2019-11-19
La mania dei sindaci di fare business. Iren decide di scalare i debiti di Sorgenia
I primi cittadini di Torino, Genova e Reggio danno l'ok all'operazione rischiosa per gli investimenti sul territorio.Non c'è solo Ilva nel mirino della politica. A chilometri di distanza e in tutt'altro comparto, tre sindaci di area pure diversa si sono trovati d'accordo con l'obiettivo di mettere le mani (attraverso la multiutility che li lega) su una vecchia conoscenza del mondo della finanza: Sorgenia. Chiara Appendino, primo cittadino di Torino, Marco Bucci di Genova e Luca Vecchi di Reggio Emilia hanno dato l'ok ai manager di Iren per puntare dritto sull'ex azienda dei De Benedetti. «In merito alle future prospettive di sviluppo della società il comitato di sindacato dei soci pubblici conferma il proprio supporto alla strategia delineata dal management nel perseguire opportunità di crescita sia per linee interne sia per linee esterne con particolare riferimento alle operazioni relative a Sorgenia e Cva, società i cui business si integrerebbero in maniera ottimale con Iren, assicurandone ulteriore crescita e competitività nei settori in cui opera», si legge nel comunicato diffuso ai mercati. Un via libera insomma a operazioni straordinarie che coinvolgano le due utility Sorgenia e Compagnia valdostana acque, appunto Cva. La nota è pari a un terremoto nelle acque calme del mondo dei servizi energetici. Non solo per le dimensioni della probabile operazione, ma anche per la scelta politica. I tre sindaci sembrano intenzionati a dare a battaglia all'altro player che vuole conquistare Sorgenia. Le intenzioni di F2i - il fondo di investimento italiano partecipato da Cassa depositi e prestiti, a sua volta controllata dal Mef - sembrano più reali e avevano già messo in ombra le mosse del terzo partecipante al gioco delle utility, la lombarda A2a. La scelta di F2i sarebbe ben vista soprattutto dell'attuale management di Sorgenia - presidente Chicco Testa e amministratore delegato Gianfilippo Mancini - che potrebbe non ricevere scossoni dall'entrata di altri partner industriali privati ed esteri. Per di più lo stesso amministratore delegato del fondo Renato Ravanelli potrebbe aggiungere all'impegno nel gas, con 2i rete gas, e a quello nell'eolico, con Edison, anche il mercato elettrico dove al momento risulta scoperto. Un pacchetto sinergico. Al contrario, il mercato potrebbe vedere storto l'interessamento di Iren. Nonostante Sorgenia sia stata salvata dal sistema bancario nel 2014, all'acquirente toccherebbe consolidare l'attuale ammontare di debito che vale poco meno di 800 milioni. Di conseguenza, la multiutility forte in Piemonte, Liguria ed Emilia rischierebbe la riduzione delle risorse disponibile da mettere sul territorio. Nei mesi passati era stato annunciato un piano da circa 3 miliardi, correlato, tra l'altro, alla remunerazione dei soci pubblici. Il bilancio del Comune di Torino non è dei più stabili e il venire meno della cedola sarebbe un problema per la stessa Appendino. Sarà dunque da capire se la mossa dei sindaci sia di natura politica o finanziaria. Perché il consolidamento del mercato delle utility fa gola a molti ma la possibilità di scottarsi resta elevata. Non a caso il dossier Sorgenia rimbalza da più di un anno sulle pagine dei quotidiani economici in attesa di una soluzione. Da fine 2018 le banche che la salvarono hanno deciso di affidare ai consulenti Lazard e Colombo & Associati l'incarico per gestire la cessione delle loro partecipazioni. Toccherà dunque anche a Lazard capire se sono identificabili sinergie operative tra la gestione di infrastrutture sul territorio (reti elettriche, gas, acqua e ambiente) e il business di mercato svolto su scala nazionale ed europea della generazione elettrica a gas. Sebbene la valutazione finale per l'assegnazione di Sorgenia sia scollegata da tali elementi. Se non ci fossero tali sinergie il problema si riverserebbe su chi acquista e se si tratta di multiutility sulla sostenibilità dei servizi. Ieri in Borsa Iren è stata oggetto di vendite e ciò si spiegherebbe con la valutazione dell'effetto delle dichiarazioni dei tre sindaci. Se peggiorasse il profilo di rischio dell'azienda (inglobando Sorgenia) gli azionisti di Piazza Affari si aspetterebbero risultati più volatali e trend più difficili da calcolare. Di questi tempi però va di moda la gestione pubblica delle aziende e quindi il parere del mercato conta poco.