2020-11-23
«La sinistra prova a dividerci. Ma la Meloni porterà la pace»
Il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa: «Il Cav fa un gioco pericoloso: con i giallorossi sparirebbe. La Lega? L'unità del centrodestra e gli italiani vengono prima di qualche deputato in più».Senatore Ignazio La Russa, voi di Fdi credete che le liti tra Lega e Forza Italia nascano da una trappola della maggioranza?«È un tentativo che va avanti già da un po' di tempo. Ha visto come si comportano?».Come?«Sottolineano continuamente le differenze culturali tra i partiti del centrodestra, tra sovranisti e non sovranisti...».Le differenze non esistono?«Esistono, ma c'entrano poco».E cos'è che c'entra?«La paura della sinistra e dei 5 stelle. La stessa paura che li ha portati a fare un governo innaturale e a resistere a ogni divaricazione, li spinge a tentare di dividerci».Non le pare che, almeno nel caso di Silvio Berlusconi, il tentativo stia riuscendo?«Mah, io non credo. L'unico segnale finora è che la maggioranza ha fatto approvare una legge che fa comodo a un'azienda italiana, che fa capo alla famiglia Berlusconi».Ha detto poco...«Ma Mediaset è in grado di entrare in contatto con chiunque, a prescindere da Berlusconi. E, soprattutto, la legge è giusta».Perché?«Perché, appunto, difende un'azienda italiana».Doveva votarla anche la Lega?«I retropensieri ci possono sempre essere, anche da parte nostra, ma non giustificano divaricazioni».Traduco: la Lega poteva pensar male, ma non sollevare polveroni?«Noi ci siamo sempre confrontati apertamente all'interno dei vertici. L'errore di Forza Italia è stato non confrontarsi prima su alcune questioni, come in questo caso, o nella strana proposta del doppio relatore per la Finanziaria, caduta poi nel vuoto».Consiglierebbe a Matteo Salvini di evitare il reclutamento di onorevoli in fuga da Fi?«Non do consigli a Salvini. La gente dà buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio». La Russa che intona De André?«Ecco. Preferisco continuare a dare cattivi esempi...».Non faccia il modesto: lei ha più esperienza di Salvini, una dritta gliela può dare...«Mah. Più che dare un consiglio a Salvini, resto fermo nel sostenere la strategia di Giorgia Meloni».Ovvero?«Giorgia vuole essere il punto di raccordo del centrodestra. E non per il gusto di fare il paciere».Con che scopo, allora?«Per evitare che si faccia un favore alla sinistra, che vorrebbe scompaginare il centrodestra. A noi dispiacerebbe molto fare a meno di Forza Italia».Non potreste permettervelo.«Potremmo vincere lo stesso. Senza contare che, di candidati a fare la “gamba moderata", ce ne sono parecchi. Anche se sono molto meno bravi di Berlusconi».Però?«Al contrario, Forza Italia, in balia di Pd, 5 stelle e Matteo Renzi, finirebbe per scomparire».Paradossalmente, quello di raccordare le anime del centrodestra era il ruolo storico del Cavaliere: un tempo litigavano Alleanza nazionale e Lega - e lui mediava.«I numeri non glielo consentono più. Perciò Berlusconi cerca di ritagliarsi un ruolo da protagonista nei confronti del governo. Ma è un gioco pericoloso».Come finirà?«Io non voglio accusare nessuno. Posso solo spiegarle qual è la particolarità di Fratelli d'Italia».Qual è?«Al di là dell'immagine e della forza di Giorgia e della nostra coerenza; noi guardiamo, sì, ai risultati del nostro partito, ma innanzitutto, per la nostra cultura di patrioti, mettiamo al primo posto l'interesse degli italiani».Questo lo dicono tutti.«In questo caso, fa proprio parte del nostro Dna. Ma per arrivarci, a volte, bisogna rinunciare a mezzi facili per crescere».Ad esempio?«Che so, se quattro o cinque deputati mi chiedono di venire in Fdi, io ragiono così: prendo 10.000 voti in più, ma indebolisco il centrodestra e il desiderio degli italiani di vederlo al governo».Allora Salvini ha fatto male a imbarcare i forzisti?«Non è che ha fatto male. Risponde a un'altra impostazione».Ovvero?«Ha voluto dare un segnale a Forza Italia. Inoltre, per la Lega - giustamente, dal loro punto di vista - la forza del partito è stata sempre al primo posto. D'altronde, anche Berlusconi deve fare i conti con un partito che si sta annacquando».E allora?«Tocca a noi, che abbiamo la stella polare dell'unità del centrodestra per battere la sinistra, e che abbiamo più a cuore gli italiani di uno 0,5% in più per il partito, fare da collante della coalizione».Come mai le lusinghe a Fi sono arrivate dal Pd? I dem cercano di ridurre il peso dei grillini?«Mmm... Non ho visto alzate di scudi dai 5 stelle. È la prova di quello che le dicevo prima».Del fatto che è una trappola?«Sì, una manovra per dividerci. I 5 stelle parlavano con la Lega, ma si rifiutarono di parlare con Berlusconi».Erano ancora i tempi in cui lo chiamavano «psiconano»...