2024-12-23
«La Meloni ha vinto i pregiudizi altrui»
L’ex magistrato Luciano Violante, padre nobile della sinistra: «La stimo, ha trovato una collocazione intelligente nel contesto internazionale. L’Anm non può comportarsi da controparte del governo sulla riforma della giustizia».Luciano Violante, riverito padre nobile della sinistra ed ex magistrato, anche quest’anno ha partecipato ad Atreju. Sta diventando di casa.«Di casa non direi. Penso però che uno dei fondamenti della democrazia sia parlare con quelli che non la pensano come te. La politica deve tendere a costruire, non a fratturare. Esistono avversari, non nemici».A Palazzo Madama Ignazio La Russa ha citato le sue parole di 25 anni prima, quando fu nominato presidente della Camera: «Un clima coeso aiuterebbe a cogliere la complessità del nostro Paese».«Ecco, riportare le dichiarazioni di un avversario è un atto di civiltà politica».Nonostante il suo passato su opposte sponde, s’intende.«Non solo il passato, ma pure il presente. Questo non toglie che ci sia reciproco rispetto, sia con lui che con Giorgia Meloni».Da quanto tempo conosce il premier?«Da quando era vicepresidente della Camera. Le feci i complimenti per come dirigeva l’Aula. Non è un lavoro facile, soprattutto per una giovane ragazza. Ci vuole autorevolezza, altrimenti non si riesce a mantenere l’ordine con centinaia di colleghi. Poi, bisogna capire rapidamente quello che succede e intuire in anticipo cosa sta per accadere».Vi stimate.«Io stimo lei, anche se non condivido alcune scelte. Non so se lei stimi me».Perché?«È una donna determinata, che ha grande leadership, capace di risolvere problemi rilevanti. Ho trovato molto intelligente la collocazione nel contesto internazionale, che le ha permesso di superare i preconcetti nei suoi confronti».E adesso?«Il secondo anno è il più difficile per tutti i governi. Nel primo, si eredita la legge di bilancio. Poi, devi farla tu. A quel punto i problemi della coalizione, di destra o sinistra che sia, cominciano a esplodere. La luna di miele finisce e occorre affrontare i dissidi interni».Trent’anni in Parlamento: dal Pci al Pd. Dicono: è l’illustre compagno che sussurra a Meloni.«Invenzioni».Ad Atreju il presidente del Consiglio ha spiegato che il 2025 sarà l’anno delle riforme, a cominciare da quella della giustizia: «Vogliamo liberare la magistratura dal controllo della politica e delle correnti politicizzate».«Già nel 1993 denunciai l’eccesso di giustizialismo. Aggiunsi che, prima o poi, sarebbe arrivato un potere regolatore che avrebbe cercato di riequilibrare il rapporto tra politica e magistratura. Uno dei miei ultimi libri s’intitola: Senza vendette. Qualche intervento ha invece quel sapore, come il sorteggio. E la separazione delle carriere fa dei pubblici ministeri una corporazione di 1.300 persone, che ha enormi poteri nei confronti dei cittadini. Sarà pericoloso per la libertà di tutti. E si apre la strada al controllo del governo sull’esercizio dell’azione penale». Il vicepremier, Matteo Salvini, è stato assolto nel processo Open Arms.«È la dimostrazione che i giudici non sono condizionati dai magistrati».Matteo Renzi, dopo il proscioglimento nell’inchiesta sulla sua fondazione, commenta: «È fallito l’assalto della procura».«Vale quello che detto per il ministro Salvini. In questo caso c’è stata pure una sequenza di assoluzioni in procedimenti che hanno coinvolto la sua famiglia. A volte, una maggiore oculatezza da parte dei pm sarebbe opportuna».Il governo attacca i giudici sul caso dei centri di rimpatrio in Albania.«Hanno applicato la legge. Vedremo cosa deciderà la Corte europea. Certamente, siamo al confine tra politica e diritto. Del resto, ci sono alcune decisioni in cui questo intreccio è inevitabile: non solo in Italia, ma ovunque. Pensi alla condanna di Sarkozy in Francia o alla revoca dell’immunità a Trump negli Stati Uniti. Ogni governo chiede che il potere giudiziario non interferisca, ma questo a volte è inevitabile. Persino Romano Prodi, mentre era presidente del Consiglio, si lamentava dei Tar. La magistratura, certo, ha le sue responsabilità. Ma l’attivismo della politica nasconde, comunque, un paradosso».Quale?«Ogni volta che il Parlamento approva una legge, espande il potere di giudici e pm».I magistrati promettono battaglia sulla riforma.«Non possono essere controparte di nessuno, tanto meno del governo. Così come mi sembra un errore che siano loro a organizzare l’eventuale referendum abrogativo».Parla dell’Anm?«In questo modo, diventa protagonista di un conflitto. I cittadini devono avere fiducia nei magistrati, che perciò non possono comportarsi da combattenti. Serve il senso della misura, per tutti».Lei è stato presidente della commissione parlamentare antimafia all’epoca delle stragi. I suoi colleghi, ancora oggi, cercano risposte su via D’Amelio.