2023-04-15
La Meloni porta in Africa il suo piano Mattei
Giorgia Meloni e Abiy Ahmed Ali (Ansa)
Il premier visita l’Etiopia e annuncia: «A ottobre presenteremo le nostre proposte». La priorità è aiutare la stabilità dell’area e rendere gestibili i flussi migratori. Il centrodestra intanto presenta un subemendamento contro le sanatorie per i clandestini.Una missione di due giorni con molti dossier sul tavolo, ma con un focus inevitabile sulla questione dei grandi flussi migratori provenienti dall’Africa subsahariana. È quella che vede da ieri il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in Etiopia, per dare corpo a quel «piano Mattei» per il Continente nero più volte evocato da quando si è insediata a Palazzo Chigi. In un contesto, qual è il Corno d’Africa, minacciato dall’espansionismo economico di potenze come Cina, Russia e India, la sfida del governo italiano è quella di favorire la stabilizzazione politica ed economica, nonché di incrementare l’efficienza dei locali apparati di sicurezza, per porre un argine a una situazione migratoria da troppo tempo fuori da ogni controllo.L’Etiopia, com’è noto, è uno snodo per i flussi che attraversano le frontiere orientali verso il Sudan fino alla Libia, da dove i trafficanti di esseri umani salpano alla volta delle coste italiane. Per rendersi conto della gravità del problema, basta considerare che nel Paese africano ci sono 823.000 rifugiati e 4,2 milioni di sfollati. Non a caso Addis Abeba è tra i beneficiari del decreto flussi 2022, e non a caso la visita del premier è la prima di un capo di governo occidentale dalla fine della guerra del Tigrè, che ha provocato mezzo milione di morti. La priorità per Roma è dunque quella di sostenere il processo di pace e scongiurare il ritorno alle armi, rischio frequentissimo nel continente africano all’indomani delle cessazioni delle ostilità. Parlando con i giornalisti, la Meloni ha speso le sue prime parole proprio su questo tema: «L’Etiopia è un Paese», ha dichiarato, «la cui stabilità è fondamentale, con il quale l’Italia vanta una storica relazione che io intendo rafforzare ulteriormente. Qui sono molte le materie sulle quali discutere e quella migratoria è una conseguenza di altre problematiche. Stiamo lavorando a una serie di iniziative che riguardano l’Africa, come il Summit intergovernativo Italia-Africa, che si svolge ogni due anni. Il prossimo ci sarà in autunno e potrebbe essere l’occasione giusta per presentare definitivamente il nostro piano Mattei. Intanto ci stiamo lavorando in cooperazione con i Paesi africani. Ottobre», ha concluso, «è l’occasione per arrivare alla presentazione definitiva del piano». Parallelamente all’impegno dell’Italia, il premier ha parlato anche delle iniziative multilaterali per l’Africa nelle quali il nostro paese sarà coinvolto: «Ci sarà la conferenza di maggio a New York coguidata dall’Italia insieme al Sudan e ci sarà sicuramente a guidarla il nostro ministro degli Esteri». Inevitabile un riferimento al disimpegno dell’Europa e dell’Occidente in generale in questa area del globo, che ha lasciato campo libero ad altri Paesi: «Penso che il piano Mattei produca molto più dello sforzo che richiede, per l’interesse nazionale italiano, per l’interesse europeo, per la stabilità di un continente sul quale forse negli ultimi anni non abbiamo fatto abbastanza e che oggi vede l’ingresso di attori diversi. Credo che nell’opera di stabilizzazione e di sviluppo dell’Africa un ruolo forte dell’Italia e dell’Europa sia opportuno». Nella mente del presidente del Consiglio il timore che quanto sta accadendo in Tunisia possa moltiplicarsi in tutta l’Africa, rendendo insanabile la catastrofe umanitaria e ancor più incontrollabili gli sbarchi illegali: «L’Etiopia ha bisogno di sostegno finanziario, ce ne stiamo occupando e lo facciamo, in una situazione molto diversa, anche per quanto riguarda la Tunisia, per lo sblocco dei finanziamenti e una certezza finanziaria che poi consenta ulteriori investimenti». Giorgia Meloni è stata accolta al suo arrivo all’aeroporto dal premier etiope, Abiy Ahmed Ali, con il quale si è subito intrattenuta per un breve colloquio assieme al viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, e all’ambasciatore italiano, Agostino Palese. Successivamente, il nostro presidente del Consiglio si è recato presso la sede dell’Unione africana, dove ha incontrato il presidente Moussa Faki Mahamat, per poi fare il proprio ingresso nel palazzo presidenziale per un colloquio più approfondito con Ahmed Ali e per l’incontro, prima della cena di gala, con il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud, giunto da Mogadiscio per prendere parte a un trilaterale che si svolgerà stamani. Oggi è prevista anche la visita all’Istituto Galileo Galilei, la più grande scuola italiana all’estero con i suoi 900 iscritti. Intanto, sempre sul fronte del contrasto all’immigrazione illegale, al Senato è arrivato il subemendamento al dl Cutro, firmato da tutti i gruppi della maggioranza, per la stretta sulla concessione della protezione speciale a chi sbarca in Italia. Giovedì erano arrivati due emendamenti firmati dal governo su procedure di trasferimento da una struttura all’altra e gestione dei centri di permanenza.