2020-10-20
La sparatoria di Reggio Emilia non può essere la scusa per stracciare il porto d’armi
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Sabato notte Gaetano Lombardi ha aperto il fuoco su un gruppo di cinque ragazzi di origini nordafricane ferendone tre di cui uno in maniera grave. L'uomo di 43 anni è in stato di fermo, accusato di tentato omicidio plurimo, lesioni, ricettazione e detenzione abusiva di arma comune, in quanto la pistola risultava rubata.Sabato notte, a Reggio Emilia, un uomo di 43 anni, Gaetano Lombardi, ha aperto il fuoco su un gruppo di cinque ragazzi di origini nordafricane. Due di loro erano minorenni; sono rimasti feriti, quello più grave ha una scapola perforata. Si tratta di Salah Eddine, 20 anni. Il marocchino, incrociandolo in piazza, avrebbe apostrofato lo sparatore: «Spostati, vecchio». Il «vecchio» non l'ha presa bene e ha tirato fuori una Beretta 950, calibro 6,35: «Sono stati maleducati», s'è giustificato con gli agenti. Ora Lombardi è in stato di fermo, accusato di tentato omicidio plurimo, lesioni, ricettazione e detenzione abusiva di arma comune. Già, perché la pistola risultava rubata. E qui casca l'asino.Poche ore dopo il fattaccio, il sindaco dem di Reggio Emilia, Luca Vecchi, ha inspiegabilmente commentato: «Considero meritorio il grande lavoro fatto in questi anni sulla restrizione all'autorizzazione all'utilizzo di armi da fuoco e credo si debba continuare in questa direzione». Al che uno si domanda: ma cosa c'entra la crociata piddina contro i legali possessori di armi - per non parlare dell'odio viscerale verso i cacciatori, le nemesi della sinistra in salsa Greta Thunberg - con il crimine commesso da un individuo che, l'arma, l'aveva rubata? Se, a Reggio Emilia, un tizio che non ha mai visitato una scuola guida ruba un'auto e investe il vicino di casa, il sindaco Vecchi cosa fa? Ritira la patente a tutti?Al solito, dal furore ideologico discendono scelte politiche irrazionali. Perché vessare chi, onestamente, detiene un'arma che utilizza per un'attività sportiva (mica esistono solo corsa e calcetto), o venatoria, soltanto perché un delinquente ha sottratto una pistola e provato a uccidere? Chi detiene un porto d'armi subisce già rigorosi controlli: visite mediche, esame dei requisiti psicofisici, certificato di idoneità al maneggio dell'arma, verifiche da parte delle Questure su denunce o precedenti penali. Chi lo richiede dev'essere immacolato: niente guai con la legge, niente abuso di alcol, niente consumo di droga, non sono tollerati nemmeno psicofarmaci blandi. Può capitare che, nonostante tutte le accortezze, un legale detentore di pistole o fucili commetta un omicidio? Sì. Esattamente come può succedere che un marito ammazzi la moglie usando il coltello comprato all'Ikea. Fatto sta che la tesi del sindaco di Reggio è scriteriata: colpisco chi sta in regola per il delitto commesso da un fuorilegge? È pure vero che stiamo parlando dell'esponente di un partito che, nel 2019, pur di opprimere chi ha passioni che ai sinistri non garbano (e poi si fanno chiamare liberal…), chiedeva di introdurre una tassa di 200 euro annui sul possesso di armi. Un'idea di Walter Verini, sposata da big come Maurizio Martina e Debora Serracchiani. Una persecuzione inutile, che oltre a voler punire per partito preso una categoria invisa al Pd (metodo che ricorda molto quello che i dem vorrebbero ora applicare sui piccoli esercenti, con la scusa del virus), non farebbe altro che oberare le Questure con altre scartoffie. Qualche anno prima, due senatrici piddine s'erano fatte solleticare da una fantasia ancora più stravagante: costringere i possessori di armi sportive a stoccarle nei poligoni. I quali, a quel punto, sarebbero stati costretti ad assumere plotoni di mercenari in difesa dei fortini, trasformati in una ghiottissima fonte d'approvvigionamento per criminali in cerca di pistole e fucili da rubare. Per fortuna, la legislazione italiana rimane equilibrata. Il nostro Paese ha anche recepito in modo intelligente una recente direttiva europea, che con la scusa del terrorismo (come se gli islamisti comprassero i kalashnikov in armeria), rischiava di colpire inopinatamente un settore economico florido. Resterebbe l'ultimo passo: liberalizzare il calibro 9x19, che da noi è vietato, poiché lo utilizzano militare e forze dell'ordine ed è sostituito, per gli scopi civili, dal 9x21 Imi. Un dettaglio tecnicamente irrilevante, che però fa lievitare il costo delle armi smerciate nel nostro Paese: i produttori sono costretti a riadattarle appositamente per noi. Lo scorso inverno ci aveva provato la Lega, ma il suo emendamento pro 9x19 era stato dichiarato inammissibile, in seguito al parere contrario del ministero della Difesa. L'ennesimo bizantinismo di una nazione in cui vige il culto della complicazione legislativa.