«Il processo per l’attentato di Capaci, dove morì Giovanni Falcone, è andato avanti con linearità. Nel caso dell’uccisione di Paolo Borsellino, invece, si sono verificati errori e abusi gravi».Quali?«Dare credibilità a persone inattendibili. L’uso della violenza nei confronti di alcuni accusati. Sbagli che hanno portato a diversi processi, ognuno con una verità da provare. Come mai è successo? Bisogna domandarselo. Anche perché gli errori fatti dalle persone intelligenti sono i più preoccupanti».Chi sono gli «intelligenti»?«L’allora questore di Palermo, Arnaldo La Barbera, per esempio. L’ho conosciuto. Era un funzionario eccellente». Poi? «Ilda Boccassini, prima di andare via dalla procura di Caltanissetta, mandò un appunto ai colleghi, spiegando che il pentito Vincenzo Scarantino non era attendibile. Perché nessuno lo prese in considerazione?».«Persone capaci, serie, stimate» ha detto ad Atreju.«Sì, cretini non ce n’erano».Elly Schlein, l’anno scorso, ha invece rifiutato l’invito alla festa di Fratelli d’Italia.«È una libera scelta».Ormai, da quasi due anni è al Nazareno. Si appresta a superare i suoi predecessori, Enrico Letta e Nicola Zingaretti.«Non l’ho votata alle primarie. All’inizio avevo molte perplessità. Però vedo che adesso coglie alcuni punti nodali, come la sanità o il lavoro. Si muove con disinvoltura. È cresciuta rispetto alla Schlein dei primi mesi, che sembrava lontana dai problemi reali del Paese».La segretaria vuole la maternità surrogata. In Italia è diventata reato universale.«Se non è una compravendita, sono favorevole. Ad esempio, quando accade tra familiari o tra amici. Se c’è una contropartita economica, diventa una mercificazione inaccettabile».Il suo ultimo libro, Ti ho sempre salvato, parla della morte. Schlein ha proposto una legge per l’eutanasia.«Rischia di diventare la morte dei poveri. Con i costi della sanità e l’invecchiamento, saranno loro i più esposti a una campagna per il suicidio assistito».La fondazione che presiede, Leonardo-Civiltà delle macchine, si occupa di «nuovo umanesimo digitale».«Dal prossimo 31 dicembre non esisterà più. Si chiamerà soltanto Leonardo. È una scelta autonoma, che rientra tra i legittimi poteri dell’amministratore delegato, Roberto Cingolani».Cos’è successo?«Lui ha programmi diversi. Io ho costituito, insieme a Multiversity, un altro centro di ricerca: si chiama Futuri probabili. Cingolani, con grande generosità, ha consentito che mi portassi dietro il lavoro fatto in questi anni. Eravamo, siamo e rimarremo amici».L’intelligenza artificiale è un rischio o un’opportunità?«Non ci sono opportunità senza rischi. Il digitale esige pedagogia, educazione all’uso. I divieti non servono a niente. Quando da ragazzini ci proibivano il ciclomotore, usavamo quello degli amici».E lo stretto legame tra Elon Musk e Meloni?«Diventa un problema se le informazioni civili e militari vengono condivise. Tutt’altra cosa è un rapporto di amicizia, senza ingerenze».Prodi ha accusato la premier di obbedire a Usa e Unione europea.«Non entro in queste polemiche».L’ex premier resta sulla breccia. Non lesina suggerimenti a Schlein. Ora cerca un federatore del centro.«Il Pd nacque per fare una sintesi tra Ds e Margherita. E adesso si rifà il centro? Che vuol dire? Alcuni se ne andranno dal Pd? Io ero contrario alla fusione, per ragioni non diverse da quelle per cui si discute oggi. Dissi che avremmo messo insieme i vizi, dimenticando le virtù».Lì siamo rimasti.«Bisognerebbe riflettere su cosa dev’essere un partito nel mondo contemporaneo. Per esempio, spero che la Meloni prima o poi costruisca il Partito dei conservatori italiani. L’unico pericolo sarebbe la sigla: Pci. Sconveniente, direi».Non lo sta già facendo?«Dovrebbe annunciarlo ufficialmente. Magari lo farà prima delle prossime elezioni nazionali. Sarebbe un punto di chiarezza, per recidere con il passato e i rigurgiti del presente. Non sarà mai il mio partito, ma spero che ci riesca».E il Pd?«Servirà anche a loro. Si capirà che occorre un partito democratico più forte di quello attuale, capace di accogliere le culture progressiste e le classi deboli, quelle che hanno maggiore bisogno di rappresentanza».Le manca la politica?«Quella attiva no, l’ho fatta per quarant’anni. Però, continuo a occuparmene».È una malattia da cui non si guarisce.«Si può guarire tranquillamente, invece. Basta pensare di non essere indispensabili. I vecchi si devono mettere da parte. Poi, se qualcuno chiede, si può dare un consiglio».Come nel suo caso.«Cioè?».L’illustre compagno che sussurra a Meloni.«È una favola giornalistica».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.