2022-12-21
La norma salva sport risarcisce i lockdown
La legge di bilancio stanzia 890 milioni per permettere a tutte le federazioni, non solo al calcio di serie A, di rateizzare i mancati versamenti di tasse e contributi. Una scelta giusta: il settore è stato uno dei più colpiti dal Covid e non può farcela senza aiuti.Piccolo consiglio non richiesto. Il governo ha blindato bene la comunicazione nella parte alta di Palazzo Chigi. Non altrettanto nella parte bassa. Succede così che alcuni temi marginali e inerenti la manovra sfuggano di mano e diventino un tema di battaglia politica. Una battaglia costruita però su qualche granello di sabbia. Nulla più. Si pensi allo Spid. È bastata una dichiarazione del sottosegretario Alessio Butti per accusare il governo di essere retrogrado e di volere smontare il futuro digitale del Paese. Il tema invece merita un approfondimento di impronta sociale. Seguire la linea tracciata da Vittorio Colao significherà nel breve escludere dai rapporti con la Pa una intera fascia di cittadini over 80. La Svezia sta da tempo facendo i conti con questo tipo di esclusione. Certo, gran parte dei media e della filiera più tecnocratica non comprende a pieno il fatto che dopo 11 anni sia tornano ad amministrare il Paese un governo di impronta politica. Non lo capiscono anche perché andrebbe spiegato meglio e più spesso. Varrebbe sulle questioni della riforma fiscale sul tabacco e vale anche per il comparto del calcio e delle società sportive. La Lega e le altre federazioni sono oggetto di un emendamento travagliato. Quattro giorni fa compare nel testo in fase di riscrittura d’Aula un nuovo articolo che consente alle società di sportive il pagamento in 60 rate diluite in cinque anni dei versamenti tributari e contributivi con una mora del 3% e con il versamento delle prime tre rate entro 7 giorni dalla data di entrata in vigore della legge. La prima versione dell’emendamento concentrava i fondi pari a 890 milioni alle sole squadre di calcio professionali. Da lì una ridda di polemiche, a partire dal potenziale conflitto di interessi del senatore azzurro Claudio Lotito, patron pure della Lazio. È bastata la mezza verità per far scattare Matteo Renzi che si è alzato e ha pubblicato sui social una feroce invettiva. «Buongiorno a tutti e scusate il mio tono arrabbiato, ma quello che sta accadendo in queste ore è uno dei più grandi scandali a cui io ho assistito da quando sono in Parlamento. Cosa è successo stanotte: hanno presentato la riforma della 18app il che comporta che azzerino i soldi per il 2023. Cioè, non c’è un centesimo per la 18pp nel 2023». Per poi aggiungere: «Li mettono per le società di Serie A, per i presidenti indebitati e spesso incapaci delle società di serie A. Perché nel resto del mondo il calcio funziona con i diritti televisivi, con gli investimenti stranieri, con gli investimenti nazionali. Qui no, qui il calcio non regala le emozioni viste nella finale Argentina-Francia, qui è il presidente Meloni che regala emendamenti ai presidenti incapaci».Probabilmente la polemica andrà placandosi da sola. Ma la risposta all’intervento di Renzi dovrebbe essere di mera impronta politica. Innanzitutto, è vero che l’emendamento stanzia 890 milioni, ma non per la squadre di serie A, bensì per tutte le federazioni sportive che si muovono dentro un perimetro professionale. Buona parte andrà al calcio, anche perché è lo sport che finanziariamente traina tutto il resto. L’industria sportiva non è un’industria come tutte le altre. Si tira dietro aspetti sociali e di welfare. Abbiamo visto che effetti hanno provocato sulla fascia più giovane della popolazione due anni di gestione pandemica modello Speranza. Gli effetti sul fisico e sulla psiche. Aver bloccato palestre e piscine e solo dopo tempo aver consentito l’attività solo ai tesserati non ha soltanto distrutto i bilanci, ma ha anche aperto una voragine nel welfare, i cui conti effettivi si faranno almeno fra un lustro. Quando in fase di campagna elettorale Giorgia Meloni ribadì l’importanza dello sport contro le devianze, si riferiva al sostegno di una pratica vitale per chi è più giovane. Non solo perché contribuisce a ridurre patologie fisiche nel medio termine, ma anche psichiche nel lungo.All’epoca, il segretario del Pd Enrico Letta pur di ribattere e dirsi contrario arrivò persino a difendere sui social il diritto alla devianza. Ovviamente, non ha senso. ma oggi avrebbe senso rivendicare un emendamento pro sport. Per farlo bisogna rivendicare la scelta politica che ne sta alla base. Aiutare i bilanci dello sport significa risarcire il comparto dei due anni di gestione pandemica. I colpevoli hanno un nome e un cognome e, in ogni caso, riconducono tutti al capo cordata: Roberto Speranza. Se oggi bisogna stanziare 890 milioni per lo sport è per mettere una toppa a quanto accaduto nel 2020 e nel 2021. Mettere soldi in questa filiera è molto più importante che distribuire a pioggia 500 o 1.000 euro a chi compie 18 anni. Nel primo caso è certamente un investimento, nel secondo una chiara marchetta elettorale. Se è vero che ogni scelta è una rinuncia, è vero che ogni rinuncia è una scelta politica. Che va rivendicata.