2020-11-22
La predica del pr vestito da cronista
Dopo averci contattato a nome di Lelio Borgherese (Network Contacts), Aldo Torchiaro ha firmato sul «Riformista» un attacco alla «Verità» per l'inchiesta su Open. Alla faccia dell'etica.Venerdì 20 novembre La Verità ha pubblicato un articolo sulla vendita di Dot Media, l'agenzia di comunicazione che curava l'organizzazione della Leopolda. Sia i dipendenti sia il portafoglio clienti, tra cui lo stesso Matteo Renzi, sono stati ceduti nel 2019 a una società controllata dalla Network Contacts di Molfetta. Che spunta nell'elenco dei finanziatori della Leopolda 2014 con un bonifico di 3.000 euro raccolto grazie a una cena di fundraising a cui avrebbe partecipato il presidente della società, Lelio Borgherese. L'articolo è stato redatto attingendo agli atti depositati in Camera di commercio e alle notizie più recenti apparse sulla stampa relative all'azienda pugliese che riguardano, in particolare, l'aggiudicazione della gara per la fornitura e la gestione dei servizi di contact center multicanale dell'Inps per i prossimi due anni e la visita alla sede di Molfetta del ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. Fatti tutti verificati e documentati. La notizia? I clienti «gigliati» di Dot Media (Renzi compreso) sono finiti a una società che nel 2014 ha contribuito con una donazione volontaria all'ascesa di Renzi. Sempre venerdì riceviamo una mail da Aldo Torchiaro che chiede di parlarci in relazione all'articolo. Contattato telefonicamente ci dice: «Mi ha chiamato Borgherese (il presidente di Networl Contacts, ndr), che conosco», e che chiede un indirizzo mail dove inviare una precisazione a quanto scritto nell'articolo. Ci rendiamo disponibili a pubblicare la precisazione, ricordiamo l'indirizzo mail e aspettiamo. La precisazione non arriva. Nel pomeriggio la sollecitiamo per mail allo stesso Torchiaro che però non ci risponde. Ieri mattina, però, a pagina 7 del Riformista viene pubblicato un articolo dal titolo: «Inchiesta Open, ecco la macchina del fango di Belpietro». Nel mirino c'è il nostro articolo su Dot Media e Network Contacts. La Verità viene accusata di «prendere carte a caso dell'inchiesta» sparando a zero su «persone che non c'entrano nulla» come Borgherese. Sempre secondo il tribunale di Piero Sansonetti avremmo gettato un «fumogeno acceso» anche dando la notizia della commessa Inps vinta dalla Network. Veniamo accusati di ricorrere a «bastonate mediatiche» e «qualunquismo antipolitico alimentato, per interesse particolare, da un linciaggio continuo». Un commento al vetriolo condito da una lezione di etica professionale, insomma. Firmato da chi? Da Aldo Torchiaro. Che il giorno prima ci aveva cercato per conto di Borgherese e poi ha indossato il cappello di collaboratore del Riformista. Facendo una rapida ricerca su Internet, leggiamo che Torchiaro ha un fitto curriculum: giornalista, ma anche autore del libro L'inganno felice e comunicatore politico, in passato ha lavorato come consulente per Fare per fermare il declino nel 2013. Oggi è senior media relations director dell'agenzia di relazioni pubbliche Spencer&Lewis. Che lo scorso 9 novembre si è aggiudicata la gara della comunicazione per Assocontact, l'associazione dei contact center presieduta da Lelio Borgherese. Con cui, però, Torchiaro assicura di non avere «alcun rapporto professionale che prescinde dall'amicizia personale con il collega», che segue Assocontact come ufficio stampa (e con cui noi non abbiamo mai parlato). Torchiaro ci precisa anche che «le consulenze per le agenzie di comunicazione sono estemporanee e non attengono mai vicende delle quali tratto da giornalista». Eppure noi ancora ci chiediamo con chi abbiamo parlato venerdì: con il Torchiaro direttore delle relazioni media dell'agenzia che lavora per l'associazione guidata dal nuovo proprietario di Dot Media o con il Torchiaro giornalista che ci fa la lezione di etica vergando sul Riformista la difesa del nuovo proprietario di Dot Media?
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)