da sciogliere. Non essendoci accordo su nulla, meglio nascondere la polvere sotto il tappeto e attendere tempi migliori, se mai ci saranno: Pd, M5s, Italia viva e Leu sperano che Stefano Bonaccini riesca a resistere all'avanzata del centrodestra in Emilia Romagna, mettendo un po' di carburante nel motore del governo. Fino al 26 gennaio, quindi, meglio mettere da parte propositi di verifiche, nuove agende, programmi e buoni propositi: alle regionali in Emilia Romagna e Calabria, mancano «appena» 20 giorni, e quindi è il caso di non accendere troppi fuochi.Slitta, di 48 ore, il vertice di maggioranza sulla prescrizione: in programma oggi, è stato spostato di 48 ore. Il tema è cruciale: dallo scorso primo gennaio, infatti, è entrata in vigore la riforma targata Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia del M5s, che il Pd e Italia viva però vogliono assolutamente modificare. La riforma prevede lo stop assoluto della prescrizione dopo la sentenza di primo grado: per il M5s si tratta di un modo per impedire che gli imputati possano «salvarsi» dilatando a dismisura la durata dei processi, grazie a avvocati specializzati nei rinvii, mentre il Pd e Iv giudicano questa riforma indigeribile, perché sostanzialmente rappresenta una sorta di «condanna» a un processo infinito. La proposta di legge presentata lo scorso 27 dal Pd si rifà alla precedente riforma, targata Andrea Orlando, ex Guardasigilli e ora vicesegretario Dem, e prevede una sospensione dei tempi della prescrizione di due anni per l'appello e di un anno dopo la Cassazione, ai quali si possono aggiungere altri sei mesi se c'è il rinnovo dell'istruzione dibattimentale, per un totale di 3 anni e sei mesi. La maggioranza deve assolutamente trovare un punto di equilibrio, è a rischio la tenuta stessa del governo.Un altro argomento scottante, sul quale potrebbe esserci un rinvio, è l'affaire Gregoretti, ovvero la richiesta di autorizzazione nei confronti di Matteo Salvini per il reato di sequestro di persona avanzata dal Tribunale dei Ministri di Catania. Il procedimento è già incardinato presso la Giunta per le immunità del Senato, presieduta da Maurizio Gasparri di Forza Italia, che nei giorni scorsi ha sottolineato che il 20 gennaio l'organismo potrebbe già esprimersi, per poi passare la palla all'aula di Palazzo Madama. Il voto definitivo, quindi, sarà quello dell'aula, e potete stare certi che prima delle elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria non se ne farà nulla: per Salvini, infatti, comunque andrà sarà un successo.Se il Senato lo manderà a processo, Salvini avrà gioco facile nel presentarsi davanti agli italiani come un martire della sicurezza dei confini della Patria: «A gennaio», ha detto ieri il leader della Lega,»ci sarà l'eventuale possibilità di un processo nei miei confronti, mi vedete preoccupato? No, più che altro sono schifato e incuriosito. Schifato perché solo in Italia qualcuno può provare a processare con l'ok del parlamento un ex ministro che ha semplicemente difeso i confini, la sicurezza, l'onore e la dignità del suo Paese. Non so quanti soldi stia costando al contribuente italiano», ha aggiunto l'ex ministro dell'Interno, «questa persecuzione, questa caccia alle streghe contro Salvini. Paura? Zero». «Sono orgoglioso», ha argomentato Salvini, «di quello che ho fatto e che torneremo a fare: poi facciano quello che credano, tanto processo in più processo in meno… Se mi chiameranno in tribunale e dovrò rispondere per aver difeso i confini del mio Paese non processeranno solo me, ma processeranno un intero popolo».Se invece il Senato, dove c'è una seppur risicata maggioranza sulla carta favorevole a concedere l'autorizzazione a procedere (M5s, Pd, Iv e Leu, oltre ad alcuni esponenti del misto), dovesse «salvare» Salvini, il governo andrebbe a casa dopo 10 minuti. Dunque, anche se, come ha detto Gasparri, «presumibilmente» il 20 gennaio la Giunta si esprimerà, non è escluso un rinvio, e in ogni caso per il voto definitivo si attenderà l'esito delle regionali (ci sono 30 giorni di tempo).Il prossimo 13 e 14 gennaio, inoltre, è in programma il «conclave» del Pd promosso dal segretario Nicola Zingaretti presso l'abbazia di San Marco Pastore a Contigliano, in provincia di Rieti. Un incontro a porte chiuse, per definire il programma che il Pd presenterà agli alleati al momento della fantomatica verifica di governo, che il premier Giuseppi Conte aveva annunciato per l'inizio del nuovo anno, ma che la cautela e i dissidi interni alla coalizione giallorossa hanno fatto slittare.Poco importa, se i problemi da affrontare sono giganteschi e delicatissimi, dalla eventuale revoca delle concessioni a Autostrade per l'Italia al destino di Alitalia, dal futuro della Banca Popolare di Bari al referendum sul taglio dei parlamentari, senza contare la crisi internazionale: nella maggioranza non c'è accordo su nessuno di questi argomenti, e Conte altro non può fare che aspettare e sperare che Dio gliela mandi buona, anzi Bonaccini.
Tyler Robinson dal carcere dello Utah (Ansa)
Tedros Ghebreyesus (Ansa)