«Eeeeh... Capisce che tutto questo gioco delle parti, senza che i 5 stelle si ribellino, conferma che ho ragione. Ma vorrei mandare un messaggio ai giallorossi».Che messaggio?«Non ci riusciranno. Io accompagno spesso Giorgia nei vertici di coalizione: alla fine, noi la sintesi la troviamo sempre».Crede che pure Sergio Mattarella abbia provato a incastrarvi, con gli appelli alla collaborazione?«No, questo fa parte del ruolo del presidente della Repubblica. Chiunque, al suo posto, direbbe le stesse cose».Mattarella «scagionato»?«Be', affinché la collaborazione si realizzi, si deve operare in tal senso. E su questo, sì, possono esserci differenze tra presidente e presidente».La partita per il Colle è imminente. Come vi state muovendo?«Per ora non vorrei parlare del Quirinale. Una cosa per volta...».Alla fine, qual è il vostro piano per l'inverno? Opposizione a oltranza?«Dipende dall'atteggiamento della maggioranza».Ovvero?«Se continua a ignorare qualunque nostra proposta, non avrà sconti da noi». Loro assicurano di essere animati dalle migliori intenzioni...«Se vogliono collaborazione, devono dimostrarlo non con le parole, ma esaminando una per una le nostre proposte».Non teme che, qualora la collaborazione si concretizzasse, le «colpe», agli occhi degli italiani, si spalmino pure su di voi?«Le colpe del passato non le può “spalmare" nessuno: la responsabilità politica degli errori commessi finora rimane in capo al governo». E voi che funzione svolgereste?«Se possiamo mitigare il danno economico e sociale causato agli italiani, che, come le dicevo, noi mettiamo sempre al primo posto, siamo pronti a farlo. Anche a costo di sporcarci le mani. Non si scordi che siamo già stati fondamentali».A che allude?«Abbiamo votato due scostamenti di bilancio e sul terzo ci siamo astenuti. Senza di noi, l'extra deficit non sarebbe passato al Senato».È contento di come sono state usate quelle risorse?«Per niente. Hanno preso il nostro ok e poi non hanno accolto nemmeno una nostra proposta. Per cui, ora siamo più guardinghi: prima vediamo le proposte che siete disposti a esaminare e poi decidiamo se darvi il voto».Quindi, il vostro sì al prossimo scostamento di bilancio non è scontato.«No, non è affatto scontato».Con lo stallo sul Recovery fund, tornano a rinfacciarvi l'amicizia con i leader dell'Est.«Veramente, anche i Paesi frugali mettono i bastoni tra le ruote. E comunque, Viktor Orbán sta nel Ppe, il partito di Berlusconi e di Angela Merkel».Sbagliano Ungheria e Polonia, o la Commissione europea?«Ungheria e Polonia hanno ragione. Non si può accettare di essere ricattati: ti diamo i soldi solo se rinunci a difendere i confini».Si rischia che il Recovery fund non decolli in tempo per salvarci dalla crisi.«La verità, temo, è che hanno cantato vittoria troppo presto, sbandierando l'arrivo di soldi che ancora non ci sono».Salvini ha fatto l'ultrà di Donald Trump, con tanto di mascherina a tema. È parso anche a lei che la Meloni sia stata più prudente?«Ma perché deve fare paragoni tra Salvini e Meloni?».Non serve che le spieghi per quale motivo è inevitabile...«Guardi, la Meloni, prima di dire o fare qualcosa, studia e approfondisce molto più di chiunque altro io conosca».E quindi? Come l'avete presa la vittoria di Joe Biden?«Per l'America non è il massimo, ma alla politica interna devono pensarci loro. Noi temiamo che sia un danno per l'Europa».In che senso? Con Trump, le tensioni tra Washington e Bruxelles si sono moltiplicate.«Biden è la controfigura sbiadita di Barack Obama. (Pausa) Oddio, si può dire “sbiadita"? Non pensavo al colore eh...».Ma certo: intende dire che, a conti fatti, Obama potrebbe essere una sorta di presidente ombra.«Appunto. E la politica obamiana è stato quanto di peggio potesse immaginare l'Europa. Pensi solo ai danni provocati dalle primavere arabe».Visto che ci porta al Medio Oriente: un pensiero ai pescatori ancora prigionieri in Libia?«È molto molto più di un pensiero». Giustamente.«Io sono sempre stato solidale nella richiesta di verità per Giulio Regeni; e sono stato tra i primi a cercare di mobilitare l'opinione pubblica sui marò catturati in India. Mi stupisco che, ora, questa vicenda sia relegata ai margini del dibattito politico». Ne parlano in pochi.«È una vergogna. Fratelli d'Italia farà tutto il possibile».
Nucleare sì, nucleare no? Ne parliamo con Giovanni Brussato, ingegnere esperto di energia e materiali critici che ci spiega come il nucleare risolverebbe tutti i problemi dell'approvvigionamento energetico. Ma adesso serve la volontà politica per ripartire.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 18 settembre con Carlo Cambi