2024-02-19
La preoccupante instabilità della Repubblica democratica del Congo
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Sta aumentando l’instabilità nella Repubblica democratica del Congo. Si tratta di un campanello d’allarme a cui l’Occidente dovrebbe prestare la massima attenzione.Secondo Voice of America, lunedì della scorsa settimana “la polizia della Repubblica democratica del Congo ha sparato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti che bruciavano pneumatici e bandiere statunitensi e belghe vicino alle ambasciate occidentali e agli uffici delle Nazioni Unite nella capitale Kinshasa, arrabbiati per l'insicurezza nel Congo orientale”. In particolare, la stessa testata ha riportato che i dimostranti affermavano che “l’Occidente supporta il vicino Ruanda, accusato di sostenere la ribellione M23 guidata dai tutsi, la cui avanzata sta minacciando la città strategica di Goma a est”. Domenica della scorsa settimana gli Stati Uniti hanno esortato i loro cittadini nella Repubblica democratica del Congo a “mantenere un basso profilo” e ad “assicurarsi che la propria famiglia abbia cibo e acqua sufficienti nel caso in cui fosse necessario rimanere a casa per diversi giorni”. Dal canto suo, il governo di Londra ha reso noto che le proteste “probabilmente continueranno per tutta la settimana” e che vi è il rischio che cittadini stranieri possano essere “presi di mira indiscriminatamente”.Tutto questo, mentre giovedì il Sudafrica ha annunciato che due dei suoi soldati sono stati uccisi da colpi di mortaio nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo: secondo Al Jazeera, si tratta delle prime vittime del Paese da quando quest’ultimo ha dislocato in loco le proprie forze militari. “Come risultato di questo fuoco indiretto, la Sandf ha subito due vittime e tre membri sono rimasti feriti. I feriti sono stati portati al più vicino ospedale di Goma per cure mediche”, ha dichiarato la stessa Sandf. È in un simile quadro che, venerdì, il presidente angolano, Joao Lourenco, ha tenuto un vertice ad Addis Abeba, per cercare di rilanciare gli sforzi di pace nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo. “In questo mini-vertice si è discusso, tra le altre cose, del ritorno ad un dialogo costruttivo e riconciliante tra la Repubblica democratica del Congo e il Ruanda, l'immediata cessazione delle ostilità, il ritiro immediato dell'M23 dalle aree occupate e l'avvio di un processo per contenere questo movimento”, ha affermato su X il presidente della Repubblica democratica del Congo, Felix Tshisekedi. Vale a tal proposito la pena di ricordare che le aree al momento contese di questo Paese sono ricche di risorse minerarie (a partire dal cobalto). Il nodo, oltre all’instabilità interna, riguarda l’influenza geopolitica: un’influenza che, come abbiamo visto, l’Occidente rischia di perdere progressivamente. Si tratta di una situazione preoccupante che, mutatis mutandis, riguarda anche altre aree dell’Africa: basti pensare al Sahel, dove – negli ultimi due anni – la Francia ha visto ridurre la propria influenza a netto vantaggio della Russia. Il quadro complessivo, insomma, rischia di complicarsi sempre di più.