2021-12-16
La maggioranza litiga sulla manovra. Almeno c’è il rinvio delle cartelle
Lo scontro sulla moratoria salva le scadenze del 2022. Oggi sciopero di Cgil e Uil.Continuano le tensioni intorno alla legge di bilancio. Il disaccordo all’interno della maggioranza è talmente alto da far slittare ancora una volta la presentazione degli emendamenti alla manovra attesi per ieri al Senato. Non è infatti bastato l’incontro di ieri al Mef tra il ministro dell’Economia, Daniele Franco, il vice ministro, Laura Castelli, e i relatori della manovra per cercare di limare le distanze sugli emendamenti. Il disaccordo ha creato frizioni sul rinvio delle cartelle esattoriali di dicembre su gennaio. Se infatti da una parte Lega e Forza Italia chiedono di spostare il pagamento della rottamazione ter e del saldo e stralcio, dall’altra il Pd ritiene l’operazione impensabile. Matteo Salvini, leader della Lega, ieri ha infatti sottolineato come «se si rinnova lo stato di emergenza, deve valere anche per il fisco». E dunque sarebbe necessario rinviare «i tempi di pagamento delle nuove cartelle esattoriali, prorogare al 2022 la rottamazione ter e il saldo e stralcio e aprire una nuova rottamazione quater per gli anni 2018 e 2019». Sulla stessa linea Forza Italia e Fratelli di Italia che sottolineano che «ieri (martedì, ndr) è scaduta la prima proroga prevista nel decreto fiscale per il pagamento delle cartelle esattoriali, di cui alla rottamazione ter e al saldo e stralcio. E il tutto è avvenuto nel più totale silenzio da parte del governo il quale si era impegnato a predisporre nella legge di bilancio una proroga dei pagamenti di cartelle esattoriali e relative rateizzazioni fino al 31 dicembre 2022», come hanno detto Andrea de Bertoldi e Monica Ciaburro, esponenti di Fdi. Sempre sul nodo cartelle c’è poi tutta la questione dei nuovi debiti fiscali in arrivo a partire dal 1° gennaio 2022. Su questo punto il Pd non chiude totalmente la porta ma chiede che «in cambio» sia inserta la patrimoniale sui redditi sopra i 75.000 euro: «Il Pd non ha nessuna pregiudiziale nei confronti di un intervento sulle cartelle, chiaro che non potrà essere fatto sul 2021», ha detto a Rai Parlamento il senatore dem Daniele Manca, membro della commissione Bilancio di Palazzo Madama. «Il presidente Draghi», ha aggiunto, «aveva proposto qualcosa che per noi aveva elementi di equità, serviva per ridurre il conflitto sociale, era un contributo di solidarietà importante che poteva finanziare il welfare, la non autosufficienza, capitoli ancora aperti. Noi rispettiamo gli accordi, dopodiché il Pd non ha nessuna pregiudiziale nei confronti di un intervento sulle cartelle. È chiaro che non potrà essere fatto sul 2021, dovrà essere fatto probabilmente sulle scadenze 2022, ovviamente senza modificare e impegnare saldi di finanza pubblica sottraendo le risorse necessarie a investimenti altrettanto importanti per ripartire». La decisione sulla questione cartelle è dunque rimessa nella mani del governoche da quanto risulta farà slittare di 180 giorni le scadenze di marzo. Le cartelle in arrivo a gennaio invece di essere saldate a marzo potranno godere di uno slittamento fino a settemnre. Altro nodo da sciogliere è la questione delle bollette e del loro aumento. Martedì si è cercato di fare un punto sulle risorse a disposizione per capire come ripartirle tra i vari contribuenti italiani, ma dalla maggioranza e dall’opposizione le pressioni continuano a essere molto forti. Si chiede al governo di fare di più e di pensare anche eventualmente a interventi strutturali di lungo termine per cercare di supportare maggiormente le famiglie. Altra questione sono poi i sindacati: la Cgil di Maurizio Landini e la Uil di Pierpaolo Bombardieri hanno indetto per oggi uno sciopero generale contro una manovra che secondo loro non rispetta i lavoratori, dato che gli 8 miliardi a disposizione per il taglio delle tasse sarebbero dovuti andare tutti a dipendenti e pensionati, a partire dai redditi più bassi. Critiche anche alla mancata riforma del sistema pensionistico nel complesso.Comunque, nonostante le varie rivendicazioni dei partiti e delle parti sociali e i continui slittamenti in avanti dell’esame degli emendamenti, il governo punta a chiudere la questione manovra prima di Natale, per evitare ulteriori problemi.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)