2020-09-11
La Regione Lazio paga 500.000 euro e promuove l’avvocato anti Casta
Gianluigi Pellegrino (Ansa)
Interrogazione della Lega contro la nomina all'istituto Jemolo del legale di Nicola Zingaretti.È stato considerato per anni l'avvocato che combatte le furbate della politica, in passato capace di mettere in difficoltà politici come il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e persino la lista di Silvio Berlusconi in Regione Lazio. Peccato che adesso al centro delle polemiche ci sia finito proprio lui, ovvero Gianluigi Pellegrino, classe 1967, legale della giunta della Regione Lazio di Nicola Zingaretti. Laura Corrotti, consigliere della Lega in consiglio regionale, ha presentato un'interrogazione «per profili di illegittimità per la sua nomina a commissario dell'istituto giuridico Arturo Jemolo», che tra l'altro ha sede davanti al tribunale di Roma. Del resto, la legge del 2013 spiega che «non possono essere conferiti incarichi di amministratore di ente pubblico di livello nazionale, regionale e locale, a coloro che abbiano svolto attività professionali comunque retribuite dall'amministrazione o ente che conferisce l'incarico». Per di più, allegata alla nomina c'è un parere dell'Anac che di fatto ha permesso al nuovo commissario di aggirare il problema, perché l'ente contro la corruzione distingue in servizi legali da patrocini occasionali. Pellegrino in questi anni si è guadagnato una certa notorietà sui giornali e in televisione. È stato anche avvocato del Coni di Giovanni Malagò sulle mancate Olimpiadi di Roma. Ma ha anche guadagnato molto come legale della giunta di Zingaretti. Perché dal 2013 a oggi ha ricevuto quasi 30 consulenze e incarichi per seguire l'amministrazione regionale, ricevendo compensi per 513.000 euro. È stato sempre Pellegrino a seguire la Regione sul caso dei dirigenti d'oro di Zingaretti, assunzioni che sono state definite illegittime in una sentenza di luglio del Consiglio di Stato e sui cui presto potrebbe aprire un'indagine la Corte dei conti. Non solo. È appunto di pochi giorni fa la notizia che il segretario del Partito democratico lo ha nominato commissario dell'Istituto regionale di Studi giuridici Jemolo, ente che secondo la legge regionale del 1987 dovrebbe essere governato da un consiglio di amministrazione composto da 15 membri eletti dal consiglio regionale e da un direttore. Non solo, sempre la legge spiega che la vigilanza e il controllo sull'istituto devono essere affidate sempre al consiglio, «che approva i bilanci, i programmi e anche alla giunta, cui spetta il controllo di legittimità e merito sugli atti del consiglio di amministrazione». Ormai da due mandati, invece, Zingaretti ha deciso di commissariarlo. Jemolo è un istituto di prestigio, riceve fondi regionali per oltre 1 milione di euro, vanta una sede distaccata a Frosinone e organizza corsi giuridici con professori, avvocati e magistrati. Alla fine del 2018, come si legge nel rendiconto generale, vantava entrate per 2.495.172 euro.La Corrotti in proposito ricorda che «dopo 13 anni di commissariamento dell'istituto regionale di studi giuridici Jemolo arriva da Zingaretti l'ennesima proroga che impedirà ancora una volta al consiglio regionale di esercitare la prevista funzione di governo sull'istituto. Come se non bastasse, la nuova nomina a commissario straordinario dell'avvocato Gianluigi Pellegrino, alla luce degli incarichi a lui affidati dalla stessa Regione Lazio, è quantomeno inopportuna in quanto è stato procuratore e ha assunto la difesa del Pd in molteplici contenziosi. Servono immediate spiegazioni, i cittadini laziali non possono essere presi continuamente in giro». Nel 2010 Pellegrino si guadagnò le pagine dei giornali perché riuscì, grazie a un cavillo giuridico, a escludere la lista del Popolo della libertà dalle elezioni in Regione Lazio. Nel 2015 è di nuovo alla ribalta sui giornali, perché tramite il Movimento difesa del cittadino, contesta la candidatura di De Luca in Campania, brandendo la legge Severino e ricordando che il governatore è stato condannato per abuso d'ufficio. Viene attaccato dal centrosinistra che aveva presentato De Luca alle elezioni, ma rivela in un'intervista a Formiche che «il Pd è il partito che io voto e Renzi è il segretario che io voto».
Nel riquadro la prima pagina della bozza notarile, datata 14 novembre 2000, dell’atto con cui Gianni Agnelli (nella foto insieme al figlio Edoardo in una foto d'archivio Ansa) cedeva in nuda proprietà il 25% della cassaforte del gruppo
Papa Leone XIV (Ansa)
«Ciò richiede impegno nel promuovere scelte a vari livelli in favore della famiglia, sostenendone gli sforzi, promuovendone i valori, tutelandone i bisogni e i diritti», ha detto Papa Leone nel suo discorso al Quirinale davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Padre, madre, figlio, figlia, nonno, nonna sono, nella tradizione italiana, parole che esprimono e suscitano sentimenti di amore, rispetto e dedizione, a volte eroica, al bene della comunità domestica e dunque a quello di tutta la società. In particolare, vorrei sottolineare l'importanza di garantire a tutte le famiglie - è l'appello del Papa - il sostegno indispensabile di un lavoro dignitoso, in condizioni eque e con attenzione alle esigenze legate alla maternità e alla paternità».
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